Le scuole di Pieve di Teco e Pontedassio celebrano la giornata della memoria e del ricordo delle vittime delle mafie

22 marzo 2023 | 07:01
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Le scuole di Pieve di Teco e Pontedassio celebrano la giornata della memoria e del ricordo delle vittime delle mafie
Le scuole di Pieve di Teco e Pontedassio celebrano la giornata della memoria e del ricordo delle vittime delle mafie
Le scuole di Pieve di Teco e Pontedassio celebrano la giornata della memoria e del ricordo delle vittime delle mafie
Le scuole di Pieve di Teco e Pontedassio celebrano la giornata della memoria e del ricordo delle vittime delle mafie
Le scuole di Pieve di Teco e Pontedassio celebrano la giornata della memoria e del ricordo delle vittime delle mafie

Commovente la chiusura della manifestazione dopo la lettura dei tanti nomi delle vittime innocenti delle mafie la scrittura dei loro nomi per terra, in piazza, con i gessetti, in un gesto di memoria collettiva colorata e viva.

Pieve di Teco- Pontedassio. Il 21 di marzo non è solo la prima giornata di primavera, ma grazie alla costanza e la tenacia dell’Associazione Libera dal 1996 è anche diventata la giornata nazionale della memoria e dell’impegno: della memoria e del ricordo di tutte le vittime innocenti delle mafie e dell’impegno alla partecipazione attiva di tutti, dai bimbi ai nonni, nel contrasto a tutte le mafie.
Dal lontano ’96 in cui si svolse la prima manifestazione a Roma, questa giornata simbolica ha attraversato tutta l’Italia, anno dopo anno, insinuandosi in ogni territorio, nei municipi, nelle scuole, nelle piazze e quest’anno, accanto alla manifestazione nazionale tenutasi a Milano, anche a Pontedassio e a Pieve di Teco le scuole hanno promosso incontri e iniziative che hanno portato centinaia di ragazzi nelle piazze delle due città.
Il 20 marzo a Pieve di Teco e il 21 marzo a Pontedassio, gli studenti e i loro insegnanti, arrivati al momento conclusivo del loro percorso scolastico di cittadinanza attiva durato più di 4 mesi, hanno invaso le piazze delle due cittadine portando i prodotti del lavoro fatto in classe, letto i nomi delle più di 1.200 vittime innocenti delle mafie, scritto i loro nomi con dei gessetti per terra e cantato insieme canzoni diventate negli anni inni della partecipazione, dell’antimafia, dell’impegno di tutti.
Il progetto voluto e promosso dalla dirigente Serena Carelli dell’Istituto Comprensivo di Pieve di Teco e Pontedassio ha avuto inizio a novembre con una formazione rivolta a tutti i docenti realizzata insieme all’Associazione Libera. Con il coordinamento di Maura Orengo referente provinciale di Imperia, si sono succeduti come formatori in serate differenti Michele Gagliardo, responsabile nazionale della formazione di Libera e Daniela Marcone, vicepresidente di Libera e referente nazionale dell’Area Memoria. Il percorso per gli insegnanti è poi proseguito insieme al formatore Mauro Maggi che ha accompagnato nel processo che ha portato a queste giornate conclusive 17 insegnanti volontari (e volenterosi) nello sperimentarsi nella progettazione e nella realizzazione di un progetto tematico in classe. Sono nati così 13 percorsi diversi, unici, ma perché no, replicabili, nelle 13 classi coinvolte. Il percorso prevedeva tematiche differenti, quali la convivenza, il valore della legalità, della giustizia e della partecipazione democratica, che sono stati tradotti in attività attraverso le quali i ragazzi hanno potuto confrontarsi, approfondire e imparare molto sulle mafie e la cittadinanza responsabile. E anche gli insegnanti hanno sperimentato un modo di fare scuola che li ha visti protagonisti e partecipi di una didattica innovativa.
L’atto conclusivo dei laboratori prevedeva l’elaborazione di un’attività da proporre ad altre classi in un incrocio di laboratori che si è tenuto in queste giornate conclusive nelle due scuole prima di andare in piazza tutti insieme per la celebrazione finale. Imparare dagli altri studenti, farli sperimentare in uno scambio reciproco tra classi, età e provenienze diverse è stato davvero un valore aggiunto dei percorsi che invece che chiudersi tra le mura scolastiche, questa volta hanno visto un incrocio di esperienze e di creatività.
Tredici  classi, tredici percorsi diversi: c’è stato il laboratorio del professore di musica che partendo dalla sua materia ovviamente, ha approfondimento i testi di alcune canzoni, e ha portato poi i ragazzi a cantare in piazza; un’insegnante di italiano ha elaborato un gioco di ruolo per far capire cosa voglia dire vivere schiacciati dalla cultura mafiosa; alcune maestre delle elementari hanno progettato un
gioco di ruolo usando la programmazione in “coding”; un insegnante è partito da un libro per indagare la figura del magistrato Giovanni Falcone; più di un insegnante ha ragionato sulla metafora ambientale della rinascita, metafora che il primo giorno di primavera stimola e amplifica: tante le piantine appena in fiore si sono viste a Pieve di Teco. Un’insegnante ha fatto giocare in palestra facendo capire che le regole servono per convivere e se uno gioca a un gioco diverso, le cose non funzionano affatto. Una maestra ha usato la metafora del puzzle, solo che le tessere erano le regioni d’Italia, per cui: come le diverse regioni compongono uno stato, allo stesso modo gli studenti
compongono una classe, le classi le scuole, le scuole un pezzo della società, che incastrato con le altre “tessere” sociali, forma i paesi, le città  e così via.
Insomma tanti percorsi diversi, che per lo più sono partiti dall’esigenza di fare scuola, di approfondire tematiche dettate dal programma, ma gli insegnanti sono stati bravi a sviluppare le loro materie in modi diversi, creativi e innovativi. Hanno sperimentato forse un modo possibile di fare scuola, di approfondire e di studiare. Il laboratorio formativo per i docenti aveva anche questo
come obiettivo.
Nei due momenti conclusivi in piazza le scuole hanno davvero colorato le città coinvolgendo chiunque passasse. Tanti i genitori dei ragazzi che si sono aggiunti spontaneamente, e così i passanti che si sono fermati a capire che stava succedendo di “strano”. Commovente la chiusura della manifestazione dopo la lettura dei tanti nomi delle vittime innocenti delle mafie (troppi!) la scrittura dei loro nomi per terra, in piazza, con i gessetti, in un gesto di memoria collettiva colorata e viva.
Le scuole sono state promotrici di un vero incontro sociale, hanno partecipato i carabinieri di Pieve di Teco e Borgomaro, la polizia municipale, i parroci di Pieve di Teco e Pontedassio e la vicesindaco Rossana Zunino e l’assessore all’istruzione Benedetta Papone. Ma sicuramente dimentichiamo qualcuno.
Un insegnante a fine giornata ha detto: «Non pensavo si potesse fare una cosa così, anche qui» Magari è solo l’inizio di una tradizione, il 21 di marzo d’altra parte arriva ogni anno. Anche qui.