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Gli alunni di quinta della scuola Rubino di Sanremo incontrano le volontarie di P.e.n.e.l.o.p.e.

3 giugno 2023 | 08:30
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Gli alunni di quinta della scuola Rubino di Sanremo incontrano le volontarie di P.e.n.e.l.o.p.e.
Gli alunni di quinta della scuola Rubino di Sanremo incontrano le volontarie di P.e.n.e.l.o.p.e.
Gli alunni di quinta della scuola Rubino di Sanremo incontrano le volontarie di P.e.n.e.l.o.p.e.
Gli alunni di quinta della scuola Rubino di Sanremo incontrano le volontarie di P.e.n.e.l.o.p.e.

Hanno raccontato una fiaba, con l’utilizzo di strategie ludiche, per indurre i bambini a soffermarsi sui condizionamenti che gli stereotipi di genere producono nella vita di tutti noi

Sanremo. A fine maggio, alla scuola primaria A. Rubino, la classe quinta ha avuto la possibilità di incontrare Pia Orsini, Laura Mingione e Daniela Lorenzi, rispettivamente Socie Fondatrici e Presidente di P.E.N.E.L.O.P.E. (Gruppo Donne del Ponente per le Pari Opportunità).

Occorre premettere, per comprendere lo scopo dell’incontro, che nel periodo del confinamento il gruppo non è rimasto inoperativo, ma Pia ha ideato un racconto che è stato interpretato da Laura nella veste di Genoveffa (sorellastra di Cenerentola), con la collaborazione nella parte finale di Mamadou (Samba nel video) e di due bambini. Sulla base del lavoro svolto è stato realizzato un video, con le riprese e il montaggio di Riccardo Di Gerlando.

La visione del video, avvenuta prima dell’incontro, è stata la premessa per consentire a Pia, Laura e Daniela di riflettere insieme alle bambine e ai bambini sugli stereotipi di genere più frequenti nelle fiabe e nella vita reale; questo è potuto avvenire grazie alla loro disponibilità a compiere approfondimenti sulla fiaba, con l’utilizzo di strategie ludiche, per indurre le alunne e gli alunni a soffermarsi sui condizionamenti che gli stereotipi di genere producono nella vita di tutti noi.

Nella realizzazione del video c’è stata la collaborazione tra P.E.N.E.L.O.P.E. Gruppo Donne del Ponente per le Pari Opportunità e l’Associazione Scuola di Pace di Ventimiglia. Nella seconda parte dell’incontro sono state presentate due donne importanti del Ponente Ligure: Eva Mameli Calvino, la prima donna a conseguire la libera docenza in botanica presso un’università italiana, e Lidia Poët, la prima donna a entrare nell’Ordine degli avvocati in Italia.

La classe, dopo aver conosciuto la narratrice del video e la protagonista Genoveffa, ha espresso il vivo desiderio di conoscere anche Samba, il ragazzo che recita nella parte finale. Bambine e bambini sono rimasti affascinati dalla sua simpatia e dalla sua abilità ed eleganza nel danzare.

Entro la fine della scuola la speranza manifestata diventerà realtà: Samba, ovvero Mamadou, incontrerà la classe quinta. Prima di questa attività sugli stereotipi e sulla parità di genere, alunne e alunni hanno lavorato “sul non avere paura di chi ci minaccia, della mafia, e sulla necessità di lottare, perché se non ci impegniamo per un futuro migliore, nulla cambierà, e nel Mondo ci saranno sempre due leggi, una buona e una cattiva”.

Il lavoro è stato svolto leggendo in classe due libri:
• “Per questo mi chiamo Giovanni” di Luigi Garlando, pubblicato da Rizzoli nel 2004;
• “Papere contro la mafia” di Antonio Ferrara, pubblicato nel 2022 da Interlinea, a 30 anni dalla strage di Capaci.

“Gli uomini non piangono, mio figlio l’ho educato così da piccolissimo“. (pag. 19 del libro “Per questo mi chiamo Giovanni” di L. Garlando). La frase “Gli uomini non piangono, mio figlio l’ho educato così da piccolissimo“, pronunciata spesso da Luisa Bentivegna, madre di Giovanni Falcone, ha costituito il ponte di collegamento tra il Lavoro sulla legalità e il Progetto di P.E.N.E.L.O.P.E. sugli stereotipi di genere e sui condizionamenti che essi producono nella vita quotidiana.

“Ringraziamo P.E.N.E.L.O.P.E. Gruppo Donne del Ponente per le Pari Opportunità e l’Associazione Scuola di Pace di Ventimiglia per l’ideazione e la realizzazione del video. Ringraziamo Daniela, Laura e Pia per la disponibilità a intervenire nelle scuole, contribuendo con i progetti proposti ad educare all’affettività e alle differenze di genere”.