"Il pittore misterioso" |
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Imperia, artista e partigiano, inaugurata la mostra “Scarella 100, in ricordo di Luciano Bianchi,il figlio Tirreno:« Misterioso anche per me»

28 aprile 2023 | 20:52
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Il curatore Alfonso Sista: «Questa mostra viene colma un po’ un vuoto nel panorama artistico imperiese»

Imperia. Artista, operaio dell’Agnesi, partigiano. I mille volti di Luciano Bianchi, pittore imperiese mancato nel 2017, conosciuto nel mondo dell’arte con lo pseudonimo di Scarella( cognome preso dalla madre) sono esposti in una mostra dal titolo “Scarella100. Un’avventura nel mondo dei colori” alla Galleria Rondò fino al 13 maggio.

Riservato sia come persona che come artista si è guadagnato l’appellativo nel mondo dell’arte, di “pittore misterioso”. Ma anche per il figlio Tirreno il quale racconta che è stata una storia «misteriosa anche per me. Sto riscoprendo mio padre attraverso le opere che lui mi ha donato nel 2007 perché con mio padre, per motivi famigliari non ho avuto grandi rapporti, quindi anche la parte colloquiale tra padre e figlio era abbastanza limitata. Poi nel ’65 ho lasciato Imperia per trasferirmi a Genova per lavoro e ho continuato a vedere mio padre ogni tanto quando venivo giù ad Imperia per incontralo. Lui- continua Tirreno Bianchi– non parlava mai dei suoi quadri, soprattutto non parlava mai della sua storia di partigiano che ho scoperto attraverso i libri. Il mio è un nome un po’ strano, Tirreno, e gli chiedevo come mai questa scelta, soprattutto Tirreno il nome di un mare sapendo che mio padre non amava.  Poi ho scoperto che era il nome un partigiano suo compagno di battaglia originario di Pistoia che ha combattuto nelle Alpi Marittime dove è stato poi ucciso dai nazifascisti».

« Ho imparato a capire un po’ le opere- prosegue- per capire perché l’uso di questi colori, questa maniera, questa forza e rabbia che lui esprime in molti quadri che ha dipinto perché anche la vita da lui vissuta, la delusione di questa esperienza vissuta che forse vista anche la situazione attuale sicuramente gli avrebbe fatto molta rabbia. Mio padre è sempre stato misterioso per me, quindi sto facendo delle scoperte adesso perché ho incontrato persone che conoscevano mio padre dagli anni ’60: andare indietro per andare avanti. Per esempio lui ha fatto il soffitto della Chiesa di Cristo Re, lo sapevo ma non capivo perché e anche qui ho scoperto che oltre Don Mauro che aveva un laboratorio di falegnameria dove mio padre collaborava per istruire i ragazzi che andavano ad imparare, c’era un altro prete che collaborava con Don Mauro che faceva il pittore  ed è stato proprio questo prete che ha iniziato mio padre alla pittura. E di lì tutta la rivoluzione che ha fatto: il piacere di penetrare dentro i colori è stata la sua forza. D’altra parte era un ammiratore estremo di Van Gogh che con il colori non scherzava. Van Gogh diceva “i prossimi pittori che ci saranno useranno i colori in maniera più libera ed estrema e credo che mio padre abbia seguito questa traccia di usare i colori sempre più estrema cercando di scoprire il senso».

«Questa mostra di Scarella- afferma il curatore Alfonso Sista– viene a colmare un po’ un vuoto nel panorama artistico imperiese. A partire dagli anni ’70 dopo un primo periodo di arti figurative Scarella passa ad una rappresentazione di tipo informale come reazione ad una arte realista che era preordinata da un progetto a priori. Dà risalto al gesto, all’improvvisazione, all’automatismo del gesto e del colore. In questa maniera cerca di esprimere un disagio, dei sentimenti ed emozioni che non avrebbe potuto esprimere. Informale anche come reazione anche data dal tempo , del dopo guerra, che aveva visto i drammi del nazismo e del fascismo, e che decide di percorrere delle vie artistiche diverse da quelle che erano state imposte, prima del ritorno dell’ordine che c’è stato dove lui si sente tradito dai valori della Resistenza in quanto partigiano dove ritrova tutti quelli che aveva combattuto ai posti di comando e quindi la sua era anche una forma di protesta di manifestazione di questo disagio della sua lotta interiore di questo periodo così travagliato».

L’esposizione sarà aperta fino al 13 maggio dal martedì al giovedì dalle 16.00 alle 19.00, il venerdì e il sabato dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 16.00 alle 19.00 e la domenica dalle 10.00 alle 12.00 oltre alla possibilità di visite guidate per le scuole sia il venerdì che il sabato mattina.