La protesta/2

Coldirodi in rivolta per fermare l’ultima di tante antenne, il paese strappa l’impegno del sindaco fotogallery

Biancheri è intervenuto nel tentativo di calmare gli animi. Per gli uffici di Palazzo Bellevue l'opera non si può fermare. Critiche dalla minoranza

Sanremo. Rabbia, tensione, vana speranza e commozione. Un mix di sentimenti contrastanti tra loro ha animato lo spirito di una cinquantina di residenti di Coldirodi che questo pomeriggio sono scesi in strada per protestare contro l’ultima di tante antenne della telefonia mobile sorta all’ingresso del paese, nell’arco di poche ore, all’insaputa della comunità locale.

A guidare il sit-in spontaneo è stato il consigliere comunale Roberto Rizzo (residente nella frazione). Stamattina, appresa la notizia dell’apertura del cantiere, l’esponente del M5S si è recato fino a Genova per predisporre, insieme a un legale di fiducia, un ricorso al Tar urgente nella speranza di poter stoppare i lavori. Al ritorno a Sanremo, l’antenna era già stata posizionata, benché per renderla operativa debbano ancora essere realizzati gli allacci alla corrente.

Quando l’iniziale blocco stradale improvvisato dai manifestanti è stato rimosso in concomitanza all’intervento di polizia e carabinieri, sul posto si è recato anche il sindaco Alberto Biancheri, accompagnato dall’assessore alla Viabilità Massimo Donzella e dall’architetto Davide Fiengo responsabile del servizio Vigilanza Urbanistico-edilizia di Palazzo Bellevue. Il primo cittadino, su richiesta degli abitanti del quartiere, si è impegnato a costituire una commissione speciale in Comune al cui tavolo saranno invitati tutti gli interessati al problema del proliferare dei ripetitori. Una situazione, quella di Coldirodi, che è comune a tante zone collinari della Città dei fiori. Salvo provvedimento di sospensiva concesso dal Tar Liguria in tempi rapidi, l’installazione in strada rotabile Capo Nero è avviata al suo completamento. Lo ha chiarito l’architetto Fiengo del municipio, specificando che allo stato dell’arte la normativa nazionale non permette ai Comuni di bloccare le autorizzazioni richieste dagli operatori di settore.

«Voi vivreste in un paese circondato di antenne. Antenne vicino alle case, alle scuole, all’asilo, al cimitero?», – il pensiero del consigliere Rizzo, visibilmente commosso -. A fagli eco i colleghi di minoranza Luca Lombardi (Fratelli d’Italia) e Daniele Ventimiglia (Lega): «L’Amministrazione comunale è arrivata in ritardo con l’approvazione del piano antenne e questi sono i risultati. Il primo ordine del giorno in materia era stato approvato dal consiglio comunale nel 2018. Ci sono voluti cinque anni per arrivare ad avere un documento che oggi non può essere fatto valere, perché l’istanza di inizio lavori è precedente alla sua approvazione in consiglio comunale».

La nota del Comune. “In risposta alle rimostranze da parte di vari comitati sorti nell’ultimo periodo di installazione delle antenne di telefonia mobile il Comune non è rimasto affatto insensibile ma ha preso seriamente in considerazione le problematiche sollevate dai privati, muovendosi nelle maglie strette di un tessuto normativo sbilanciato a favore degli operatori di telecomunicazioni. Gli Uffici si sono prontamente attivati al fine di individuare, pur con una facoltà decisionale limitata, un punto di equilibrio tra il corretto sviluppo tecnologico del Paese e la salvaguardia di altrettanto pregnanti interessi pubblici correlati in primis alla salute delle persone, al territorio, all’ambiente, al paesaggio.

A tal fine si era previsto con la deliberazione di Consiglio Comunale n° 52 del 29 luglio 2022 la sospensione di tutte le nuove istanze di autorizzazione ex art. 44 del D.lgs. 259/2003, e ss.mm.ii., in attesa dell’approvazione del “Piano Antenne”, per un periodo di 8 mesi dalla data di adozione della stessa deliberazione consiliare. Già in forza di quel provvedimento non sarebbe stato possibile installare l’antenna che oggi è comprensibilmente contestata dai residenti di Coldirodi, poiché si sarebbe dovuto adottare la soluzione della coubicazione venendo in rilievo una distanza inferiore a 100 mt.

Detta delibera consiliare, tuttavia, è stata sospesa dal Tar Liguria con ordinanza cautelare n° 233/2022 su ricorso promosso dal gestore di telefonia mobile contro il provvedimento di sospensione della propria domanda di autorizzazione. A seguito di questa pronuncia del giudice gli Uffici sono stati obbligati a dar seguito alla procedura amministrativa che è poi sfociata nell’adozione del titolo abilitativo oggi contestato dai residenti.

Sempre in un’ottica di tutela delle istanze manifestate dai comitati, e più in generale in una prospettiva di protezione delle esigenze dalla collettività, l’Amministrazione se n’è fatta carico introducendo delle norme nel Piano delle Antenne, ora in fase di approvazione, che sono finalizzate anche a intervenire su realtà già esistenti. In particolare si fa riferimento all’art. 4, co.1, lett. a), il quale prevede la pratica della “coubicazione” – già prevista nella deliberazione consiliare poi sospesa dal TAR Liguria – per le postazioni già occupate da impianti per la telefonia mobile alla data di decorrenza del Regolamento, la quale deve essere considerata obbligatoriamente quando, entro un raggio di 150 mt, siano presenti altre postazioni radio base. In questa prospettiva di tutela si collocano altre disposizioni tra cui l’art. 12, che introduce azioni di risanamento”.

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