Acqua inquinata a Taggia e Sanremo, Procura apre inchiesta contro ignoti. Scajola su cause: «I pozzi pescano nel fondo»
Effettuate manovre di rete per by-passare i pozzi inquinati
Imperia. La Procura di Imperia ha aperto un’inchiesta contro ignoti per l’emergenza legata alla presenza di ‘1, 2, 3 tricloropropano’ nella rete acquedottistica che serve il comune di Taggia e parte del comune di Sanremo. Al momento, come emerso dal vertice che si è svolto in Prefettura, non si hanno certezze sulle cause che hanno portato alla non potabilità dell’acqua in alcune aree di Taggia e Sanremo.
All’incontro odierno, il secondo dopo l’emergenza scattata sabato, quando a seguito di controlli è stata scoperta la presenza di una sostanza non normata, ‘1, 2, 3 tricloropropano’ appunto, all’interno della rete idrica, erano presenti il prefetto Valerio Massimo Romeo, il presidente della provincia e dell’ato idrico Claudio Scajola, l’assessore regionale alla Protezione civile e Ambiente Giacomo Giampedrone, dei sindaci delle zone interessate, di Rivieracqua, Asl1 e Arpal.
«Partiamo sempre dallo stesso presupposto – ha dichiarato Scajola – Il servizio idrico in questa provincia è stato molto trascurato e quindi i pozzi pescano nel fondo e pescando nel fondo nascono questi problemi. Dobbiamo accelerare le verifiche, che non possono essere così lunghe, ma devono essere più celeri affinché le risposte della positività quando si esce dai parametri falsati possa essere più celere. Mi pare che si stia avviando a soluzione il problema anche con l’isolamento di alcuni pozzi e alcuni by-pass fatti dentro l’acquedotto. Credo che questo problema che sta creando grandissimo disagio andrà a soluzione in tempi relativamente brevi. Ma questi problemi non si devono ripetere e si potrebbero ripetere continuando la siccità. Quindi bisogna accelerare ulteriormente, cosa che devo dire stiamo facendo da due mesi con grande impegno affinché il sistema dell’adduzione delle fonti di approvvigionamento possa essere un sistema che garantisca il servizio».
Sulle cause che hanno portato l’inquinamento, Scajola dice: «E’ difficile da capire, ma la cosa più probabile è che sia proprio questo il motivo: pescando nel fondo c’è sempre qualche cosa che può falsare questi parametri, che non sono parametri pericolosi ma sono comunque fuori dalla norma prevista, e quindi bisogna evitare che succeda. E quindi bisogna manutenere i pozzi, fare le infiltrazioni giuste e avere l’adduzione di acqua che sia la migliore. Paghiamo i mancati investimenti e una gestione di Rivieracqua che, ahimè, personalmente dico da molti anni».
«Come protezione civile regionale – ha affermato Giampedrone – Continueremo nella comunicazione in questa prima fase dell’emergenza, finché i dati non torneranno negativi in modo da poter liberare dai vincoli delle ordinanze sia di Taggia che di Sanremo, che stanno tenendo una fetta importante della popolazione di quei territori, purtroppo senza l’utilizzo dell’acqua per lo scopo idro-potabile, ma anche solo per poter cucinare. Continueremo ad analizzare i dati, in attesa che questo miglioramento che abbiamo visto almeno nella rete idrica, possa confermarci di poter ridare la piena potabilità. Nei quindici giorni successivi, inoltre, cercheremo con il gestore di scollegare i quattro pozzi incriminati, collegandoli direttamente al Roya. Una manovra che avverrà in qualche settimana e ci consentirà, nel caso in cui i pozzi dovessero tornare ad avere episodi di questo tipo, di essere scollegati e di tornare a utilizzare la fonte di approvvigionamento del Roja». «Questo intervento – ha aggiunto – E’ possibile grazie alle risorse del fondo strategico regionale già stanziate per 5,8 milioni di euro». Nel frattempo, per ovviare ai disagi subiti dalla popolazione, la Protezione civile regionale ha fornito 2 serbatoi da 5mila litri ciascuno al Comune di Taggia, consegnando anche 3 bancali e mezzo di bottiglie d’acqua per i Comuni di Taggia e Sanremo e domani metterà a disposizione altri 4 bancali per la popolazione interessata dai disagi insieme ad altre due cisterne da 3mila litri ciascuna per il Comune di Sanremo.
«Sabato e domenica abbiamo effettuato delle manovre di rete per escludere i due pozzi principalmente inquinati – ha spiegato Angela Ferrari, direttore generale Rivieracqua – Stiamo controalimentando con il Roja, quindi non attingiamo più, al cinquanta percento, l’acqua dai pozzi, ma alimentiamo direttamente dal Roja e nei prossimi giorni completeremo queste manovre per cercare di escludere completamente i pozzi incriminati che sono solamente quattro. Ricordo che i campo pozzi del torrente incriminato sono quattro, solamente uno dei quattro risulta presentare questo carattere non rientrante nei parametri. Ci siamo impegnati a completare questa manovra nel più breve tempo possibile, c’è stato un impegno da parte della autorità affinché le analisi, che vengono fatte costantemente da Rivieracqua e dagli enti preposti, verranno fatti in continuità e si cercherà di accelerare non solo l’elaborazione delle analisi ma anche i tempi di referto da parte dell’Asl. Usciamo con uno spirito un po’ più positivo considerando le analisi che sono state fatte negli ultimi giorni».
Il vertice ha rasserenato anche il vice sindaco del Comune di Sanremo Costanza Pireri, che segue passo passo l’emergenza essendo il sindaco Alberto Biancheri impegnato all’estero: anche se per la frazione di Poggio, così come per Taggia, i tempi di ritorno alla normalità sembrano essere più lunghi, per le altre zone di Sanremo interessate dall’ordinanza che vieta il consumo di acqua dalla rete comunale la soluzione del problema potrebbe arrivare a ore. «Nella riunione si è potuto parlare con tutti – ha spiegato Pireri -. E’ emerso nella discussione, confrontandosi Arpal, Rivieracqua e Asl1, che con due campionature negative si può togliere il divieto dalle zone. Per cui verranno effettuate campionature tutti i giorni, e grazie alla disponibilità di Arpal, la risposta sarà molto più rapida rispetto alle 24 ore. Se nella campionatura di domani risulteranno negative le zone che già sono risultate negative negli ultimi test, potremo revocare l’ordinanza in quei luoghi». Il problema, per Sanremo, resterebbe dunque solo a Poggio, dove l’acqua viene pescata direttamente dai pozzi dell’Argentina e non arriva diluita con quella del Roja come invece avviene nelle altre località matuziane.