Al Palatenda di Camporosso la giornata dedicata al volontariato
La riflessione: «Cosa accadrebbe se tutti i volontari si fermassero anche solo per qualche ora?»
Camporosso. Si è svolta oggi al Palatenda di Camporosso la seconda giornata dedicata al mondo del volontariato nel ponente ligure. Organizzato dall’associazione Aceb, col patrocinio del Comune, l’incontro ha visto partecipare numerosi volontari e personalità politiche locali e regionali.
Per l’occasione il monsignor Antonio Suetta ha celebrato la Santa Messa, impartendo poi una speciale benedizione a ciascuno dei volontari presenti, per elogiarne l’immenso e straordinario valore umano e spirituale.
«Gesù ha chiamato accanto a sé delle persone, che noi chiamiamo discepoli, e queste persone erano volontari nel senso più intenso della parola – ha detto il vescovo diocesano Antonio Suetta, nella sua omelia -. Questo è un messaggio anche per noi: all’interno della chiesa, il Papa lo ricorda spesso, che l’annuncio del vangelo non avviene per proselitismo, ma si trasmette per testimonianza, per contatto personale, potremmo dire, in senso positivo, per contagio. E così Gesù ha chiamato intorno a sé dei discepoli volontari».
«Ci sono due modi per intendere il termine volontario – ha aggiunto Suetta -. Un primo modo, secondo me riduttivo, è intendere volontario come volontarismo, come se le nostre cose dipendessero dal senso di volontà. Quando si smarrisce il senso di Dio, l’uomo pensa di bastare a se stesso. E questo è tragico. Si dice “quell’uomo si è fatto da solo”. Non c’è nulla di più sbagliato: nessuno di noi si è fatto da solo, non intendo dire solo biologicamente (pure se oggi anche questa tentazione è forte), ma nessuno di noi si è fatto da solo. Quello che siamo e quello che abbiamo lo abbiamo ricevuto. C’è poi un altro modo di intendere volontario. Non volontario come se io dicessi “voglio, posso, comando, tutto dipende da me”. No. Volontà in un altro senso: quando diciamo un “sì”. Volontario si lega a questa attitudine particolare: che di fronte a una mano tesa, di fronte a una proposta, di fronte a una cosa bella, io rispondo sì, come segno di adesione».
«Con questo “incontro” – ha detto il presidente di Aceb Stefano Urso – Vogliamo offrire la giusta visibilità ed il meritato riconoscimento ad una così nobile figura, quella del volontario, che offre quotidianamente il proprio servizio a favore dei più bisognosi e sofferenti, senza mai badare quale sia la loro provenienza, razza, età, colore politico, religione o ceto sociale. Il volontario dona il suo tempo libero spontaneamente ed esclusivamente per rendersi utile agli altri e tutto ciò va ben oltre il senso civico e lo spirito di carità, tutto ciò è anche e soprattutto passione». «Pensate a cosa succederebbe se tutti i volontari incrociassero le braccia anche solo per qualche ora – ha aggiungo Urso -. Tutto si fermerebbe».