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L’arte dello spionaggio raccontata dal giornalista Guido Olimpio nel suo libro “La danza delle ombre , spie, agenti e molti segreti”

11 maggio 2023 | 07:54
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Quindici storie ispirate a fatti realmente accaduti, gli agenti segreti però sono essere umani con le loro debolezze e a volte basta veramente poco per essere scoperti

Imperia. Identità rubate, documenti falsi, a volte una vita al limite con la legalità, manipolatori per ottenere le informazioni di cui hanno bisogno, lottano ma non sempre uccidono ma anche fragili, perché di fatto le spie anche se vivono all’estremo hanno debolezze come tutti: amore, soldi, salute. Il mondo dello spionaggio affascina da sempre l’essere umano e a volte film e realtà si confondono ma le storie raccontate ieri pomeriggio alla biblioteca Lagorio di Imperia sono tratte tutte da fatti realmente accaduti. “La danza delle ombre, spie, agenti e molti segreti” nasce dalla penna del giornalista del Corriere della Sera Guido Olimpio. Esperto di terrorismo internazionale, intelligence, Medio Oriente e mondo narcos, è stato sia corrispondente da Israele che inviato per dieci anni negli Stati Uniti,  ha raccontato il mondo dello spionaggio grazie ad un lungo lavoro di ricerca.

«La danza delle ombre si riferisce al comportamento e alla tattica delle spie- spiega Guido Olimpio- perché  non devono farsi scoprire, non devono mettere il sospetto alla persona che cercano di reclutare o spiare e quindi si comportano come in una danza, con delle mosse che assomigliano ad un ballo. Ombre perché le spie si devono nascondere, non sono trasparenti e al centro dell’attività della spia c’è l’arte dell’inganno, in qualche modo è un’arte essere spia. La tecnologia- prosegue- sicuramente le aiuta a comunicare, lo stesso uso del telefonino è formidabile perché serve per fotografare, registrare un audio, per filmare, non c’è bisogno di una microspia o di cose strane, è un oggetto comune in mano a tutti, però al centro c’è sempre l’elemento umano, infatti il mio libro è dedicato al fattore umano, ossia al ruolo di uomini e donne. Io credo che la spia vera non è quella che intercetta quella che mette un apparato elettronico in casa, nel televisore ma quello che conquista e ruba la tua fiducia e ti carpisce informazioni o ti convince a collaborare».

Come si diventa spia? «Ci sono vari modi, posso reclutare in maniera ufficiale, le agenzie di spionaggio vanno nelle Università, vanno nel mondo del privato, vedono, sanno che c’è qualcuno di bravo e lo reclutano. Una persona può essere reclutata in tanti modi: uno può essere reclutato per lavorare in modo attivo, raccogliere le informazioni per me, altri possono essere ricattati, perché hai dei debiti, per le tue passioni, per le tue debolezze, oppure ti convinco a lavorare per me per denaro. Chi recluta, ha sempre mille ganci per convincere qualcuno a lavorare per un’agenzia governativa».

Ma questa vita non è di certo facile anche perché dietro la maschera si nascondono persone in carne ed ossa, con le proprie debolezze che vanno dagli affetti alla salute, al bisogno di denaro, solitudine. A volte basta un passo falso, un piccolo particolare, un dettaglio sottovalutati e si viene scoperti.  «Le spie- conclude Olimpio- possono cadere per varie ragioni, una è quando il controspionaggio le scopre perché ha avuto un’informazione precisa oppure possono essere tradite da un’altra spia, oppure ancora perché la loro vita è molto dura. Anche un errore banale li può fare scoprire, per certi aspetti la vita delle spie è quasi monastica ma anche una vita normale: da una parte devono proteggere la loro falsa identità, e la vera identità e poi comportarsi in modo normale ma al tempo stesso devono continuare a cercare informazioni. È un intreccio di vite parallele che non è facile gestire»