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Civezza e la tradizione dei matrimoni. Ecco cosa succedeva a chi sposava le “civezzine”

25 marzo 2023 | 09:00
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Civezza e la tradizione dei matrimoni. Ecco cosa succedeva a chi sposava le “civezzine”

“U sbaru”, una sorta di “mogli e buoi dei paesi tuoi” tradotta in formula matematica

Civezza. La prima settimana di primavera apre anche la stagione dei matrimoni e le tradizioni tornano ad affacciarsi, soprattutto nei piccoli borghi. Il comune di Civezza è celebre per una tradizione centenaria, rispettata fino a qualche anno ma che oggi qualcuno sta cercando di riscoprire e che si chiama “U sbaru”, una sorta di “mogli e buoi dei paesi tuoi” tradotta in formula matematica.

Questa era anticamente la definizione di una sorta di “tassa” in uso per uno “straniero” che decideva di prender in moglie una civezzina: considerando che i giovani di Civezza perdevano una “papabile” moglie, i neosposi venivano bloccati all’uscita della chiesa tramite un cordino o un nastro colorato. Le forbici per tagliare “l’impedimento” venivano date dagli scapoli agli sposi dietro la consegna di una busta con una cifra stabilita.

E se lo sposo non offriva la busta? I ragazzi del paese a sera tardi andavano sotto la casa degli sposi a far “ciaavugli” ovvero musica disturbante, soprattutto la prima notte di nozze.