Progetto “Formare gli sguardi” del Fermi-Polo-Montale, protagonista del secondo appuntamento il film “Chiara”

24 marzo 2023 | 09:59
Share0
Progetto “Formare gli sguardi” del Fermi-Polo-Montale, protagonista del secondo appuntamento il film “Chiara”

La regista del film, Susanna Nicchiarelli, ha ricordato a tutti i presenti in sala il valore essenziale della lotta anche quando la battaglia è persa in partenza

Bordighera. Allo storico cinema Olimpia di Bordighera, lo scorso 17 marzo, si è svolto il secondo incontro della rassegna “Costruire un nuovo sguardo”, parte del progetto “Formare gli sguardi: educazione al linguaggio visivo e cinematografico attraverso le lenti dell’inclusività”, ideato dall’istituto di superiore Fermi-Polo-Montale di Ventimiglia, diretto dalla dirigente scolastica Antonella Costanza, in collaborazione con Women in Film, Television & Media Italia.

Ad introdurre la proiezione, l’esperta formatrice Miur, la professoressa Giulia Iannello, Simona Giaconella socia Wiftm Italia e la referente di progetto per la scuola, la professoressa Ambra Saitta, tutte unite nel dare il bentornato alle ragazze e ai ragazzi dell’istituto, alle associazioni del territorio impegnate sui temi della parità di genere e dell’inclusione e presenti in sala (Penelope coordinamento donne e Noi4You), presentando il film in calendario come il secondo tassello di un percorso cinematografico le cui protagoniste e protagonisti sfidano davvero il nostro tradizionale modo di veder rappresentata la realtà e le sue storie.

Dopo “Amanda” di Carolina Cavalli, il racconto proiettato sullo schermo ha dato voce questa volta ad un’altra figura femminile, sicuramente più celebre per il grande pubblico ma certo mai raccontata in modo così poco convenzionale: “Chiara”, della regista Susanna Nicchiarelli, presentato in concorso alla 79° mostra internazionale del cinema di Venezia, è stato fondamentalmente questo, l’incontro con una storia, quella di Santa Chiara di Assisi, che, seppur già tante volte ascoltata e letta,  si carica di significati altri perché altro è il punto di vista che la genera, quello di un personaggio tradizionalmente ancillare rispetto al ben più noto San Francesco.

E a suggerire ciò è già il titolo, “Chiara” e non Santa Chiara, a ribadire che l’occhio della macchina da presa scruta la donna, anzi la giovanissima donna, e non il ritratto agiografico della storiografia ufficiale. È così che una figura tradizionalmente percepita come esemplare e distante dalla comune esperienza umana diventa una di noi, molto più vicina di quanto sia mai stata alle nuove generazioni e, in particolar modo, alle sue giovani donne: Chiara in fondo non è altro che un adolescente in lotta, in lotta contro la famiglia che non ne sostiene le aspirazioni, in lotta contro le istituzioni che non le permettono di essere libera, in lotta contro una cultura che non le riconosce pari dignità rispetto all’uomo e la mortifica, additandola come la quintessenza del male, la tentazione, solo perché donna.

E poi c’è la grande attenzione accordata alla ricostruzione storica, perfino nel linguaggio usato dagli attori, il volgare umbro dell’epoca: il tutto per restituire con quanta più autenticità possibile la cifra culturale di un’epoca che per la prima volta tenta di parlare a tutti attraverso la lingua di tutti.

Di questo si è parlato nella tavola rotonda a seguire, moderata dalla professoressa Giulia Iannello, che ha coinvolto la regista Susanna Nicchiarelli e le referenti di progetto per Wiftm Italia,Federica Nicchiarelli, e per la scuola, Ambra Saitta, in un confronto sui temi e sulle scelte stilistiche della regia: dal formato e dalle inquadrature che raccontano Chiara mai da sola ma sempre insieme alle sue sorelle, proprio a rimarcare il valore della sorellanza e della vita comunitaria,  ai costumi che hanno tratto ispirazione
dalla moda rivoluzionaria degli anni Settanta e che cercano anche nelle acconciature di restituire il senso di ribellione delle giovani sorelle.

Dal tema della povertà come strumento di liberazione spirituale, mai così attuale in un presente scisso tra consumismo e sostenibilità, a quello della lotta che sempre dovrebbe accomunare i giovani di ogni
generazione: in conclusione infatti, la regista Susanna Nicchiarelli, a cui l’istituto rivolge un grazie particolare per la generosità con cui si offre al confronto con il mondo della scuola, ha ricordato a tutti i presenti in sala, giovani e meno giovani, il messaggio che ha voluto inviare attraverso “Chiara”: il valore essenziale della lotta, anche quando la battaglia è persa in partenza, perché “resistere”,  quando tutto è contro come per Chiara, può essere talvolta l’unico modo di vivere una vita vera e, al contempo, di innescare il cambiamento.

Riviera24- progetto “Formare gli sguardi” fermi-polo-montale