Camporosso festeggia i 75 anni della Costituzione, premiate quattro donne che aiutano i migranti

16 aprile 2023 | 13:18
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Piantati un alloro per ricordare i partigiani, un ficus per le vittime delle mafie e una pianta di banksia per costruire la pace

Camporosso. Hanno aperto le porte della loro casa e dei loro cuori alle persone in difficoltà, ai migranti, dando loro il calore di una famiglia: per questo quattro donne (tre di Ventimiglia e una di Camporosso) sono state premiate oggi al Palabigauda di Camporosso, nell’ambito della “Festa di sana e robusta Costituzione” organizzata dalla Scuola di pace di Ventimiglia, con il contributo di diverse associazioni umanitarie e della sinistra ( Caritas, Anpi, Penelope e centro culturale Fratellanza Ventimiglia), in occasione dei settantacinque anni dalla promulgazione della Costituzione italiana.

Le donne premiate sono: Giovanna Maisano, Loredana Crivellari e Franca Tessari, di Ventimiglia e Filomena Loreto, di Camporosso. La giornata si è aperta con l’allocazione di una pianta di lauro, in ricordo della lotta partigiana; una di ficus a memoria delle vittime delle mafie e una pianta di banksia contro le guerre e per costruire la pace fondata sulla giustizia e contro il ricorso agli armamenti: a piantumarle è stato il sindaco di Camporosso, Davide Gibelli, insieme a Mauro Lazzaretti (Scuola di Pace), alla segretaria provinciale della Cisl Antonietta Pistocco e al segretario regionale Maurizio Calà.

«La festa della Costituzione è quel patto civile che ci unisce – ha affermato Mauro Lazzaretti – Ma non vuole essere solo un festeggiamento, vogliamo anche capire i valori che ci uniscono».

«Ho accolto dei ragazzi, di non si sa quale Paese – ha raccontato Giovanna -. Avevano dei problemi e ho aperto loro la porta. Mio figlio li portava a casa e dopo aver varcato l’ingresso, diceva: ‘mamma risolve’ e mamma risolveva». E poi, Loredana: «Da quando è stato chiuso il campo Roya abbiamo accolto diverse donne e bambini o famiglie, che sono i più bisognosi. Stanno il tempo necessario per rimettersi in forze: a volte qualche giorno, a volte settimane. Un’esperienza davvero bella e costruttiva». C’è, quindi, Filomena, che in passato ha accolto una giovane mamma con la figlia di sei mesi: «Si tratta di una ragazza etiope, rifugiata politica. Oggi la bimba va a scuola, c’è un giro di persone che l’aiuta, ma io la ospito in maniera fissa da sei anni. Ora ho due nipoti, una al “latte” e l’altra un “cioccolatino fondente”». A ciascuna di loro sarà dato un piccolo contributo in denaro per l’opera di accoglienza.

La signora Franca, invece, insegna l’italiano ai migranti presso la Scuola di Pace di Ventimiglia, nei locali della Spes.