Il confronto

Ventimiglia Progressista in biblioteca per parlare di ambiente. «Ecco perché è necessaria l’educazione ambientale»

Incontro all'Aprosiana dal titolo "Ventimiglia - La città che vogliamo!"

Ventimiglia. Progredire, accettando i cambiamenti che la natura impone. Salvaguardare l’ambiente, puntando sulle peculiarità del territorio senza deturparlo, anzi tentando un’inversione di rotta rispetto a quanto fatto negli anni della cementificazione selvaggia. Sono gli argomenti di cui si è discusso, nel pomeriggio, nella sala della biblioteca Aprosiana di piazza Bassi, nella città di confine, in un incontro-dibattito, dal titolo “Ventimiglia – La città che vogliamo!”, organizzato dalla lista Ventimiglia Progressista, che appoggia la candidatura a sindaca dell’avvocato Maria Spinosi.

Relatori dell’incontro, Fabio Balocco, scrittore e blogger de “Il fatto quotidiano” e Rudy Valfiorito di Europa Verde, ambientalista e candidato alla carica di consigliere comunale in Ventimiglia Progressista. A condurre l’evento è stato Giuseppe Famà (Sinistra Italiana), ex segretario della Camera del Lavoro – Cgil di Ventimiglia.

Mentre Balocco, nel suo intervento, ha fatto una panoramica della situazione ambientale a livello italiano, Valfiorito si è concentrato sull’aspetto locale del tema, e sulle ricadute che cambiamenti climatici e condotte errate dell’uomo hanno portato nel territorio intemelio.

Si è trattato, come ha spiegato Famà, «di un momento di riflessione per tutti i cittadini di Ventimiglia, in vista delle prossime elezioni che sono, anche, occasione per riflettere, per pensare a come vorremmo che fosse la città».

«La Liguria ha avuto uno sviluppo indiscriminato dell’edilizia – ha detto Fabio Balocco, autore, tra l’altro, di “Mare privato”, libro che tratta il tema dei porti turistici – E’ vero che non si costruisce più come negli anni Sessanta, Settanta e Ottanta, ma la cementificazione continua quando si parla di grandi opere». Tra queste, ad esempio, l’ambientalista ha citato la nuova linea ad alta velocità Salerno – Reggio Calabria che «distruggerà completamente la Calabria. Lo dico da tempo: le cosiddette opere pubbliche sono pubbliche come danni, ma sono private come guadagni».

«Il sud Italia si sta desertificando – ha aggiunto. Balocco – Tanto che stanno cambiando le colture, vengono piantate colture nord africane perché queste riescono ad adattarsi. E’ notizia di questi giorni, che nel sud della Francia, in Provenza, è stata emessa un’ordinanza per la quale nove Comuni devono bloccare le costruzioni, anche quelle che hanno già ottenuto le concessioni. Il motivo? Non si riesce più a garantire l’approvvigionamento idrico. Pensare di costruire è da imbecilli, anzi da criminali».

Tra i problemi emersi, quello più cogente, sembra essere anche il più facilmente risolvibile: far conoscere ai ventimigliesi l’immensa ricchezza del loro territorio. «Abbiamo ricchezze immense, che non sono mai state considerate né valorizzate – ha dichiarato Valfiorito -. Il territorio di Ventimiglia è ricchissimo di siti di grande valore naturalistico, partendo da quelli compresi nella rete Natura 2000, progetto che si estende in tutta Europa a tutela delle biodiversità e degli ecosistemi». Un patrimonio inestimabile, ma anche fragile, che offre gratuitamente una qualità della vita invidiabile, in termine di qualità dell’aria e dell’acqua, a tutti i cittadini.

A Ventimiglia, ad esempio, ci sono cinque zone speciali di conservazione terrestri e una marina. Ma ad esserne a conoscenza sono ancora in pochi. «C’è tutta l’area che comprende il monte Grammondo e le sue pendici – spiega Valfiorito – Con le zone boscose fondamentali per il clima di quest’area e le riserve d’acqua. C’è il fiume Roja, il torrente Nervia, che sono zone protette. Ci sono le Rocche di Roverino e i fondali di Capo Mortola. Ambienti molto diversi in un territorio particolarmente ristretto: una ricchezza incredibile e unica, tra le più ricche di tutto il continente, ma che non è sfruttata dal punto di vista turistico, nonostante possa diventare un’attrattiva eccellente, e neanche dal punto di vista della ricerca di contributi di cui queste aree potrebbero fruire». «Da quanto queste aree sono state istituite – conclude l’ambientalista – Non è stato fatto mai alcun progetto perché le amministrazioni non hanno competenze e non si affidano a esperti per reperire capaci di fruire di questi finanziamenti. Anzi, troppo spesso, questa aree sono state bollate come intoppi ad altri progetti di cementificazione.
Su questo incide molto l’ingnoranza che c’è, non solo delle amministrazioni, ma anche della popolazione in generale, perché nessuno sa di queste aree e dei benefici che portano. Per questo, credo sia fondamentale puntare sull’educazione ambientale dei giovani».