Tamila e Cedric, il progetto Cuori Ribelli salva altre due giovani vite
Iniziati gli interventi umanitari in ambito internazionale eseguiti dall’equipe del Gaslini. Entro la fine dell’anno possibili altre due operazioni
Sanremo. Non sono ancora passati sei mesi dai primi interventi salva vita praticati nell’ambito del progetto umanitario transfrontaliero “Cuori Ribelli” che l’equipe medica dell’ospedale Gaslini di Genova è già tornata in azione. Nelle scorse ore, gli specialisti del polo d’eccellenza per la cura delle malattie dell’infanzia hanno completato con successo il primo dei due interventi in programma questa settimana su altrettanti giovanissimi camerunensi, Tamila e Cedric, che sono stati inseriti, per ragioni di gravità delle proprie condizioni di salute, nel programma rivolto alla cura di cardiopatie congenite nei minori africani, portato avanti dalla onlus Una voce per Padre Pio.
«Grazie al contributo fondamentale di Regione Liguria nel 2022 erano stati operati due bambini. Pochi giorni fa un altro ragazzo ha potuto beneficiare di un intervento salva vita e la prossima settimana verrà trattata una seconda paziente. Oggi è una giornata particolarmente felice perché abbiamo anche ricevuto la notizia che per il 2023 ci sono ottime speranze di veder presi in carico altri due minori». Ad annunciarlo è il presidente onorario della onlus Una voce per Padre Pio Sergio Tommasini, in collegamento video dalla Costa d’Avorio -.
«Il progetto Cuori Ribelli nasce nel 2021 dall’intuizione di Enzo Palumbo, presidente della Ong, recentemente protagonista alla serata dedicata a Padre Pio di Pietralcina condotta da Mara Venier. Il progetto riguarda casi di cardiopatie importanti che richiedono interventi operatori salva vita. Queste sono le condizioni essenziali per poter attivare i corridoi umanitari, i cui fondi dedicati sono gestiti a livello regionale, – continua Tommasini -. Attualmente a livello nazionale sono stati gestiti 82 bambini tra operati e posizionati, ossia in attesa di partire verso precise destinazioni. Dalla Costa d’Avorio il progetto si è ampliato ad altri paesi come il Camerun e il Kosovo».
«Per capire come si articola questa operazione, e citare tutti gli attori coinvolti, partirei dall’esempio della Costa d’Avorio che mi vede direttamente coinvolto in qualità di presidente onorario della casa di accoglienza di Bonoua che oggi accoglie circa 70 bimbi da 0 a 13 anni, – prosegue il manager sanremese -. In primis sono avvenute le attività diagnostiche dell’equipe del professor Guido Oppido, cardiochirurgo Ospedali dei Colli a Napoli, che per primo venne in Costa d’Avorio per visitare tanti giovani. Diversi i casi che furono classificati come critici e inquadrabili nel progetto a valere sui fondi dei corridoi umanitari. Quindi l’ambasciata d’Italia in Costa D’avorio che ha dato il suo contributo per agevolare i visti consolari per espatriare temporaneamente madre e minore verso destinazioni italiane. Per questo ringrazio l’ambasciatore Arturo Luzzi ed il primo segretario Giovanni Fedele».
«A questo punto la Regione Liguria, grazie all’impegno del presidente Giovanni Toti e dell’assessore alla Sanità Angelo Gratarola, ha preso in carico i vari dossier. Il Gaslini, con il professor Francesco Santoro e il nuovo primario cardiochirurgo Guido Michielon hanno analizzato i casi e definito l’agenda degli interventi. L’associazione Fly The Angels ha agevolato i voli dal Paese africano fino alla destinazione italiana. L’associazione Band degli Orsi si è occupata nuovamente dell’accoglienza a Genova. Infine c’è tutta una parte di contributi privati che supportano l’organizzazione di questa straordinaria macchina umanitaria», – conclude Tommasini -.