Sanremo. «Le donne avevano canzoni incredibili e quindi ci sono rimasto molto male vedendo che nella cinquina non ci fosse neanche una donna. Evidentemente devono cambiare ancora delle cose in questo Paese. Sarebbe stato bellissimo avere almeno una donna». Lo ha detto in conferenza stampa Marco Mengoni, che ieri, dal palco dell’Ariston, ha dedicato la vittoria del 73esimo Festival di Sanremo alle donne in gara, escluse dalla top five.
«Dedico questo Festival anche, anzi soprattutto, alla donna che mi ha messo al mondo», ha aggiunto.
Mengoni ha confermato la volontà di partecipare all’Eurovision Song Contest, che il prossimo anno si terrà a Liverpool: «Voglio andare all’Eurovision, ma io porto tutti: facciamo un coro», ha scherzato.
«Per oggi non c’è spazio per nuove aspettative – ha aggiunto Mengoni – Mi vorrei godere tutte le serate, questa vittoria e questa giornata. Piano piano ci prepareremo e penseremo di andare al meglio. Sono molto contento di vedere Liverpool perché non ci sono mai stato. Da domani inizieremo a pensare a tutto».
Incredulità e grande soddisfazione anche per Lazza e Mr. Rain, arrivati secondo e terzo. «Non so cosa dire, sono ancora shoccato da ieri», ha detto Lazza. Con te ha vinto l’hip hop? «Ha vinto anche il gospel e il soul che in Italia non sono del tutto scontati – commenta l’artista – Il pezzo è cresciuto tanto, di giorno in giorno e ho sentito tante persone cantarlo. E’ giusto che sia andata così, Marco ha un gran pezzo».
Un terzo posto inaspettato per Mr Rain, al secolo Mattia Balardi, che commenta: «Non me lo aspettavo ci tengo a ringraziare Amadeus, il coro dei bimbi e tutti quelli che mi hanno supportato. Condividere il palco con 28 artisti così bravi è una vittoria personale». Un brano, quello dell’artista, che è arrivato tanto al pubblico e che parla di cose che non sempre si riesce ad elaborare: «E’ un inno al chiedere aiuto in un momento di debolezza Ho raccontato la mia storia personale, quando vivi una storia cupa ti senti l’unico al mondo. E’ importante accettarsi, con le proprie insicurezze e mostrarsi per come siamo».
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