Montalto Carpasio, sindaco Bianchi contro consigliere Lupano finisce dal giudice di pace

6 aprile 2023 | 17:29
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Montalto Carpasio, sindaco Bianchi contro consigliere Lupano finisce dal giudice di pace

Lupano chiede scusa e versa volontariamente 100 euro ad un ente benefico «Sono finito a processo per aver usato il termine “indurre”»

Montalto Carpasio. Non si palca la querelle tra il sindaco Mariano Bianchi ed il consigliere di opposizione Davide Lupano. Dopo l’esposto in Procura fatto da quest’ultimo in merito ad un discussa votazione di giunta comunale, il primo cittadino in questione ha infatti citato in giudizio, davanti al giudice di pace civile di Sanremo, Lupano per rispondere del danni relativi a una condotta diffamatoria nei suoi confronti, in relazione a un’affermazione-accusa di Lupano contenuta in una istanza di accesso agli atti del 18 novembre 2021 diretta al Comune di Montalto Carpasio e trasmessa, per conoscenza, alla Prefettura di Imperia.

In questo documento, Lupano affermava, infatti, che il Sindaco avrebbe indotto gli ispettori della Polizia Provinciale a soprassedere a specifiche verifiche e li avrebbe esonerati dal dover comminare eventuali sanzioni circa alcune irregolarità su segnaletica di passo carraio: fatti assolutamente non veri. All’udienza il consigliere di opposizione Lupano ha presentato formalmente le proprie scuse a Bianchi, impegnandosi ad effettuare un versamento ad ente benefico quale risarcimento simbolico di 100 euro specificando di non aver voluto in alcun modo diffamare il Sindaco. Quest’ultimo ha accettato le scuse.

Interpellato a riguardo della questione, il consigliere Lupano risponde così «Passo carraio irregolare segnalato all’Amministrazione nel lontano
2019. Io come Consigliere chiesi ragguagli. I mesi sono passati senza che accadesse nulla. Il passo carraio ha continuato ad essere esposto ed irregolare. Ho insistito per avere spiegazioni e chiedere la regolarizzazione della situazione, come previsto dalla normativa. Nulla è accaduto e di mesi ne passati oltre 30. Mi ritrovo davanti al Giudice di Pace per aver utilizzato nelle mie richieste il termine “indurre”. Viene quindi fissata un’udienza per cercare di ricomporre la questione in maniera bonaria. Mi son reso conto che era opportuno trovare una soluzione pacifica nel rispetto delle parti e nulla mi ha
vietato di porgere le scuse qualora il Sindaco si fosse ritenuto offeso nell’interpretazione delle mie parole dure ma essenziali”. Nessuna multa è stata comminata dal Giudice ma nella conciliazione ho avanzato la proposta, accettata, di effettuare un versamento ad ente benefico di 100 euro. In effetti, concludendo, il termine “indurre” è stato espunto anche dal “padre Nostro”»