La vicenda

Telefonò a comandante per aiutare meccanico di Imperia, ecco perché Scajola è indagato per minacce

Il sindaco si dice tranquillo: «Non sono preoccupato, perché non ho fatto alcuna minaccia»

Claudio Scajola

Imperia. Nel novembre del 2021, su richiesta degli uffici comunali, aveva dovuto chiudere la sua storica officina, operativa da più di 40 anni, nel novembre del 2021 perché nell’area in cui sorgeva in viale Matteotti, a Imperia, di proprietà delle Ferrovie dello Stato con le quali aveva un regolare contratto, stava per sorgere un rotonda destinata a regolamentare la viabilità nell’ambito della creazione della pista ciclabile.

Per questo il meccanico imperiese aveva deciso di acquistare, con i risparmi di una vita, un terreno a Caramagna, frazione di Imperia, per poter continuare a lavorare. Ma dopo aver iniziato a trasferirvi la struttura smontata della propria officina, le auto e alcuni container, e aver costruito un basamento in calcestruzzo, l’uomo aveva dovuto interrompere i lavori, nel giugno del 2022, a seguito di un blitz della polizia locale che gli contestava un abuso edilizio, con tanto di denuncia penale.

E’ in questa vicenda che entra in gioco il sindaco di Imperia Claudio Scajola, ora indagato dalla Procura della Repubblica per minaccia a pubblico ufficiale, che gli ha notificato l’avviso di chiusura delle indagini preliminari. 
Secondo l’accusa, Scajola avrebbe telefonato ad Aldo Bergaminelli, all’epoca dei fatti comandante della polizia locale (da qualche settimana trasferitosi a Roma), per dirgli di non effettuare un sopralluogo nel terreno di Caramagna. Una telefonata dai toni accesi, come confermato dallo stesso Scajola, che però dichiara: «Non ho minacciato nessuno».

Avendo saputo del blitz della Polmunicipale, infatti, il sindaco si è rivolto direttamente a Bergaminelli. «Fare il sindaco è complicato – ha dichiarato l’ex ministro – Ho cercato di fare del bene per quest’uomo, che stava vivendo una situazione difficile e che era stato obbligato dal Comune ad andare via dal luogo in cui svolgeva il suo modesto lavoro di meccanico, grazie al quale sostentava la sua famiglia».

«Gli uffici gli avevano consigliato un posto, ma non era una soluzione definitiva – aggiunge Claudio Scajola -. Lui aveva iniziato la pratica di sanatoria, quando vengo avvertito che c’erano subito andati gli agenti della polizia locale per una verifica e per contestare l’abuso edilizio. Ho chiamato il comandante dei vigili, dicendogli di non andare a fare controlli, perché c’era in corso la sanatoria. Ero molto irritato, anche perché a Imperia abbiamo un arretrato enorme di verifiche da effettuare sul territorio, senza bisogno di controllare subito quel poveretto, e non nascondo di aver usato toni forti, ma non ho fatto nessuna minaccia. Sono rammaricato e dispiaciuto dal sapere che un mio subalterno, perché c’è un rapporto funzionale, ha registrato la telefonata e ha fatto denuncia alla Procura della Repubblica. Ma non sono preoccupato, perché non ho fatto alcuna minaccia».

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