Ventimiglia, in 500 per l’addio a Patrizia: la donna sbranata da un rottweiler

15 aprile 2023 | 14:58
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Ventimiglia, in 500 per l’addio a Patrizia: la donna sbranata da un rottweiler
Ventimiglia, in 500 per l’addio a Patrizia: la donna sbranata da un rottweiler
Ventimiglia, in 500 per l’addio a Patrizia: la donna sbranata da un rottweiler
Ventimiglia, in 500 per l’addio a Patrizia: la donna sbranata da un rottweiler
Ventimiglia, in 500 per l’addio a Patrizia: la donna sbranata da un rottweiler
Ventimiglia, in 500 per l’addio a Patrizia: la donna sbranata da un rottweiler

Nelle parole di don Ferruccio, rivolte a famigliari e amici di Patrizia, nessun riferimento alla dinamica della tragedia avvenuta a Soldano, ma solo conforto e fede

Ventimiglia. Circa cinquecento persone si sono riunite nella chiesa di Sant’Agostino per salutare Patrizia La Marca: la donna di 53 anni assalita e sbranata, lo scorso 5 aprile, a Soldano, dal cane del fratello Mario a cui stava dando da mangiare.

«In un momento così drammatico per ciascuno di noi, non ci sono delle parole che possano lenire gli interrogativi, i dubbi, le domande, i perché – ha detto il parrocco don Ferruccio Bortolotto nella sua omelia – Tutto quello che, come il vento che agita il mare durante una tempesta, si agita dentro il nostro cuore. Ed è per questo che credo, tutti, come dei mendicanti, ci troviamo di fronte non a una parola umana, ma ci mettiamo di fronte, nella saggezza della Chiesa che ci offre i suoi tesori più grandi, alla parola di Dio e accogliamo la nostra vita, le nostre domande, il nostro cuore».

Nelle parole di don Ferruccio, rivolte a famigliari e amici di Patrizia, nessun riferimento alla dinamica della tragedia avvenuta a Soldano, ma solo conforto e fede.  «Abbiamo sentito dalla lettera che Paolo scrive alla comunità dei cristiani, che la nostra cittadinanza, il luogo per cui siamo stati creati, il nostro posto, non è qui, è nei cieli. E i cieli sono il luogo che Dio abita, dove noi ci realizziamo e possiamo essere felici». «Ci ha mandato Gesù, suo unigenito figlio, che ha dovuto morire una morte straziante e orribile, quella della morte in croce, per salvare ciascuno di noi – ha aggiunto – E Gesù ci ha promesso che il nostro corpo sarà trasfigurato per essere come il suo corpo crocifisso e risolto. E allora credo che siamo qui tutti insieme, oggi pomeriggio, non soltanto per tributare riconoscenza a quell’amore, a quell’amicizia che Patrizia ha donato, a ciascuno di voi. Ma siamo qui anche per consolarci con questa certezza, questa verità della fede cristiana: che i nostri corpi risorgeranno come il corpo crocifisso del salvatore Gesù. E che la morte non uccide la vita, ma la trasforma, la porta verso il suo compimento, verso la sua origine, e il suo fine, che è Dio».

«Non abbiamo perduto per sempre Patrizia – ha concluso il sacerdote – Sappiamo che è viva, e che continua ad amarci ancora più di prima senza più il limite dello spazio, del tempo e del corpo. E questa è la grande certezza che la chiesa custodisce e tramanda, questo è il senso della nostra fede cristiana, è il significa e perché ci troviamo oggi insieme alle spoglie di Patrizia attorno all’altare. 
In Gesù si compie una specie di paradosso, è il paradosso dell’amore. Gesù stesso adopera questo modo di esprimersi per farci capire che cosa vuol dire la forza del vangelo e che cosa vuol dire la forza della resurrezione. Gesù dice che chi vuole essere il primo sia l’ultimo, chi vuole essere il più importante si faccia servo di tutti. Chi vuole la vita eterna, chi vuole vivere per sempre, deve riconoscere di essere come quel chicco di grano che è caduto nella terra, muore, rimane solo. Sta nella terra, nel nascondimento della terra, porta frutto, e poi il grano, la farina, il pane e l’eucaristia. Ecco io credo che per Patrizia si compia questa parola: lei è il chicco di grano caduto nella terra, che non muore, e non rimane da sola, perché ci siamo noi. Perché quello che ci ha insegnato in maniera silenziosa, con la sua testimonianza e il suo lavoro operoso, il suo essere madre, non passa, non finisce, rimane, continua a crescere in ciascuno di noi. Patrizia non è sola perché non è mai stata, in nessun momento, abbandonata da Dio. E credo che sia proprio questo il momento per tacere, per lasciarci amare e per trovare un senso nuovo, più profondo, della nostra vita».

Tanti i mazzi di fiori, le composizioni, che gli amici hanno fatto realizzare per salutare Patrizia. Tra questi, i colleghi e amici del Conad di Latte, dove la donna aveva lavorato prima di passare all’Eurospin. “I ragazzi del bar Cavalieri”, sempre di Ventimiglia, e “Gli amici della Uil Trasporti Liguria”, di cui il fratello, Luigi La Marca, è rappresentante sindacale.