Pieve di Teco, la processione della Buona Morte per le vie del centro incanta cittadini e turisti, «Tradizione che sta a cuore ai pievesi»

8 aprile 2023 | 07:47
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Luci spente in tutto il paese illuminato solo dalle torce infuocate dei confratelli incappucciati che hanno portato a spalla sotto il grande baldacchino nero la “cassa” del Cristo Morto

Pieve di Teco. «Una tradizione che sta a cuore ai pievesi» così Angelo Casella, membro della Confraternita della Buona Morte ha definito la processione che si è svolta ieri sera- dopo lo stop del covid- per le vie del centro storico per celebrare il Venerdì Santo che incantato cittadini e turisti. Luci spente in tutto il paese illuminato solo dalle torce infuocate dei confratelli incappucciati hanno portato a spalla sotto il grande baldacchino nero la “cassa” del Cristo Morto preceduti dalla banda di Pompeiana che ha suonato brani di marcia funebre.

«Attendiamo questo appuntamento con molto affetto- prosegue- perché ha radici nella storia di Pieve, coniuga tradizione e storia, la fede, la pievesità della nostra Confraternita che se vogliamo essere precisi si chiama la Venerabile Arciconfraternita segreta della Buona Morte orazione di Pieve di Teco. Molto segreta non lo è mai stata nel senso che il paese non ha le dimensioni così grandi da riuscire a nascondersi però il messaggio della segretezza è importante cioè di non rendere pubblico il bene fatto. Infatti nella nostra divisa la manica sinistra è più lunga di quella destra perché nello svolgere la carità la mano di sinistra non sappia quello che fa la destra a dimostrazione che la carità deve essere assolutamente disinteressata e gratuita. La Buona Morte è una confraternita religiosa ma anche con importanti compiti nel passato che riguarda la socialità per esempio l’assistenza prima e la sepoltura dopo nei confronti dei condannati a morte e occuparsi dei funerali di chi non se li poteva permettere».

«Tutto una grande sorpresa- commenta don Enrico parroco di Pieve che per la prima volta ha condotto la processione- tutto molto bello e toccante. Il silenzio è sicuramente la cosa che colpisce di più ed è il miglior modo di fare una processione di questo genere, di meditare sui misteri della morte di Cristo e quindi felice e motivato per la grande veglia pasquale e la messa solenne di domenica».

Fondata nel 1697 l’Arciconfraternita della Buona Morte ed Orazione nasce come congregazione segreta.  Nel 1701 monsignor Spinola, vescovo di Albega, in occasione della visita pastorale a Pieve di Teco, concede ai confratelli di vestire la cappa nera, simbolo di pietà e di sacrificio, con una  calata sul viso per mantenere segreta l’identità del confratello che pratica le opere di misericordia che consistevano nel visitare gli infermi, seppellire i morti poveri e abbandonati, nel pregare per le loro anime, procurare la dote alle fanciulle povere e assistere i condannati a morte.
Dopo trecento ventisei anni la confraternita è rimasta immutata- anche se non più segreta dai primi anni del ‘900-  e consiste ancora oggi in una veste nere stretta ai fianchi da un cingolo pure nero cui si intreccia una corona del rosario. Completa la buffa nera calata ancora oggi sul volto.