Sanremo Pride 2023, il manifesto politico

6 aprile 2023 | 14:21
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Sanremo Pride 2023, il manifesto politico

Gli organizzatori: Coordinamento Liguria Rainbow, Famiglie Arcobaleno in Liguria, Agedo Genova, MIA Arcigay Imperia

Imperia. Fanno sapere da Coordinamento Liguria Rainbow, Famiglie Arcobaleno in Liguria, Agedo Genova, MIA Arcigay Imperia «Mario Mieli, che oggi campeggia nelle magliette che indossiamo, e in tutta la grafica di questo Pride, esprimeva la vocazione del movimento Lgbt+, un movimento ampio, di trasformazione sociale e culturale, che denunciava la violenza del perbenismo, della la parte privilegiata della
società, del sistema che si scandalizzava per qualche paillete ma celebrava e difendeva l’omofobia, la violenza contro e la subordinazione delle donne, la discriminazione razzista e l’ossessione contro tutto ciò che appariva “altro”. Molte cose da allora sono cambiate nel mondo e in Italia, ma ancora troppe restano da cambiare mentre stiamo subendo i colpi sempre più forti di un sistema che difende se stesso ed è contrario ad ogni cambiamento inclusivo di tutte le esistenze. Ancora oggi le nostre vite e le nostre esperienze sono minacciate, marginalizzate e non comprese in una società plurale e vasta. L’Italia, e il suo nuovo governo, si stanno allineando sempre di più ai nuovi nazionalismi fondamentalisti di Ungheria e Polonia, che vedono nella guerra alle persone Lgbt+, alle donne, alle persone di diversa etnia e religione il loro substrato ideologico».

Riviera24- locandina Sanremo Pride 2023

Continua la nota stampa «Uno dei primi atti di questo governo programmaticamente ostile in tema di diritti è stato quello di bloccare quelle amministrazioni comunali coraggiose e dignitose che si sono impegnate da subito a riconoscere anche il genitore intenzionale ai bambini nati all’estero da coppie dello stesso sesso. Con la scusa della gestazione per altri/e (GPA) viene loro impedito ciò che non dovrebbe essere mai negato a nessun bambino/a: la tranquillità della vita familiare, il diritto di crescere con le persone che vogliono loro bene e che hanno condiviso il progetto genitoriale. È stata immediatamente messa in calendario una proposta di legge per rendere questa tecnica utilizzata in molti stati democratici (USA, UK, Canada, Grecia, Portogallo etc.) come “reato universale” per non affrontare la questione sul campo: la genitorialità delle persone LGBT+ e l’evoluzione che ha compiuto l’istituto familiare. Sembra strumentale in quanto parliamo di una tecnica che ha quasi 35 anni e a cui solo da pochi anni accedono coppie di maschi omosessuali e che poco scandalo ha suscitato quando usata solo da coppie eterosessuali ancora oggi in stragrande maggioranza. La maggioranza di destra sceglie di attaccare frontalmente la proposta di Regolamento europeo sulla filiazione per assicurare il riconoscimento dei diritti dei minori in tutto il territorio comunitario, indipendentemente dal concepimento. Il voto italiano in una situazione in cui occorre l’unanimità , espresso con grande anticipo rispetto a quando sarebbe stato richiesto, tende ad impedire l’approvazione di uno strumento con il quale l’Europa intende assicurare l’interesse superiore dei minorenni e i loro diritti, compreso quello di libera circolazione per “tutti i tipi di famiglie” su cui anche l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza del nostro paese ha espresso parere positivo ma che incrina la visione della famiglia eterosessuale con figli quale unica degna di essere considerata e valorizzata. Siamo alla viglia dello stato “etico”. A completare il quadro una proposta di legge di iniziativa della Lega che intende escludere «…orientamento sessuale, di identità di genere, …» dalle motivazioni per cui è possibile concedere la “protezione speciale ” che ha sostituito dal 2018 la “protezione umanitaria” per coloro che richiedono asilo nel nostro paese. Ma c’è una cattiva notizia per questo mondo oscurantista che mitizza la famiglia tradizionale oggi, tra l’altro, responsabile del 40 % degli omicidi nel nostro paese. Noi e i nostri alleati ci siamo, resistiamo, testimoniamo ogni giorno il nostro bisogno di giustizia, il nostro desiderio di costruire una società più giusta, basata sui bisogni e sulle capacità di tutti/e/* e che rappresenti tutte le identità umane. Noi non arretreremo di un passo perché abbiamo imparato che i diritti o sono per tutte le persone o non sono e il movimento LGBT+ non parla più solo di diritti civili: parla di lavoro, parla di laicità, parla di ambientalismo, parla di migrazioni, parla di pace, parla di dialogo interreligioso, parla di rispetto della persona. Troppo comodo etichettarci come espressione di una parte politica contro l’altra, noi siamo portatori di una idea di società a cui si contrappongono questi leader improvvisati che oggi pontificano sollecitando i pregiudizi più biechi. Rappresentiamo un movimento che rispetta, valorizza e comprende tutte le identità, non dà un giudizio etico e valoriale in base a quello che sono le persone e si batte perché tutti abbiano la possibilità di aspirare alla felicità senza nuocere al prossimo, ma semmai comprendendolo e supportandolo. Siamo persone lesbiche, gay, bisessuali, transgender, queer, intersessuali, asessuali, aromantiche, pansessuali, poliamorose, non binarie, gender-fluid, drag queen e drag king e cis gender e eterosessuali. Siamo nere, bianche, asiatiche e latine, sierocoinvolte, ricche e meno ricche, migranti e non, rom, sinti, neurotipici e neurodivergenti, con figli, senza, single o meno, …siamo così tante persone perché siamo la diversità e la bellezza che un mondo plurale e non omologato comprende».

Gli obiettivi dei manifestanti: «La libertà di poter affermare la nostra identità di genere, senza che il nostro vero sé debba essere diagnosticato e umiliato da una legge la 164/82 vecchia di oltre 40 anni, che non tiene conto del progresso scientifico e delle necessità reali in particolare delle/dei/de* giovani. Al centro ci deve essere la salute fisica e psichica di tutti e il diritto a determinare il proprio corpo. Serve una legge che aggiorni i protocolli e acceleri e sburocratizzi le pratiche per il cambio anagrafico e preveda la possibilità della Carriera Alias in ogni istituzione pubblica, nella scuola e faciliti i processi di affermazione di genere in ogni ambito della vita istituzionale. Superare il binarismo di genere che sempre più obsoleto ci appare alla luce della vita delle nuove generazioni, che con più coraggio e consapevolezza affrontano il proprio presente e il proprio futuro. Occorrono sanzioni per chi discrimina sulla base del genere, dell’orientamento sessuale, dell’identità di genere, del colore della pelle, della etnia, del credo religioso, della ricchezza individuale; Lottiamo contro ogni tentativo di medicalizzare i corpi e le sessualità. Vogliamo l’educazione sessuale, al consenso e all’affettività nelle scuole di ogni ordine e grado per tutti/e/* che in Europa è assente solo in Italia ed in altri 4 paesi dell’Est e Cipro. L’accesso ai pieni diritti di genitorialità e l’abolizione di una legge discriminatoria, come la Legge 40/2004 che marginalizza single e persone LGBT+ in una visione escludente e ormai antistorica della società. Chiediamo il rispetto dei diritti riproduttivi per tutte le persone che lo desiderano, anche attraverso procreazione medicalmente assistita (PMA) e gestazione per altre (GPA) controllata e siamo per la totale difesa e applicazione della Legge 194 e per il diritto all’aborto sicuro. Su tutti questi temi desidereremmo un confronto non strumentale e gridato ma legato ai bisogni e alle necessità. Gradiremmo rovesciare il paradigma perché al centro vi è la genitorialità LGBT+ e quella etere nel rispetto dei bambini e delle bambine. Vogliamo discuterne senza pregiudizi e certezze preconfezionate per trovare soluzioni rispettose di tutti/e/*? Affermare con forza il diritto all’autodeterminazione delle donne perché costruiamo il nostro futuro nell’ottica di un trans-femminismo intersezionale dove nessuno/a/* viene escluso/a/*. Lottiamo contro la cultura patriarcale e la violenza maschile, promuovendo percorsi per costruire modelli plurali e alternativi alla maschilità tossica. Il diritto al matrimonio egualitario e al riconoscimento di tutte le forme di attrazione e di amore, i diversi rapporti e i legami che si possono creare, romantici o non, erotici o non, monogami o non, in quanto spazi della libera espressione delle persone. Famiglia è dove si cresce, si impara, si diviene, ci si vuol bene a prescindere dalla biologia, dall’identità di genere e/o dall’orientamento sessuale di chi la compone. Il rispetto del diritto umano universale alla speranza, a cercare una vita migliore, a muoversi sulla terra come cittadini del mondo. Siamo al fianco dei migranti, che politiche ciniche e razziste condannano alla sofferenza e alla morte, in un crescendo di inaccettabile orrore, di cui siamo testimoni da anni. Vogliamo contrastare lo stigma contro le persone con HIV favorendo l’offerta del test rapido in forma anonima e gratuita, da estendere anche al di fuori dei contesti sanitari coinvolgendo le associazioni del Terzo Settore. Occorre rendere disponibili i mezzi di prevenzione primaria e secondaria (quali condom, femidom, PrEP, PPE, siringhe sterili), indicati come efficaci dalle agenzie internazionali per il contrasto all’HIV, che devono essere accessibili gratuitamente a tutti i gruppi sociali maggiormente esposte. Una sanità pubblica funzionante e messa nelle condizioni di poter operare efficacemente, al di là delle logiche dell’emergenza, con maggiore radicamento nei territori e maggiore formazione rispettosa dei temi della salute di genere superando un modello ancorato a vecchi schemi pieni di pregiudizi. Una società non confessionale, che favorisca il dialogo, la capacità critica, la fioritura personale e la partecipazione attiva nelle scelte della collettività in una visione di comune interesse per l’umanità, ispirata alla pace, alla laicità e al rispetto di ogni essere vivente. Una società più consapevole della violenza delle scelte economiche, produttive e alimentari e dell’impatto che queste hanno quotidianamente sulla vita dell’ecosistema globale a breve e a lungo termine. Oggi inauguriamo l’Onda Pride del 2023, un’onda ancora più alta e forte di quella degli anni precedenti. Dalla politica e dalle istituzioni, attendiamo risposte concrete ed adeguate ad una società più consapevole. Noi ci fermeremo finché non avremo ottenuto giustizia».