Economia ligure, dati confortanti, si ritorna ai livelli prepandemici
In provincia di Imperia boom per turisti stranieri
Imperia. Aumento degli occupati, turismo e del settore delle costruzioni. L’economia ligure ha retto al fuoco incrociato del post pandemia in concomitanza allo scoppio della guerra in Ucraina e i dati, confortanti, ritornano ai livelli prepandemici del 2019. Gli occupati in aumento (3,6%), che tornano su livelli superiori a quelli pre-pandemici e il tasso di disoccupazione cala (al 7%)
«Quando Banca d’Italia ha avviato il processo di ristrutturazione della rete che ha portato alla chiusura delle diverse filiali sul territorio -spiega Daniela Palumbo direttrice della sede di Genova della Baca d’Italia- abbiamo assunto l’impegno di mantenere continuità di rapporto con le comunità locali attraverso questi momenti di diffusione dell’informazione economica e la scelta di Imperia è stato un modo di essere vicini alla comunità. A livello regionale quest’anno l’economia ha retto, c’è stata una buona capacità di reazione perché comunque c’è stata crescita economica anche se più contenuta rispetto al passato e in maniera differenziata per settore ma un settore che per esempio è andato molto bene anche in provincia di Imperia, è il turismo. In termini di presenze Imperia si è posizionata sugli stessi livelli pre-pandemia e anche per quanto riguarda le costruzioni è stato un altro settore che ha trainato l’economia. Le prospettive a brevissimo termine sono incerte perché viviamo un momento di grande incertezza legato all’evoluzione del quadro geopolitico, all’andamento dell’inflazione che è sì in discesa ma continua ad essere ancora elevata. Però per un futuro a medio e lungo termine possiamo guardare con ottimismo ad alcune opportunità che ci vengono dallo sfruttamento delle risorse assegnate dal PNRR dove alla Liguria sono stati assegnati 4,9 miliardi di euro comprensivi anche del Piano Complementare però sono oltre il 4% delle somme destinate al Paese».
Nel 2022 l’attività economica in Liguria ha continuato a espandersi, seppur rallentando progressivamente, con andamenti differenziati tra i principali settori. Secondo l’indicatore trimestrale dell’economia regionale (ITER) elaborato dalla Banca d’Italia, nell’anno il prodotto ligure sarebbe cresciuto del 3,7 per cento, seguendo una dinamica analoga a quella nazionale. Le prospettive per i prossimi mesi si connotano ancora per significativi margini di incertezza legati soprattutto all’evoluzione del contesto geopolitico e dell’inflazione. Nell’industria in senso stretto la produzione ha decelerato, fino a stabilizzarsi: le ore lavorate sono risultate sostanzialmente invariate rispetto all’anno precedente. Nonostante il significativo incremento del fatturato dovuto alla revisione al rialzo dei listini, le vendite in termini reali sono aumentate in misura contenuta (circa il 3 per cento); la spesa per investimenti si è ridotta di oltre il 14 per cento. L’attività nel settore edile ha beneficiato della prosecuzione dei lavori relativi alle principali opere infrastrutturali e delle agevolazioni fiscali connesse con gli interventi di ristrutturazione edilizia: le ore lavorate dichiarate alle Casse edili sono salite di quasi il 18 per cento rispetto all’anno precedente1.
Nel terziario, i flussi turistici sono cresciuti significativamente (del 31,7 per cento), soprattutto nella componente di provenienza estera (di oltre il 70 per cento). Nel complesso, i pernottamenti si sono portati su livelli leggermente superiori a quelli precedenti la pandemia2; i passeggeri in tran- sito nei porti liguri sono quasi raddoppiati. I traffici mercantili marittimi sono aumentati del 3,6 per cento, pur decelerando progressivamente per effetto del rallentamento del commercio internazionale; la componente containerizzata si è ridotta lievemente (-2,3 per cento), ma il calo è stato inferiore a quello mediamente registrato nei principali porti europei. Le transazioni immobiliari hanno continuato a crescere, seppure in misura meno intensa, sia nel segmento abitativo sia in quello non residenziale (rispettivamente 5,6 e 4 per cento). Nonostante i significativi rincari degli input produttivi, in particolare di quelli energetici, la redditività aziendale è stata sostenuta dall’incremento dei prezzi di vendita: oltre i quattro quinti delle imprese liguri hanno conseguito un risultato economico positivo. In un contesto caratterizzato da un significativo rialzo dei tassi di interesse, il fabbisogno finanziario è stato soddisfatto utilizzando anche l’abbondante liquidità precedentemente accumulata, rimasta comunque su livelli molto elevati nel confronto storico.
«Dopo il blocco del covid- spiega Enrico Lupi– dell’anno 2020 vi è stato un grosso rimbalzo nel 2021 di crescita delle imprese e del pil, un po’ meno nel 2022 ma il trend è assolutamente positivo. Abbiamo un’economia molto vivace sul nostro territorio poiché determinato dal terziario e dalle costruzioni e quindi capacità reattiva molto forte e la prospettiva di crescita, se non ci sono disastri internazionali, il problema guerra pesa parecchio, però possiamo essere ottimisti per il futuro».
Sull’andamento dell’attività nel 2023 incidono fattori di rischio rappresentati dall’incertezza del quadro geopolitico, rincari degli input e andamento dell’inflazione ma anche esposizione di famiglie e imprese al rialzo dei tassi di interesse. A giocare un ruolo importante per la ripresa sono i fondi del PNRR e PNC e un nuovo ciclo di programmazione delle politiche di coesione 2021-27.
Lo studio della Banca d’Italia per quanto riguarda le previsioni per le industrie sottolineano una cautela nelle vendite mentre i problemi di approvvigionamento di beni intermedi sono in corso di risoluzione. Tra le strategie adottate per farvi fronte prevalgono l’aumento dei prezzi di vendita e la riduzione dei margini di profitto.
«Nella media del 2022 il prezzo di acquisto dei beni intermedi per le imprese manifatturiere liguri è aumentato del 14,9 per cento rispetto all’anno precedente e stimiamo che il margine operativo lordo (MOL) rapportato al valore della produzione sia diminuito di 1,4 punti percentuali».
«A dicembre 2022- secondo il report- in Liguria l’inflazione sui dodici mesi è risultata pari al 13,6 per cento, un valore più alto rispetto alla media nazionale di 2 punti percentuali e tale divario riflette la particolare composizione del paniere di consumo in regione».