“Viaggi di uomini e pergamene: i notai Schenardo di Rezzo” storia di vita quotidiana nei preziosi documenti dell’archivio comunale
Uno spaccato di vita quotidiana emerge dalla storia racchiusa per secoli e raccontata dal relatore l’archivista Stefano Pirero
Rezzo. Atti notarili del 1300, lasciti, storie di vita quotidiana dell’Alta Valle Arroscia in particolare di Rezzo e Cenova, gli “Statuti di Lavina ma anche storie di sofferenza che vede un padre vendere uno dei suoi terreni migliori per poter liberare il figlio in prigione. Ventidue sono le pergamene appartenenti all’Archivio storico comunale in esposizione ieri sera nel Comune di Rezzo grazie all’iniziativa Archivissima23 . “Viaggi di uomini e pergamene: i notai Schenardo di Rezzo” realizzato in collaborazione con la Commissione Cultura per riscoprire la vita degli avi che hanno abitato, vissuto nella Valle. Uno spaccato di vita quotidiana emerge dalla storia racchiusa per secoli e raccontata dal relatore, l’archivista Stefano Pirero.
«Queste pergamene- spiega il dottor Pirero- racchiudono un distillato della vita dell’Alta Valle Arroscia. Le relazioni prima di tutto fra gli uomini, noi oggi siamo portati a pensare, per esempio, che i litigi e controversie che potevano sorgere tra privati cittadini, spesso si potesse fare giustizia da sé ma in realtà non era così. Queste pergamene normavano rigidamente i rapporti fra i cittadini e prendendone le parti in assise pubbliche, istruendo tribunali ad hoc. Le pergamene testimoniano anche diritti di successione, diritti testamentari, compravendite di terre di alberi di olivo per esempio. Erano tutti una serie di rapporti che facevano capo ai rigidi ordinamenti statutari che troviamo anche negli statuti antichi di Lavina. Codici che però ci raccontano tante altre cose per esempio come la vita politica da un lato, la vita delle istituzioni da un certo punto di vista si occupasse del privato cittadino ma anche a livello generale, di rapporti che la legavano con i feudatari della zona perché qui in Alta Valle Arroscia, nella Giara di Rezzo in particolare, i feudatari la facevano da padrone nei primi del ‘400».
« Un dato della vita sociale che emerge -prosegue l’archivista- è il ruolo della comunità di Cenova soprattutto nel ‘300, 400 attraverso la documentazione scritta, perché è Cenova e non Rezzo né Lavina la protagonista assoluta di questi ventidue documenti. É l’intraprendenza di una piccola comunità che esprime una classe notarile da un lato e dall’altro una classe di imprenditori e cittadini che sono interessati ad agire e investendo dei capitali con altri cittadini che poi si occupano di reinvestirli. Emerge poi soprattutto attraverso un atto strepitoso che è l’affrancamento della parrocchia di Cenova».
«Esiste un documento all’interno di questa esposizione- conclude il dott. Pirero- molto suggestivo che racchiude una storia molto sofferta perché l’oggetto di questo atto notarile è la vendita di un terreno ubicato nel territorio di Cenova. Il venditore di questo terreno lo fa al fine di poter riscattare la libertà di suo figlio che si chiamava Giovanni il quale all’epoca era stato stato incarcerato nelle carceri di Albenga perché probabilmente aveva preso parte ad una delle tante guerre che all’epoca infiammavano la parte occidentale, in questo caso Albenga. Ci troviamo nel 1394-95 dove questo capitando di ventura si trova a combattere prima a favore del duca d’Orlean, per parre francese e dopo del doge di Genova contro le armate francesi. Un documento suggestivo che ci dà qualcosa di quello che era la realtà tragica e sofferta di un padre che per necessità aveva dovuto vendere il suo pezzo migliore del suo patrimonio».
«Esponiamo le nostre pergamene- afferma il sindaco di Rezzo Renato Adorno– appena state restaurate grazie ad un bando europeo e con dei finanziamenti della Regione Liguria e abbiamo la possibilità di esporre ventidue pergamene, la maggior parte gli anni che riguardano dal 1355 al 1390. È la storia dei nostri Comuni, la storia di Rezzo ma anche di Lavina e di Cenova e la storia soprattutto di una famiglia notarile che si è trasferita negli anni partendo da Rezzo per arrivare nella vicina Taggia e quindi racconteremo questa migrazione e tutto quello che è successo in quegli anni».
«Sono venti i Comuni della regione liguria che hanno aderito a questo importante progetto – spiega il vicepresidente della Regione Alessandro Piana– ma che soprattutto avevano la documentazione per poterlo fare e quindi particolarmente piacere che nell’archivio di Rezzo siano custodite queste preziose pergamene datate fine 1300 inizio 1400 e scritte in latino con le spiegazioni da parte del professor Pirero. Sono del periodo feudalesimo ed erano lasciti o concessioni da parte dei signori del periodo a determinati cittadini o comunque erano atti di compravendita tra casati. Sono documenti preziosi che testimoniano quanto è millenaria la nostra storia, la nostra cultura e successivamente le tradizioni legate alle comunità del nostro entroterra»