La “Strada della Cucina Bianca – Civiltà delle Malghe”, dopo vent’anni si allarga anche al territorio cuneese e francese

4 marzo 2023 | 07:57
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La “Strada della Cucina Bianca – Civiltà delle Malghe”, dopo vent’anni si allarga anche al territorio cuneese e francese

è un itinerario enogastronomico lungo i sapori della transumanza che attraversa la civiltà delle malghe e trova il suo naturale completamento in La Brigue nel Dipartimento delle Alpi Marittime francesi ed in Briga Alta, che si trova in Provincia di Cuneo.

Alta Valle Arroscia. Dopo vent’anni si allargano al loro naturale corso le strade della cucina bianca della civiltà delle Malghe che oltre ai paesi dell’Alta Valle Arroscia si estenderà anche al territorio cuneese del Comune di Briga Alta che a quello francese del Comune  de La Brigue oltre all’associazione culturale “A Vastera – Uniun di tradisiun brigasche” che faranno parte a tutti gli effetti dell’itinerario. Una storia quella della cucina bianca che unisce due nazionalità, quella italiana e francese e che ruota attorno al monte Saccarello e che unisce due popoli attraverso la cultura culinaria e delle tradizioni che si sono tramandate sino ai giorni nostri.

« Nel 2002 sulla base delle strade del vino- spiega il consigliere comunale di Mendatica Paolo Ramella– la Regione aveva fatto una legge sulle Strade da Prodotto portando alla luce l’associazione Strade della cucina bianca- civiltà delle malghe tra i Comuni liguri ma già allora si era capito che questo spazio era limitante, perché siamo in una zona di confine, transfrontaliera. Nello statuto c’era un articolo (il 17) specifico che rimandava alla possibilità di allargare il percorso a quello che era il suo naturale completamento, infatti nelle cartine l’itinerario della strada di prodotto segnava anche, con colori diversi,  la strada che arriva a La Brigue, Tenda, Piaggia, Upega e il Carnino, Viozene e quindi in Piemonte. Recentemente si è vista la necessità di riprendere questo discorso grazie alla Carta Europea del Turismo Sostenibile del Parco Alpi Liguri dove , il Comune di Mendatica ha proposto di rivitalizzare la strada della cucina bianca con il suo ampliamento che la farebbe diventare una delle prime strade di prodotto transfrontaliere internazionali.  La scorsa settimana si è svolta un’assemblea dove gli operatori hanno votato a favore dell’allargamento dei territori di La Brigue e di Bruga Alta. Il percorso è  turistico ed è anche oggetto della nuova programmazione europea perché dal Colle di Tenda a Monesi è stata già fatta la Monesi-Limone sull’Alta Via del Sale che parte integrante di questo percorso. Inoltre la settimana scorsa si parteciperà al progetto delle  ciclovie delle Alpi del Mare.  Anche l’albergo dell’Angelo di Pieve di Teco, il Rifugio Chionea e la cooperativa La volpe e il mirtillo di Ormea che,  possono contribuire la diffusione della cucina bianca anche se non sono all’interno dell’associazione né del direttivo».

«La cucina bianca- continua Ramella– la si conosce a Mendatica negli anni ’90 a seguito di ricerche su quella che era la cultura della transumanza e delle malghe abbiamo visto che c’era una cucina tipica dei pastori e delle popolazioni che andavo in transumanza nelle Malghe ed ecco perché si chiama cucina bianca civiltà delle malghe. Dopo un ulteriore approfondimento abbiamo visto che non era solo di Mendatica ma anche dei paesi vicini ma anche dell’area brigasca, e la civiltà delle malghe ruotava attorno al Monte Saccarello quindi da Briga marittima o in Francia, La Brigue, il Tenda e poi Mendatica, Montegrosso, Cosio, Pornassio, Triora e poi anche Ormea e Viozene e anche Ponti di Nava.  Si chiama Cucina bianca perché vengono utilizzati prodotti farinaceo, latticini ma anche alcune verdure di montagna, patate, porro, cavolo e la verza».