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Ospedale di Bordighera ai privati, il passaggio slitta a gennaio 2024: il punto con il dg di Asl1 Luca Stucchi

Ospedale unico, punto nascita a Sanremo, carenza di risorse umane e servizi offerti: la sanità nell'Imperiese a 360 gradi

Sanremo. «La situazione ad oggi è questa: l’ipotesi di lavoro, quando abbiamo firmato il contratto, era che tra ottobre e novembre ci fosse il passaggio della gestione dell’ospedale Saint Charles di Bordighera al gruppo Gvm. Poi, sia per una serie di ritardi, anche tecnici, sulle carte conseguenti alla firma del contratto, sia perché le risorse da trovare sono difficili, abbiamo deciso, anche per una comodità di bilancio, di farlo partire dal 1 gennaio del 2024».

Slitta dunque di qualche mese, rispetto a quanto annunciato il 9 febbraio scorso, giorno della firma del contratto di gestione dell’ospedale di Bordighera da parte del gruppo Gvm Care & Research, il passaggio dalla gestione pubblica a quella privata del Saint Charles. A confermarlo è il direttore generale di Asl1 imperiese, Luca Filippo Maria Stucchi, ospite dello studio di Riviera24.it a Sanremo.

Lo slittamento del cronoprogramma, però, non ha fermato i lavori all’interno del nosocomio. «La scorsa settimana abbiamo riaperto, dopo tre anni, il reparto di Medicina con trenta posti letto – sottolinea Stucchi – E’ stato faticoso, ma anche interessante vedere l’impegno di tutti, soprattutto dei nuovi infermieri e operatori socio sanitari (Oss) che siamo riusciti ad assumere a Bordighera per far partire questo reparto».

«Gli altri reparti – aggiunge il dg di Asl1 – Sono comunque condizionati dai lavori di ristrutturazione che Gvm sta facendo e che finiranno a fine settembre. Oltretutto Gvm ha deciso di fare un investimento maggiore rispetto a quanto era previsto nel contratto: oltre a una sala operatoria nuova, avremo anche cinque posti di terapia intensiva che non erano previsti, una risonanza nuova, l’O.b.i. (osservazione breve intensiva, ndr), un ingresso nuovo e una sala d’attesa diversa rispetto a quella di oggi, per dare a chi si reca in pronto soccorso un’accoglienza migliore, per cui sono sufficientemente soddisfatto».

Per quanto riguarda le prossime date di apertura dei reparti, il direttore generale Stucchi aggiunge: «L’ipotesi è quella di aprire tra ottobre e novembre i reparti di chirurgia e ortopedia; a dicembre convertire il punto di primo intervento in pronto soccorso e aprire la terapia intensiva, poi a gennaio il passaggio formale alla gestione del privato».

Sempre sull’ospedale Saint Charles, il giorno della sottoscrizione del contratto, il presidente del gruppo Gvm Care & Research Ettore Sansavini aveva dichiarato che il budget messo a disposizione per il pronto soccorso non fosse sufficiente per coprire le spese di gestione. Si è trovata una quadra? «La gara è stata fatta nel 2018 – risponde Stucchi – Quindi i valori sono riferiti a quell’anno. Essendo stata fatta una gara ed essendo stati definiti gli importi (quello del pronto soccorso è di circa 860mila euro), il budget non è toccabile. Il contratto è stato firmato ed è stato attuato con il budget esistente che vale complessivamente circa 15milioni di euro. Sono convinto che questa cifra, nella fase iniziale, servirà benissimo a far partire l’ospedale». Poi bisognerà ragionare a “step”: il primo obiettivo, dichiara il dg «è accreditare l’ospedale come Asl e poi passarlo alla gestione di Gvm. Il secondo step è che i privati, nel 2024, lo facciano funzionare a pieno regime».

Se volessimo scattare una fotografia dei servizi socio sanitari offerti in provincia di Imperia, quali sono le positività da evidenziare e quali le criticità da risolvere? «La positività principale – risponde Luca Filippo Maria Stucchi – E’ che siamo riusciti, anche se faticosamente, a far partire la prima Casa di Comunità di Regione Liguria,  a Bordighera, quindi a implementare un’attività territoriale. Abbiamo destinato quindici infermieri di comunità a quel territorio e abbiamo preso in carico circa 600 pazienti del distretto di Ventimiglia. Questo con una fatica notevole per la difficoltà di reperire risorse umane».

«Per quanto riguarda gli ospedali, la grande difficoltà è mantenere i servizi – aggiunge – Non tanto per un problema economico, ma appunto di reperimento delle risorse. Abbiamo chiesto, attraverso Regione Liguria al ministro alla Salute Orazio Schillaci di evidenziare questa zona come disagiata per quanto riguarda le risorse umane, nell’ultimo emendamento che è stato presentato,  ma siccome molti emendamenti simili erano stati chiesti in varie regioni, la decisione per adesso non è stata presa. Per cui ci troviamo, secondo me, con un sistema di acquisizione risorse vecchio e che non risponde alle emergenze, che non sono solamente liguri ma di tutta Italia, soprattutto nelle province più estreme rispetto ai grossi centri urbani».

Altro tema dolente è quello delle liste d’attesa. Un problema, quello dei tempi biblici per prenotare una visita, che affligge da tempo l’Imperiese e non solo. «Ho iniziato a lavorare in sanità nel 2002, con risorse molto diverse, sia economiche che umane, e già si parlava di tempi d’attesa – dichiara Stucchi -. Da una sono lunghi per una carenza di risorse, dall’altra anche perché, per anni, in Italia, non abbiamo fatto operazioni che valorizzassero il territorio e dunque la presa in carico di pazienti a livello territoriale. Molto spesso la lista d’attesa è un sintomo di un male maggiore: quello della non presa in carico dei pazienti cronici, perché le liste d’attesa per l’80 per cento sono formate proprio da questi pazienti. Prendendoli in carico si possono ridurre gli esami e soprattutto prevenire i ricoveri in pronto soccorso».

Punto nascite, si parla da tempo dello spostamento dall’ospedale di Imperia a quello di Sanremo. Accadrà mai? «Siamo in attesa che il piano socio sanitario regionale, che è stato inviato al Ministero, ritorni con le eventuali osservazioni che riguarderanno non solo i punti nascita, ma tutto il piano – risponde il direttore generale di Asl1 – Poi ci sarà la conferenza dei sindaci con l’assessore alla Sanità per la presentazione del piano. Una volta che sarà validato ufficialmente, affronteremo il tema dell’eventuale spostamento da Imperia a Sanremo. Oggi la nostra attenzione non è tanto su dove collocarlo, ma sul fatto di mantenerlo, perché con la carenza di risorse che abbiamo, ovviamente la difficoltà più grossa è mantenere i servizi. In questo momento lo manteniamo a Imperia fino a nuova decisione».

Ospedale unico di Taggia, ci sono novità? «L’iter continua – dichiara Stucchi -. Abbiamo finito i vari approfondimenti tecnici che ci ha chiesto la Regione sul territorio. Abbiamo inviato tutto in Regione, che ha fatto una valutazione positiva. Per cui ora spetta al sindaco di Taggia che a breve porterà in consiglio comunale la variante: nel frattempo i proprietari sono già stati avvisati. Si partirà, dunque, sia con l’aspetto progettuale, che stiamo già riprendendo in mano rispetto al progetto di qualche anno fa, sia sotto l’aspetto degli espropri. Per cui, l’iter è iniziato e sono convinto che non ci saranno particolari intoppi. Diciamo che abbiamo perso un po’ troppi anni per fare questa operazione». Per realizzare l’ospedale, tra progettazione, indizione e aggiudicazione della gara d’appalto e tempi di costruzione, serviranno almeno cinque o sei anni.

 

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