Le accuse

«Mi hanno detto che mia madre era in coma, poi con una flebo si è ripresa». Nuovi presunti maltrattamenti a Rsa Le Palme di Taggia

Violenze denunciate alla Guardia di Finanza

Vallecrosia. «Nulla è cambiato». A dichiararlo, a più riprese, è l’avvocato Maria Gioffrè, legale di sette famiglie che hanno altrettanti parenti ospiti nella Rsa Le Palme di Taggia, gestita dalla cooperativa genovese C.o.s.: struttura balzata agli onori della cronaca nel febbraio scorso, quando la Guardia di Finanza eseguì ventiquattro misure cautelari (su 32 indagati), di cui dieci arresti, nei confronti di altrettante persone, tutte accusate di maltrattamento e abbandono di anziani.

Nelle carte dell’indagine, diretta dalla Procura di Imperia, vengono ricostruiti presunti episodi di violenza compiuti dagli operatori socio sanitari (oss) e infermieri nei confronti degli anziani, in gran parte ultraottantenni, parzialmente o completamente non autosufficienti.

Non sono bastati i filmati diffusi dai media, in cui si vedono gli anziani malmenati, e neppure la pubblicazione di stralci dell’inchiesta, che portano alla luce violenze, minacce e insulti gratuiti nei confronti dei degenti. In cinque mesi, a detta dell’avvocato Gioffrè e di Lorella Gastaudo, figlia di una degente maltrattata, non è cambiato nulla. Anzi, in certi casi i comportamenti tenuti nei confronti degli ospiti sono anche peggiorati.

NUOVI EPISODI GRAVISSIMI

Si parla di anziani lasciati nudi e soli nei bagni anche per mezz’ora, prima di venire assistiti. Di degenti che non vengono cambiati, ma lasciati nel letto, bagnati dalle loro urine. «A un ospite, per farlo tacere – racconta la signora Gastaudo, portavoce di alcune famiglie – Hanno infilato in bocca i guanti sporchi utilizzati per pulirlo». Episodi agghiaccianti, e di inaudita violenza, attuati nei confronti di persone incapaci di difendersi, che sono stati già tutti denunciati alla Guardia di Finanza.

Non è facile, per una figlia, parlare di quello che la madre novantenne, da tempo malata, è costretta a subire: «Ma ho deciso di parlare, per tutelare anche gli altri anziani ricoverati, perché non debbano subire più», dice la donna, che sta per trasferire la propria madre in un’altra struttura. «Lo scorso venerdì mi hanno chiamata, per dirmi che la mamma si era aggravata – racconta ancora Gastaudo – Un’infermiera mi ha detto che era in coma, che lo si capiva dal naso assottigliato. Le hanno fatto una flebo di fisiologica, e mia madre si è ripresa». Impossibile, dunque, che l’anziana fosse entrata in coma: «Era soltanto disidratata, chissà da quanto tempo non le veniva dato da bere».

«Dopo la notifica dell’ordinanza contenente le misure cautelari – dichiara l’avvocato Maria Gioffrè – C’era stata una riunione con la dirigenza della Rsa. Ci erano  stati garantiti cambi di rotta da parte del presidente, come il libero accesso alla struttura, 24 ore su 24, da parte dei parenti degli ospiti, il monitoraggio serrato su tutti gli operatori chiamati ad intervenire all’interno della struttura, la massima collaborazione e trasparenza. Ad oggi, però, possiamo affermare che ogni promessa è stata disattesa. Non solo la Rsa Le Palme non ha mantenuto quanto promesso, ma anzi la situazione sotto molti punti di vista è addirittura peggiorata». Ringraziando la Guardia di Finanza e la Procura per l’egregio lavoro svolto fino ad ora, il legale ha chiesto maggiori controlli da parte dell’Asl1 imperiese, presso la quale la struttura è accreditata.

 

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