Bordighera celebra il 25 aprile, sindaco Ingenito: «Onoriamo il coraggio e l’integrità di chi si spese per la libertà»

25 aprile 2023 | 12:30
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Corteo e orazione al cippo di partigiani

Bordighera. «Celebriamo oggi il coraggio e l’integrità di tutte le donne e di tutti gli uomini che si spesero per la libertà d’Italia. Erano di età diverse, estrazioni sociali diverse, formazioni culturali diverse, religioni diverse, ma ciascuno scelse di impegnarsi, talvolta fino alla morte, per ribadire il valore fondante che i padri della Repubblica sublimarono nella costituzione. Un atto di tale generosità, sacrificarsi per la libertà della propria patria, non può e non deve essere circoscritto a una pagina di storia, non può e non deve essere onorato solo in questo giorno». Lo ha detto il sindaco di Bordighera, Vittorio Ingenito, nel suo discorso al cippo dei partigiani, in pineta, nell’ambito delle celebrazioni del 25 aprile, anniversario della liberazione dell’Italia dal nazifascismo.

«Il 25 aprile – ha aggiunto il sindaco – Sia certamente l’occasione per onorare una memoria condivisa, ma la memoria condivisa viva giorno dopo giorno, nelle scuole e nei racconti di chi fu testimone, nell’esercizio della consapevolezza che il ricordo è monito, nell’impegno a difendere i diritti inviolabili dell’uomo, quei diritti inviolabili che la Repubblica e l’articolo 2 della costituzione riconosce e garantisce. Ognuno di noi assuma la responsabilità di contrastare ogni forma di negazionismo. Ognuno di noi coltivi la memoria quotidianamente in ogni gesto, perché in ogni gesto c’è il riflesso di libertà. Solo così non renderemo vano il sacrificio, l’impegno e il dolore di chi lottò per dare dignità al futuro, solo così possiamo nutrire la speranza di non tornare nel buio».

A tenere l’orazione ufficiale, davanti ad autorità civili, militari e molti cittadini, è stato il professore del liceo scientifico Aprosio, Giovanni Perotto, che ha iniziato il suo discorso citando un passo di “Uomini e no” di Elio Vittorini che, ha sottolineato il professore, «dice il clima da cui siamo venuti fuori grazie al sacrificio di chi oggi viene ricordato nelle piazze di tutta Italia. Quella paura, quel terrore, quella ferocia, è quello che noi oggi leggiamo sui libri e grazie a questo sacrificio non lo viviamo. Stiamo vivendo la libertà, la libertà di espressione, la democrazia, ma dobbiamo ricordare quello che è stato. E i libri servono a raccontare quella storia, con parole efficaci, talvolta dure, ma che ci devono riportare a quei momenti, a quella storia».

«Oggi è la festa di chi ha capito che si è usciti da una pagina spaventosa della nostra storia – ha aggiunto – E siamo qua per ringraziare chi ci ha consentito questo, ma soprattutto per ricordare e non ripetere quegli episodi. Quindi facciamo festa, non con odio, ma con chiarezza dei fatti, e per fare chiarezza ci vogliono le parole: le parole che spesso possono essere manomesse, edulcorate. Ma le cose vanno dette esattamente nella loro verità. Se le parole perdono di significato è la confusione, è il caos e nel caos è facile che venga meno la libertà».

«Non è una sgrammaticatura falsificare la verità, è una falsità – ha detto Perotto – La verità non ha una posizione ideologica, è verità e non ammette dei “ma”. Di fronte alle stragi spaventose di civili, non si può mettere una congiunzione avversativa, “ma”. No. La bambina di venti giorni che è stata uccisa a Sant’Anna di Stazzema è una delle pagine peggiori della storia italiana e non ammette “ma”: è quella». Sottolineando l’importanza delle parole, il professore ha aggiunto: «Non possiamo, e non lo possono fare soprattutto le autorità, chi ha una visibilità politica più alta, usare parole come “sostituzione etnica” che sono parole, come ha detto il presidente Mattarella, che appartengono alla peggiore pagina della storia europea di cui l’Italia è stata complice. E questo è importante dirlo, le parole hanno un peso: non si possono usare e poi dire “siamo stati fraintesi”. La nostra costituzione è chiara, semplice, molto netta, ma va conosciuta, studiata e letta con attenzione. La parole hanno un senso: partigiani vuol dire persone che hanno scelto una parte, quella parte al di là del ponte, come dice Calvino, per combattere per la libertà e per i valori. Al di là c’era il male e loro hanno scelto il bene».

Gli studenti di Bordighera, dalle elementari alle superiori, hanno partecipato ai festeggiamenti del 25 aprile leggendo alcuni brani celebri e riflessioni da loro scritte.

Il corteo, partito dal palazzo del parco, si è snodato per le vie cittadine fino a raggiungere il cippo, allietato dalla banda musicale Borghetto San Niccolò – Città di Bordighera, che ha eseguito diversi brani tra cui “Bella Ciao”.