Pieve di Teco, vietato giocare a pallone in piazza Borelli: «Possibili pericoli per l’incolumità pubblica e integrità di beni pubblici e privati»

8 giugno 2023 | 06:44
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Pieve di Teco, vietato giocare a pallone in piazza Borelli: «Possibili pericoli per l’incolumità pubblica e integrità di beni pubblici e privati»

La lettera di un papà: «Ordinanza va rispettata ma cerchiamo di apprezzare la gioia di vivere che hanno i giovani. Pieve è prima di tutto il paese che amiamo. Facciamolo amare anche ai nostri figli»

Pieve di Teco.  Vietato giocare a palla nella piazza dove si trovano le scuole a causa delle « lamentele da parte di cittadini che segnalano la pratica diffusa di ragazzi di utilizzare Piazza Borelli, quale luogo per lo svolgimento di giochi con il pallone, simili a partite di calcio nelle ore pomeridiane fino a tarda serata».

La ragione del divieto, si legge nell’ordinanza, è da ricercarsi non solo «dai pericoli per l’incolumità e la sicurezza di persone, per l’integrità del patrimonio pubblico e privato e disturbo alla quiete e al decoro pubblico» ma anche «ai danni che si sono verificati ultimamente ad arredi urbani nonché edifici pubblici. Pertanto- prosegue l’ordinanza- si è ritenuto di vietare l’utilizzo di tutta l’area di Piazza Borelli per il gioco del pallone in tutte le sue forme e modalità». Ma non solo il gioco del pallone è bannato, vietati inoltre «quei giochi collettivi o individuali, che mediante il lancio di oggetti, possono arrecare molestie, disturbo o mettere in pericolo l’incolumità delle persone, nonché danneggiamenti all’arredo urbano e agli edifici pubblici e privati». «Sono esclusi dal presente provvedimento i giochi dei bambini accompagnati dai genitori o da coloro che su di essi esercitino la vigilanza, con dei palloni che per peso e consistenza, sia oggettivamente inoffensivo e inidoneo a produrre danni a cose e/o persone». Ai trasgressori una multa che va dai 25 ai 500 euro.

Ma non è mancata la reazione dei genitori pievesi. «Assodato che un’ordinanza è sicuramente legittima e va rispettata – scrive  Massimo, un papà, in  una lettera al Sindaco – mi farebbe solo piacere puntualizzare alcuni aspetti che forse sfuggono a chi ha tanto spinto per arrivare a questo. Mi pare innegabile che non esistono al momento aree che il comune può mettere a disposizione dei ragazzini problema annoso per la comunità. E a tal proposito- prosegue- le farei notare che gli amministratori che hanno “promosso” tale azione sono gli stessi che da anni non hanno fatto nulla per risolvere la situazione magari perché troppo impegnati in progetti di più ampio respiro. Io penso che la ,mi passi il termine, “repressione” non sia certo un segnale di buona amministrazione l’imposizione senza dialogo, soprattutto nei confronti di bambini che hanno 12 anni o poco più non può che influire negativamente, cerchiamo di apprezzare la gioia di vivere che hanno i giovani senza fargli provare quei sentimenti di frustrazione che tanti adulti hanno e che riversano nelle proteste per una piazza chiassosa».

«Non mi fraintenda- conclude- il mio è esclusivamente un punto di vista condiviso da molti genitori che in questo paese non hanno investito solo in ristrutturazioni di immobili ma che ci hanno fatto dei figli e che sperano di costruire un futuro anche per loro Pieve è prima di tutto il paese che amiamo. Facciamolo amare anche ai nostri figli».