Sanremo, la “nostalgia canaglia” della Russia per il Festival al tempo della guerra in Ucraina
Sanremo. Manca sempre meno alla 73esima edizione del Festival della Canzone Italiana ma la sua fama varca i confini italiani sin dalle sue prime edizioni. Non solo nel Bel Paese ma anche in Europa e soprattutto nei paesi dell’est dove la kermesse è sempre apprezzata e seguita . Il Festival e la Russia legame indissolubile anche se negli ultimi tempi, per via della guerra in Ucraina, il rapporto si è un po’ raffreddato. Ma ai tempi della famigerata “Cortina di Ferro”, il Festival di Sanremo era la porta dell’occidente per le popolazioni dell’est Europa “rifugiatesi” sotto il “Patto di Varsavia”. Così le canzonette di Sanremo furono, in un certo senso, un’apripista della perestrojka e della glasnost’, le celebri riforme di Gorbaciov che se nel mondo occidentale furono accolte come un grande processo di democratizzazione dell’Urss, a Mosca e dintorni invece furono l’inizio della fine dell’apparato sovietico e non.
Così oltre 40 anni fa i sovietici, si innamorarono del Festival di Sanremo e delle sue canzoni: nel 1983 ad esempio la serata finale del Festival, vinto da Tiziana Rivale, fu trasmessa dalla “grigia” televisione di stato, consolidando un rapporto indissolubile, ancora oggi, tra la musica italiana e la Russia. Un’eredità nostalgica, quella di Sanremo per la Russia, che riecheggia nelle canzoni di Al Bano e Romina, Adriano Celentano, Pupo, Riccardo Fogli e Toto Cutugno. Questi artisti, tutti passati dal palco dell’Ariston, in Urss prima e Russia dopo, hanno riempito teatri e palazzetti dello sport e portato oltre cortina un pezzo d’Italia.
Al Festival di Sanremo del 1999 fu ospite l’ultimo leader dell’Urss Mihail Gorbaciov che come scrive l’Ansa, il giorno dopo la sua partecipazione a Sanremo ’99 incontrò i giornalisti parlando a tutto campo, sottolineando anzitutto come «quando milioni di persone si uniscono davanti al video per partecipare ad un evento come Sanremo che migliaia di giornalisti raccontano, sta succedendo qualcosa che riguarda la democrazia». O nel 2013 l’eterno secondo Toto Cutugno si esibì con il Coro dell’Armata Rossa, sulle note della celebre hit “L’Italiano”, canzone vincitrice morale dell’edizione del 1983. In Russia di recente, l’amore per Sanremo e per la musica italiana, (ovviamente tutto rivisitato), sono apparse in televisione, sotto forma di divertente satira, del costume italiano, nelle trasmissioni dal titolo “Ciao 2021” e “Ciao 2022”, lo spettacolo di capodanno della tv russa, creato dal genio di Ivan Urgant e compagni. Nell’edizione numero 73 della kermesse canora più famosa d’Italia e non solo, la festa musicale italo-russa sarà messa da parte, dalla dura realtà, da una guerra fratricida tra due popoli gemelli: sabato sera è previsto l’intervento – registrato- del presidente ucraino Zelensky, capo di stato di una nazione aggredita proprio dalla Russia. E chissà se le canzonette di Sanremo potranno aprire il cuore dei potenti e mettere fine ad una guerra assurda.