Pieve di Teco, la storia in strada, raduno di auto d’epoca nel borgo medioevale

21 maggio 2023 | 12:24
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Walter Settembrino, presidente Cave: «Un modo per fa conoscere l’entroterra ai soci del club»

Pieve di Teco. È arrivato da Torino con un Lancia Appia prima serie del 1954 il signor Alberto  per partecipare al primo giro della Valle Arroscia di auto d’epoca. Acquistata nei primi anni duemila è la vettura più antica presente all’incontro di appassionati che si è tenuto questa mattina a Pieve di Teco. Molte le macchine d’epoca iscritte, un modo per «fa conoscere l’entroterra ai soci del club» dichiara Walter Settembrino, presidente del Cave (club amatori veicoli d’epoca).

La pioggia non ha fermato gli amatori delle auto antiche che si sono incontrati in piazza Carenzi dove poi hanno iniziato la sfilata per la via principale del paese con i portici del 1400 cornice perfetta per la manifestazione.

«Siamo riusciti ad organizzare questo raduno a Pieve di Teco, era già da un po’ di tempo che ne parlavamo con il Comune- spiega Walter Settembrino– avevamo tantissime richieste. Il ritrovo è qui davanti all’Albergo dell’Angelo, storico hotel del paese e che quindi si sposa benissimo con le nostre macchine e passioni. Una volta finite le iscrizioni ci dirigiamo verso Vendone in provincia di Savona e dopo ritorneremo a Pieve di Teco per mangiare. Volevamo portate i nostri soci in questa Valle che negli anni precedenti abbiamo un po’ tralasciato rimanendo un po’ di più sulla costa. La partecipazione è aperta ad auto e motoCome primo raduno dell’anno non abbiamo volute limitare in anni e modelli a nessun tipo di vettura e abbiamo lasciato che tutti venissero con il mezzo che volevano».

«Sono un grande appassionato di auto d’epoca assieme a mio fratello e mio cugino spiega il sindaco Enrico Pira– negli ultimi cinquant’anni abbiamo raccolto una discreta collezione di macchine e moto che abbelliscono i garage dell’Albergo. Abbiamo diversi modelli e diversi produttori. Una passione che inizia casualmente ai tempi dell’Università con una prima moto Guzzi che apparteneva all’allora macellaio di Rezzo con il sydecar che usava per trasportare i vitelli e l’abbiamo riportata all’antico splendore».