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Combine al Casinò di Sanremo, ecco come agiva l’associazione di truffatori al Punto e Banco

14 giugno 2023 | 17:17
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Combine al Casinò di Sanremo, ecco come agiva l’associazione di truffatori al Punto e Banco
Combine al Casinò di Sanremo, ecco come agiva l’associazione di truffatori al Punto e Banco
Combine al Casinò di Sanremo, ecco come agiva l’associazione di truffatori al Punto e Banco

Il ruolo dei dieci indagati

Sanremo. Una vera e propria «associazione per delinquere», quella formata dalle dieci persone colpite ieri da misure cautelari, volta a truffare il Casinò di Sanremo. Così la definiscono gli inquirenti che hanno ricostruito il metodo utilizzato da un ex dipendente della casa da gioco, il cartaio Luigi Carbone, detto Silvio, e da nove giocatori, quasi tutti residenti in provincia di Torino.

Truffe che venivano compiute, si legge nelle carte dell’inchiesta, «attraverso l’alterazione del dorso delle carte da gioco aventi i valori 6,7,8 e 9, che venivano sottratte alla casa da gioco dal cartaio Carbone che le consegnava ai sodali per le successive alterazioni e, successivamente, le reintroduceva alterate nel Casinò di Sanremo». Per ciascun mazzo truccato introdotto, Carbone guadagnava importi di denaro variabili «ma, comunque, almeno 300 euro per volta».

E’ quanto si legge nella misura cautelare, a firma del gip Paolo Luppi di Imperia, nei confronti degli appartenenti alla presunta associazione per delinquere finalizzata alla truffa, al peculato e alla corruzione.

A capo dell’associazione c’era Francesco Ricotta «Il quale ne determinava la nascita e, detenendo il potere decisionale, agiva quale coordinatore e referente primario per tutti i sodali – si legge negli atti – Nell’illecita attività di truffa ai danni del Casinò di Sanremo, pianificando le condotte strumentali all’attuazione del programma criminoso». E ancora «Impartendo le direttive per il gioco del Punto e Banco, mutando le strategie e la tipologia di artifici e raggiri posti in essere per commettere le truffe ai danni del Casinò di Sanremo». Sempre Ricotta, secondo gli inquirenti, «Decideva le quote di partecipazione degli associati agli utili e alle perdite derivanti dal gioco del Punto e Banco, decidendo di quali giocatori-associati servirsi per commettere le truffe» ed era anche l’unico interlocutore del cartaio.

Al cartaio Luigi Carbone gli inquirenti contestano non solo la consegna dei mazzi all’organizzazione affinché venissero alterati, ma anche la manomissione delle fascette «a protezione dei mazzi di carte, apponendo quelle a firma di (…) sui mazzi alterati, e nel falsificare le firme del collega cartaio (…) per eludere i controlli della casa da gioco e per consentire agli associati di continuare ad ottenere vincite in modo illecito». Carbone infatti era venuto a conoscenza di una indagine interna della casa da gioco, e per evitare di essere scoperto utilizzava la firma del collega cartaio.

Secondo gli inquirenti, i giocatori Emilio D’Eliso, Raffaele Leonardo Ferri e Luciano Rossi «contribuivano attivamente, effettuando le giocate al tavolo del Punto e Banco del Casinò di Sanremo con le risorse che gli venivano fornite da Ricotta, e in particolare effettuando maggiori puntate in caso di riscontrata alterazione delle carte da gioco con conseguente conseguimento di vincite illecite che successivamente venivano suddivise tra gli associati».

Stessa procedura per Michele Rubino, che viene considerato il «consigliere di Ricotta», colui che si impegnava «nella ricerca di nuovi giocatori». 
Anche Luigi Betti e Antonio Del Core effettuavano giocate «con le risorse che gli venivano fornite da Ricotta» e «collaborando attivamente all’alterazione delle carte da gioco del Casinò di Sanremo» in data 29 e 30 giugno 2022.

Spettava poi a Franco De Matteis il compito di «remunerare il cartaio Carbone, attraverso bonifici bancari».
Il compito di Amirul Islam era, invece, quello di effettuare il cambio delle fiches con il denaro contante «per la quota spettante a Ricotta Francesco e per conto di quest’ultimo stante l’inibizione all’ingresso di quest’ultimo nella casa da gioco e ha controllare le puntate e le modalità di gioco di Del Core al tavolo del Punto e Banco per conto di Ricotta Francesco, per poi riferirgli il relativo andamento».

MAZZI TRUCCATI. I mazzi di carte venivano truccati «mediante la cancellazione di una piccola porzione di inchiostro della parte inferiore dei rombi contenente la sigla ‘CM Sanremo’».

LE VINCITE. Stando a quanto ricostruito dagli inquirenti, soltanto nella giornata del 5 giugno 2022, due dei giocatori indagati avrebbero vinto illecitamente, in totale, 13.160,00 euro. Qualche giorno dopo, il 16 giugno, tre giocatori erano riusciti a portare a casa 31.295,00 euro; mentre il 17 luglio gli stessi avevano vinto 33.615,00 euro. E non è tutto: una cifra ancora superiore è quella racimolata il 6 agosto, quando la vincita raggiunge addirittura i 43.320,00 euro. La presunta truffa, in totale, avrebbe fruttato agli indagati oltre 300mila euro. 

NOMI NOTI. Per Raffaele Leonardo FerriLuciano Rossi e Michele Rubino si parla di reato recidivo reiterato specifico. I loro nomi, dunque, non erano nuovi agli inquirenti.

I PRIMI SOSPETTI. La segnalazione di situazioni irregolari e sospette al Casinò di Sanremo avviene a partire dall’inizio del 2022, quando a causa delle ingenti perdite registrate nel gioco del Punto e Banco, la casa da gioco adotta alcune procedure amministrative per contrastare il fenomeno, tra cui l’emissione di provvedimenti di divieto per alcuni clienti sospettati di giocare in accordo tra loro per superare i limiti massimi di puntata. Tra questi c’è anche Francesco Ricotta, a cui l’ingresso al Casinò viene vietato il 19 gennaio del 2022.

Tuttavia, malgrado le contromisure, dall’inizio del 2022 fino al 14 maggio, si accerta una perdita di circa 158mila euro al Punto e Banco, 100mila euro dei quali soltanto tra il primo maggio e il 13 maggio. 
Ed è proprio in questa data che un capo tavolo segnala a un ispettore amministrativo l’anomalo comportamento del giocatore Emilio D’Eliso, che all’apertura del Punto e Banco cerca posto vicino al contenitore da cui il croupier estraeva le carte. Sempre il 13 maggio, alla chiusura del tavolo (con una perdita di 20mila euro), il personale della casa da gioco procede al controllo dei mazzi di carte utilizzati, riscontrando che gli spigoli interni di tutti i rombi contenenti la dicitura ‘CM Sanremo’ delle carte con valore 6,7,8, e 9 di tutti i semi, «erano leggermente più chiari, in quanto mancanti di una piccola porzione di inchiostro».

Il 14 maggio 2022, il Casinò decide di utilizzare carte dal dorso nero «colore che sino a quel momento non era mai stato oggetto di alterazione» e a seguito del controllo le carte non risultavano alterate e il tavolo del Punto e Banco chiudeva con una vincita di 31.270,00 euro.

IL CODICE. A partire dal mese di giugno del 2022, viene autorizzata l’acquisizione dei tabulati telefonici degli indagati. Dall’esame delle conversazioni, gli investigatori accertano l’utilizzo di un “codice” utilizzato dai giocatori per «celare il reale contenuto delle comunicazioni». Si scoprono così, riferimenti agli stabilimenti balneari: ad esempio, il tavolo da gioco viene chiamato “spiaggia”; il termine “sdraio” indica le carte, mentre il “bagnino” è il cartaio. Riferimenti anche ad auto di lusso come la “Ferrari nera/rossa” per indicare il dorso colorato dei mazzi di carte; “parcheggio” o “garage” per l’armadio di interscambio in cui venivano prelevati i mazzi per la missione ai tavoli da gioco.

LA MINACCIA DELLO SCANDALO. Dalle intercettazioni telefoniche si evince che la presunta truffa andava avanti ormai da parecchio tempo, come emerge da una telefonata, avvenuta il 10 luglio 2022, tra Francesco Ricotta e Michele Rubino.  «Anche se hanno qualche sospetto e hanno beccato il punto, perché può darsi che l’hanno beccato dopo due anni, gli ho detto è normale», afferma Ricotta.

Nella misura cautelare, gli inquirenti spiegano che «nella conversazione appena riportata, Ricotta, convinto che il Casinò di Sanremo, resosi conto dell’avvenuta alterazione delle carte da gioco, avesse omesso di rendere pubblica la vicenda al fine di non creare scandali in vista delle (allora) imminenti elezioni cittadine. Parlando con Rubino, confidava nella volontà della Casa da gioco di tenere celata la vicenda, paventando possibili ritorsioni nei confronti del Cda del Casinò, del sindaco del Comune di Sanremo, e di altre istituzioni in vista delle future elezioni, minacciando di rendere noto l’accaduto, salvo accordi transattivi, al limite dell’estorsione». Ricotta, infatti, dice Rubino: «Cioè la cosa la posso comandare anche io eh, gli dico ok spostate.. volete sapere i fatti… a occhio e occhio, guarda i fatti sono questi… allora dimmi tu se devo distribuire sta cosa e siete tutti a casa a spasso e con la corruzione gli dico, o lasciate le cose come stanno, io c’ho sempre…quello lo tengo sempre riservato, perché tu ricordati, anche che eri (inc), allora sei stato (inc)… tu sì sono stato io, e tu due anni dove avevi, dove avevi gli occhi due anni, dove avevate tutti gli occhi due anni…cioè quella me la posso giocare una carta a tu per tu … una carta per mettermeli sotto…».