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Rsa Le Palme, le intercettazioni choc: «Qui non diamo da bere per non far pisciare»

17 febbraio 2023 | 09:09
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Rsa Le Palme, le intercettazioni choc: «Qui non diamo da bere per non far pisciare»

Se il cibo non veniva buttato nel wc o nei cestini presenti, capitava che a mangiarlo fossero gli operatori socio sanitari

Taggia. «Qui te l’ho già detto come sono abituati… che, non diamo da bere per non far pisciare... non diamo da mangiare perché sennò ingrassano… anzi, se è diamo da mangiare un po’ meno».  Si evince dalle parole dell’operatrice socio sanitaria Marisa Di Michele, 60 anni, i comportamenti disumani, smascherati dalla Guardia di Finanza, che alcuni tra gli infermieri e gli operatori sanitari impiegati nella Rsa “Le Palme” di Taggia attuavano nei confronti degli ospiti della struttura.

Ascoltando le parole della Oss, una collega, contrariata dal suo modo di pensare, replica: «No no.. sai che c’è gente che ha perso 10 chili». Dieci chilogrammi in meno dal ricovero in struttura. Per capire come sia possibile, basta leggere le circa 300 pagine di ordinanza. Oltre alla violenza fisica, alle umiliazioni e alle minacce, molto spesso agli anziani ospiti non venivano somministrati i pasti. «Durante la somministrazione del pasto, a seguito di reticenza da parte dell’ospite, l’oss esclama: “Che io faccia difficoltà così a darti da mangiare è il colmo eh” – si legge – Dopodiché (l’Oss, ndr) versa parte dello yogurt nel pasto non ultimato e getta il tutto nel wc presente in stanza». Un comportamento che ricorre molto spesso.

«Alle ore 08.57.43, l’Oss dopo aver dato una minima parte della colazione alla paziente, si reca nel bagno della stanza e getta nel water la restante parte non volutamente somministrata», scrivono gli inquirenti. E ancora: «Alle ore 11.51.00, l’Oss, dopo aver somministrato una piccola parte del pasto alla paziente G., si dirige nel corridoio adiacente alla stanza e getta nel cestino la restante parte non volutamente somministrata». «”Non ho voglia di sentirti…ciao” ed esce dalla stanza lasciando l’ospite senza cibo ed acqua».

Se il cibo non veniva buttato nel wc o nei cestini presenti, capitava che a mangiarlo fossero gli operatori: «Durante la somministrazione del pranzo agli ospiti della stanza 4**, la stessa mangia in loro presenza i budini/yogurt a loro destinati». Ancora: «[…]La oss esce dalla stanza per recuperare lo yogurt dell’ospite. Successivamente, con la scusa di prendere della carta per l’ospite, si reca nel bagno ubicato all’interno della stanza, portando con sé il vasetto aperto dello yogurt. Una volta dentro il bagno si china per recuperare della carta igienica e contemporaneamente si porta il vasetto di yogurt alle labbra e ne ingerisce due sorsate e, dopodiché, entra nella stanza per somministrare all’ospite quello che resta del dessert».

Per altri degenti, il momento del pasto si trasformava in un incubo a causa delle violenze subite. «Nel servire il pranzo all’ospite, utilizza violenza fisica per far aprire la bocca all’ospite verosimilmente premendo sulle guance (operatore si trova di spalle alla telecamera), tanto da provocare dolore all’ospite che fa un verso di dolore – si legge nelle carte dell’inchiesta – L’o.s,s. compiaciuto esclama: “eh. visto che ho trovato il modo di farti aprire la bocca”. Dopodiché esclama: “(bestemmia), giuro se mi fai sporcare la canottiera ti mangio, dai!” Dopo alcune difficoltà nel farlo mangiare, getta nel wc il cibo rimasto nel piatto».