Svezzamento del neonato, quando si può iniziare e quali cibi utilizzare?

15 maggio 2023 | 12:14
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Svezzamento del neonato, quando si può iniziare e quali cibi utilizzare?

Ecco i consigli dei professionisti dell’ambulatorio sanremese Fisiomed

Sanremo. Dopo i primi sei mesi di allattamento, in cui l’alimentazione del neonato è a base esclusivamente di latte, arriva il momento di introdurre anche altri alimenti e passare ai cibi solidi. Parliamo dello svezzamento, la fase in cui il bambino inizia a conoscere il “cibo dei grandi” che può deglutire, afferrare con le mani e portare autonomamente alla bocca mentre è seduto sul seggiolone.

In questa importantissima fase, l’Organizzazione Mondiale della Sanità consiglia comunque di proseguire con l’allattamento almeno fino al primo anno di vita del bambino con la possibilità di proseguire anche oltre a seconda della volontà della mamma e del piccolo. L’allattamento può essere eseguito sia con latte artificiale che con latte materno, quest’ultimo da preferirsi per via della sua qualità nutrizionale più alta, in tutte le sue fasi di composizione, partendo dal colostro; tra i benefici troviamo un minor rischio di sovra-alimentazione, favorisce inoltre un corretto sviluppo mandibolare e dentale, il latte umano è più digeribile rispetto alla caseina vaccina, il ferro è maggiormente biodisponibile, infine stimola i muscoli facciali in modo maggiore rispetto ai bimbi che utilizzano biberon.

Quali cibi è meglio utilizzare nella fase dello svezzamento? Sono diverse le possibilità: si può somministrazione la classica “pappa”, alimenti cremosi fatti in casa oppure scegliere la strada dell’autosvezzamento, ricordando sempre di non prolungare eccessivamente l’uso di alimenti con una consistenza liquida o cremosa poché non consentono al bambino di sviluppare la masticazione che non è una funzione innata, ma viene appresa solamente tramite l’esperienza ed è fondamentale per lo sviluppo dei muscoli che serviranno per articolare le parole. Durante la masticazione è importante che un adulto sorvegli il bambino mentre sperimenta cibi dalle forme e dalle consistenze più disparate.

Per iniziare lo svezzamento, una fase fondamentale per permettere ai muscoli e alle ossa del viso di svilupparsi adeguatamente e di imparare a svolgere bene le altre funzioni orali tra cui il parlare, è necessario osservare attentamente il bambino e i segnali che ci invia per capire se è arrivato il momento giusto. Quando un bambino è in grado di stare seduto su un seggiolone (ha dunque un buon controllo del tronco e del capo) e prova interesse nei confronti del cibo, può iniziare a sperimentare la masticazione, sotto sorveglianza di un adulto, di cibi dalle forme e dalle consistenze scelte secondo criteri di sicurezza. L’inserimento di alimenti andrà fatto in modo graduale, confrontandosi con il medico pediatra.

Intorno ai 4-5 mesi di vita del bambino possiamo valutare l’affiancamento con pappe di frutta naturale o di cereali senza glutine. Superati i 6 mesi di età si possono valutare gli inserimenti di purè di verdure con proteine animali come pollo o vitello, minestrine in brodo vegetale con olio e parmigiano, pastina, carne liofilizzata o omogeneizzata e frutta. Fra i 7 e gli 8 mesi si possono inserire pappe con cereali con glutine, orzo, frumento, segale e avena. Tipicamente, fra i 10 e i 12 mesi, si possono inserire piccole porzioni di frutta a pezzetti, yogurt con gallette, verdura a pezzetti, pesce e carne a pezzetti, piccolissime quantità di legumi.

Gli schemi di svezzamento utilizzati in Italia e suggeriti dai pediatri possono essere fra loro molto differenti, in quanto le realtà locali, le abitudini alimentari e la reperibilità di alcuni alimenti vanno a influenzare scelte pratiche e consigli.

In questo percorso può essere di aiuto la figura del biologo nutrizionista, insieme a quella del logopedista che aiuta e accompagna il genitore in questo percorso di maturità nutrizionale del bimbo, sempre in stretto rapporto con la supervisione del pediatra, con l’obiettivo di favorire un coretto approccio e sviluppo del bimbo stesso.

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