Imperia, Giornata della Legalità, il Questore: «La mafia esiste ancora, ognuno di noi deve fare la sua parte per contrastarla»
Presenti all’incontro alcune scuole della città. Ricordate le vittime della strage di Capaci e di Via d’Amelio
Imperia. Ventitré maggio 1992, ventitré maggio 2023. Sono passati trentuno anni dalla strage di Capaci dove morirono il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo, anche lei magistrato, e gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. Questa mattina un incontro nella biblioteca cittadina dove il Questore di Imperia, Giuseppe Felice Imperitore ha incontrato gli studenti della città non solo per omaggiare le vittime di mafia ma anche in conclusione dei lavori della giornata della legalità che si sono svolti durante tutto l’arco dell’anno. Incontri che sottolinea il Questore «fondamentali per la prevenzione e attività formativa che ci permette di contribuire a fornire ai giovani strumenti di conoscenza per la loro futura formazione di cittadini responsabili».
«Oggi siamo qui alla biblioteca Comunale di Imperia- spiega il Questore- per ricordare i giudici e gli eroi della Polizia di Stato caduti nelle stragi palermitane nel 1992, le stragi di via Capaci e via D’Amelio. Concludiamo un percorso iniziato durante i primi mesi dell’anno in corso con una serie di incontri nelle scuole dove abbiamo approfondito temi di grande interesse e attualità quali il bullismo, la violenza di genere, la prevenzione di uso di stupefacenti, il corretto utilizzo dei social. Incontri molto apprezzati dai giovani dove abbiamo potuto mettere fattore comune nel loro interesse dei ragazzi le nostre esperienze e conoscenze. Per noi è un’attività che riteniamo fondamentale che può essere la prevenzione e attività formativa che ci permette di contribuire a fornire ai giovani strumenti di conoscenza per la loro futura formazione di cittadini responsabili. Sono fondamentali le nostre esperienze e conoscenze ed un modello di esempio di persone che si sono dedicate interamente al bene comune e al progresso della collettività. Dopo le stragi del 1992 rimane una stagione di successi realizzati dalla Polizia in generale nel contrasto alla mafia, gli arresti dei più importanti capi mafia, ultimo avvenuto nei mesi scorsi. Sicuramente il grande impegno dello Stato, i grandi successi realizzati ma ancora tanto da realizzare e fare soprattutto sotto il profilo culturale della formazione della società civile : mettere a conoscenza degli strumenti per poter impedire che la mafia possa essere forte e radicata come è stata in passato».
Durante gli incontri sono stati proiettati anche alcuni filmati con le immagini dell’epoca quando sono avvenute le stragi e la storia non solo dei giudici Falcone e Borsellino ma anche degli agenti di scorta morti con loro.
«La mafia- prosegue il Questore- con l’attentato di Capaci aveva dimostrato la forza militare senza precedenti, l’autostrada divenne un campo di battaglia, le immagini lo testimoniano, non ci furono vittime civili che passavano di lì solo per puro caso. Dopo la strage di Capaci il giudice Borsellino nei giorni seguenti riuscì ad avere coraggio facendo capire a tutti il coraggio a fare capire a tutti che lo Stato sarebbe stato più forte di cosa nostra. A distanza di 57 giorni dalla strage di Capaci, il 19 luglio, un’altra esplosione uccise il giudice Borsellino e cinque agenti della scorta. Fu un durissimo colpo. Nonostante ciò la speranza arrivò qualche giorno dopo, la speranza ci venne data dalle manifestazioni di piazza per la prima volta, le così dette lenzuola bianche esposte ai balconi erano la dimostrazione che la società si schierava al fianco di chi combatteva la mafia: era la primavera palermitana, la Palermo, la Sicilia migliore e l’Italia migliore era con noi.»
«La mafia grazie al lavoro fatto in precedenza fatto da Falcone e Borsellino, subì un durissimo colpo con il maxi processo iniziato nel 1986 e conclusosi nel 1992 con pesantissime condanne. Successivamente le forze di Polizia iniziarono a smantellare la cupola colpo dopo colpo, dall’arresto di Riina fino ai giorni nostri con l’ultimo latitante Matteo Messina Denaro. Dopo ogni arresto la società civile festeggiava con noi fiori dalle Questure. Ogni anno nei giorni della ricorrenza delle stragi di Capaci e via D’Amelio servono per non farci dimenticare che la mafia esiste ancora, magari con altre forme, ma esiste, e che non ci sono differenze geografiche e riguarda tutta la Nazione. Queste giornate- conclude Imperitore- servono per farci comprendere che ciascuno di noi deve fare la propria parte per contrastare la mafia anche con piccoli gesti affinché il coraggio di Falcone e Borsellino e gli uomini e donne che hanno sacrificato la loro vita nella lotta non sia stato vano».