La storia di Lidia Poët su Netflix, il primo avvocato donna morta a Diano Marina
La serie televisiva ripercorre le vicende e le battaglie da lei sostenute per vedere affermato il suo diritto a svolgere la professione di avvocato
Diano Marina. Sta riscuotendo un grande successo la serie televisiva approdata sulla piattaforma Netflix ispirata alla storia di Lidia Poët, la prima donna a esser entrata nell’Ordine degli Avvocati che perse la vita nel febbraio del 1949 a Diano Marina all’età di 94 anni.
La serie televisiva, seppur romanzata e caratterizzata da molti elementi di fantasia, ripercorre le vicende e le battaglie sostenute da Lidia Poët per vedere affermato il suo diritto a svolgere la professione di avvocato.
Infatti, in un’epoca in cui il ruolo della donna era ridotto a crescere figli e ad accudire il marito, Lidia Poët coltivava il desiderio di diventare avvocato, motivo per il quale, nel 1881, all’età di 25 anni, conseguì la laurea in giurisprudenza con una tesi sulla condizione femminile nella società e il diritto di voto per le donne.
Un sogno ostacolato da una sentenza della Corte d’Appello, che nella Torino dell’Ottocento, dichiara illegittima l’iscrizione della protagonista all’albo degli avvocati, impedendole di esercitare la professione solo perché donna.
Lidia Poët, non potendo esercitare a pieno titolo il suo mestiere, trova un lavoro presso lo studio legale del fratello Enrico dove, oltre a preparare il ricorso per ribaltare la decisione della Corte, si concentra molto sulla difesa dei diritti dei minori, emarginati e delle donne, sostenendo anche la causa del suffragio femminile.
Una storia caratterizzata da battaglie e difficoltà, ma anche di determinazione e senso della giustizia, che si concludono con l’iscrizione all’albo della Poët all’età di 65 anni, grazie all’approvazione da parte del Parlamento della legge Sacchi, rendendola la prima avvocatessa italiana.