Beni confiscati alla mafia, Marco Grasso: «La provincia di Imperia ha un numero procapite di incendi dolosi assimilabile a Crotone»

30 marzo 2023 | 11:44
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«Eppure le autorità dicevano che l’ndrangheta ad Imperia non esisteva che anzi fosse “un’isola felice»

Imperia. Al convegno “Riprendiamoceli” sui beni confiscati alle mafie, si parla anche di “A meglia parola. Liguria terra di ‘ndrangheta”,  il libro pubblicato nel 2013 da Marco Grasso e Matteo Indice per documentare la presenza dell’ndrangheta in Liguria.

«Il titolo nasce dal proverbio calabrese “A meglia parola è quella che non si dice”. Abbiamo descritto la caratteristica principale di questa organizzazione criminale ovvero la mimetizzazione» spiega il giornalista Marco Grasso.

Per capire meglio dove si colloca la provincia di Imperia nella mappa dell’ndrangheta, Marco Grasso sottolinea: «Tra il 2008 e il 2009 tra Sanremo e Bordighera vanno a fuoco decine di locali. Una ricerca del Ministero dell’Interno prova a dare un ordine quantitativo con una cartina sugli incendi dolosi in scala nazionale, che vede al centro una zona gialla, al sud da arancione rosso. E Imperia? E’ l’unica provincia tra centro e nord con colorazione arancione e un numero procapite di incendi dolosi assimilabile a Crotone. Questi incendi dolosi avevano un modus operandi: c’era un listino prezzi e l’ndrangheta li appaltava a dei criminali nimori».

Non solo incendi dolosi ma anche un altro “record” come ricorda Grasso:« La Liguria ha inanellato un record nella storia del Nord Italia, con ben 2 comuni sciolti per infiltrazioni mafiose. Tutto questo nello stesso periodo in cui varie autorità dicevano che l’ndrangheta ad Imperia non esisteva che anzi fosse “un’isola felice”. Ricordiamo che i primi collaboratori di giustizia hanno raccontato che in Liguria, all’epoca, ci fossero almeno quattro “locali”: le locali sono emanazioni dell’ndrangheta sul territorio, una vera e propria struttura operativa» conclude Marzo Grasso.