Il Partito Radicale visita il carcere di Sanremo «A 25 anni dall’apertura è un grave fallimento»

13 aprile 2023 | 17:12
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Il Partito Radicale visita il carcere di Sanremo «A 25 anni dall’apertura è un grave fallimento»
Il Partito Radicale visita il carcere di Sanremo «A 25 anni dall’apertura è un grave fallimento»
Il Partito Radicale visita il carcere di Sanremo «A 25 anni dall’apertura è un grave fallimento»
Il Partito Radicale visita il carcere di Sanremo «A 25 anni dall’apertura è un grave fallimento»

Il sopralluogo martedì scorso 11 aprile

Sanremo. Una delegazione del Partito Radicale composta da Stefano Petrella ed Eleonora Serrati martedì 11 si è recata presso la Casa Circondariale di Valle Armea in occasione delle visite che tra l’8 e il 12-4 hanno interessato diversi istituti tra cui Marassi, San Vittore, Rebibbia, Regina Coeli, Poggioreale e il Lorusso Cotugno a Torino. A riceverli la comandante Nadia Giordano, il vice comandante Angelo Mazza e l’educatrice Stefania Brucoli .

Spiegano quelli del Partito Radicale «Sono 258 i detenuti su un capienza di 224 posti (che la Uilpa stima però di 191 posti), ben 194 sono definitivi e altri 14 hanno almeno una condanna già definitiva, a riprova del fatto che la riclassificazione a circondariale è stata soltanto un espediente, 3 gli ergastolani, diversi i detenuti che hanno da scontare lunghe condanne, malgrado l’istituto sia poco adeguato ad accoglierli perché offre scarsa attività e soltanto i 5 posti lavorativi garantiti dalla Coop. Art. 27. In 123 si trovano in carcere per violazione della legge sulla droga, più di 70 i tossicodipendenti (e sommati danno il 60% dei presenti), i detenuti stranieri si avvicinano al 70%, soltanto 2 i semiliberi. Alcune cose sono cambiate: l’istituto ha un nuovo Dirigente Sanitario (la Dottoressa Ferrari), l’ASL è riuscita ad assicurare la presenza di un dentista, sono arrivate due nuove psicologhe in appoggio alle altre due ex-art. 80, sono in progetto (ma non ancora finanziate) la riapertura della scuola di agraria e della floricultura, presso il Santa Tecla potrebbero trovare entro breve impiego alcuni detenuti in art. 21, nelle sezioni si stanno approntando nuove postazioni per le videochiamate; resta molto carente l’assistenza psichiatrica, per le scarse ore garantite e la difficoltà dell’ASL a reperire un nuovo specialista, mancano una trentina di agenti e dei 24 ispettori previsti ne sono presenti 3, dei 29 sovrintendenti solamente uno; l’invio di personale in missione da Marassi non è stato rinnovato per mancanza di copertura finanziaria . Purtroppo quando iniziamo il giro delle sezioni ogni impressione positiva lascia il posto allo sconforto: nulla è davvero cambiato, al Padiglione C un detenuto aspetta invano da mesi che gli si rinnovi il documento, altri da anni l’opportunità di un lavoro o un trasferimento dove questo gli possa essere garantito, le maniglie degli scarichi dei wc sono rotte e non funzionanti da tempo in quasi tutte le celle e non vengono sostituite, in troppi in tutte le sezioni si lamentano della grande difficoltà ad ottenere un colloquio con la Direttrice o gli Educatori e di non ottenere alcuna risposta alle istanze presentate, è senz’altro questo il principale motivo dei molti episodi di danneggiamenti, aggressioni al personale e autolesionismi degli ultimi mesi (e anni) e degli oltre 100 televisori andati distrutti nel corso del 2022 . Mancano inoltre il mediatore culturale, i volontari (sono soltanto 2) e resta pressochè inesistente il rapporto con la città e i suoi rappresentanti istituzionali . Valle Armea a 25 anni dalla sua apertura è un grave fallimento che dovrebbe dire qualcosa a chi propone la costruzione del nuovo carcere di Savona a 25 km dalla città in Valbormida»

Prosegue la nota stampa «I rimedi non possono che essere una maggior presenza e attenzione da parte della Direttrice e degli Educatori, adeguati investimenti da parte del DAP a progetti per il lavoro e un migliore rapporto con la città e le associazioni presenti sul territorio (oggi entrambi inesistenti); potrebbe essere un ottimo strumento per ottenerla l’istituzione di un Garante Comunale a Sanremo (sul modello di quanto fatto nei mesi scorsi a Genova) e politicamente intendiamo rilanciarla, ma occorre soprattutto iniziare un confronto e un dialogo con queste realtà che fino ad oggi è mancato».