Imperia, Claudio Scajola indagato per minacce a comandante Polmunicipale: abuso edilizio era insanabile

29 giugno 2023 | 16:23
Share0
Imperia, Claudio Scajola indagato per minacce a comandante Polmunicipale: abuso edilizio era insanabile

Il sindaco telefonò all’allora comandante della polizia locale intimandogli di mandare via gli agenti

Imperia. L’abuso edilizio commesso dal meccanico costretto a trasferirsi in fretta e furia in un terreno di Caramagna, dopo lo spostamento della propria officina per la realizzazione della pista ciclopedonale a Imperia, era insanabile. Lo dichiarano fonti vicine agli inquirenti, che parlano di un intervento dovuto alla realizzazione di un manufatto in cemento armato in un terreno non edificabile.

A difendere il meccanico, in una telefonata dai toni accesi all’allora comandante della polizia locale Aldo Bergaminelli, era stato il sindaco di Imperia, Claudio Scajola. Appreso del blitz in corso, richiesto dalla Procura su segnalazione dei carabinieri forestali che contestavano l’abuso, il sindaco ha chiamato Bergaminelli: «Lo sa che è in corso una sanatoria? Lo sa?», chiede Scajola, nella telefonata all’ex comandante, che in quel momento, rivestendo il ruolo ufficiale giudiziario, non era soggetto all’autorità del primo cittadino. Quando Bergaminelli spiega di essere lì per contestare l’abuso edilizio a seguito di un esposto e su richiesta dei carabinieri, l’ex ministro si altera: «Li mandi fuori dai co…ni, questi vigili», intima al comandante, che avendo registrato l’intera conversazione, si reca in caserma per denunciare il sindaco.

I fatti. Il meccanico in questione, nel novembre del 2021, era stato costretto a chiudere la sua storica officina, operativa da più di 40 anni, perché nell’area di proprietà delle Ferrovie dello Stato in cui sorgeva in viale Matteotti, a Imperia, stava per sorgere un rotonda destinata a regolamentare la viabilità nell’ambito della creazione della pista ciclabile. Per questo il meccanico imperiese aveva deciso di acquistare un terreno a Caramagna, frazione di Imperia, per poter continuare a lavorare, in attesa di trovare una soluzione definitiva. Ma dopo aver iniziato a trasferirvi la struttura smontata della propria officina, le auto e alcuni container, e aver costruito un basamento in calcestruzzo di circa 500 metri quadrati, alto 22 centimetri, l’uomo aveva dovuto interrompere i lavori, nel giugno del 2022, a seguito di un blitz della polizia locale. E’ in questa vicenda che entra in gioco il sindaco di Imperia Claudio Scajola, ora indagato dalla Procura della Repubblica per minaccia a pubblico ufficiale, che nei giorni scorsi ha ricevuto l’avviso di chiusura delle indagini preliminari. Secondo l’accusa, Scajola avrebbe telefonato ad Aldo Bergaminelli, all’epoca dei fatti comandante della polizia locale (da qualche settimana trasferitosi a Roma), per dirgli di non effettuare un sopralluogo nel terreno di Caramagna. Una telefonata dai toni accesi, come confermato dallo stesso Scajola, che però dichiara: «Non ho minacciato nessuno».

Appresa la notizia delle indagini a suo carico, Scajola ha commentato: «Fare il sindaco è complicato. Ho cercato di fare del bene per quest’uomo, che stava vivendo una situazione difficile e che era stato obbligato dal Comune ad andare via dal luogo in cui svolgeva il suo modesto lavoro di meccanico, grazie al quale sostentava la sua famiglia».

«Gli uffici gli avevano consigliato un posto, ma non era una soluzione definitiva – aggiunge Claudio Scajola -. Lui aveva iniziato la pratica di sanatoria, quando vengo avvertito che c’erano subito andati gli agenti della polizia locale per una verifica e per contestare l’abuso edilizio. Ho chiamato il comandante dei vigili, dicendogli di non andare a fare controlli, perché c’era in corso la sanatoria. Ero molto irritato, anche perché a Imperia abbiamo un arretrato enorme di verifiche da effettuare sul territorio, senza bisogno di controllare subito quel poveretto, e non nascondo di aver usato toni forti, ma non ho fatto nessuna minaccia. Sono rammaricato e dispiaciuto dal sapere che un mio subalterno, perché c’è un rapporto funzionale, ha registrato la telefonata e ha fatto denuncia alla Procura della Repubblica. Ma non sono preoccupato, perché non ho fatto alcuna minaccia».

Nei giorni successivi alla notizia dell’indagine a suo carico, lo stesso Scajola ha voluto mandare un messaggio di ringraziamento «a tutte le persone che in questi giorni hanno voluto manifestarmi solidarietà e vicinanza per quanto accaduto. Mi rincuora sapere di vivere in una città con persone in grado di cogliere nelle vicende l’aspetto più umano e profondo, di guardare ai fatti con mente fredda e soprattutto cuore caldo. Qualcuno – ahimè – non ha invece perso occasione di mostrarsi in grado di vedere solo il male. Pazienza… Evviva i cittadini che guardano all’anima delle persone». Nello stesso messaggio, pubblicato sui social, il sindaco ha aggiunto che continuerà ogni giorno a «mettere tutto me stesso al servizio della nostra comunità, soprattutto dei più deboli, che troveranno in me sempre ascolto e sostegno». Per l’accusa, però, le cose sono molto diverse: realizzare un basamento di notevoli dimensioni, in calcestruzzo, in un’area non edificabile, non può considerarsi una “soluzione provvisoria” per la quale si sarebbe anche potuto chiudere un occhio.