Al Festival del disarmo sventolano le bandiere russe: «Amici dei popoli. No a Putin»
Ospiti della controkermesse Povia e il giurista Ugo Mattei. La proposta di due referendum nazionali per fermare l’invio di armi e contro i privati nella sanità
Sanremo. Sventolano anche le bandiere russe a Sanremo nel giorno della finalissima del Festival 2023. In Pian di Nave è iniziato intorno alle 10 il “Festival del disarmo”, contromanifestazione per la pace e per chiedere lo stop all’invio di armi all’Ucraina, nata sull’onda del dissenso generato dall’annuncio della partecipazione del presidente Zelensky alla serata finale di Sanremo.
Organizzata dal collettivo Pecora Nera, l’evento è entrato nel vivo intorno alle 16:30 con l’arrivo del cantautore Povia (già vincitore del Festival originale) e il giurista, nonché presidente del neo Comitato di liberazione nazionale Ugo Mattei. «Abbiamo chiamato degli esperti che parlassero della questione Ucraina con un po’ più di sofisticatezza, capaci di andare oltre alla narrazione del buono contro il cattivo. Per noi non era un bene avere a Sanremo Zelensky, in qualsiasi forma si fosse manifestato il suo messaggio sulla Rai. A tal proposito ho inviato questa mattina una pec a viale Mazzini chiedendo che oltre all’appello di Zelensky venga letto da Amadeus anche il nostro messaggio, per dare una visione delle cose che non sia quella di una sola parte, degli italiani dubbiosi che vorrebbero utilizzare i soldi delle armi per migliorare lo stato sociale e le condizioni della parte più debole della popolazione» , – ha spiegato Mattei -.
In piazza le bandiere russe. «Abbiamo detto che le bandiere sarebbero state libere per dare colore alla piazza. Questa non è una manifestazione filo putiniana, è una manifestazione filo russa, nel senso amica del popolo russo così come siamo amici del popolo ucraino. L’Italia ripudia la guerra. Crediamo sia molto importante far partire anche in Italia un movimento contro la guerra che sia solido, pensoso, lungimirante nell’interesse di tutti». Conclude Mattei: «Lanciamo qui da Sanremo la proposta di due nuovi referendum nazionali contro l’invio di armi e per escludere i privati dalla gestione della sanità pubblica».
Dalla piazza anche la testimonianza di Alessandro, uno dei partecipanti presenti con la bandiera bianco, blu rosso. «Parlo avendo vissuto e lavorando anche nella federazione russa. Da italiano ho visto un cambio di idee. Fino a qualche anno fa, quando i russi venivano a spendere in Italia, eravamo tutti contenti e felici perché questo ci aiutava. Adesso li consideriamo tutti dei criminali. E chi paga? I popoli. E’ vero, la Russia ha invaso. Ma neanche l’Europa non ha fatto nulla per evitarlo. Di conseguenza questa è una situazione che è in essere. Adesso dobbiamo trovare il modo di uscirne, ricordandoci che noi italiani siamo famosi per la capacità di unire i popoli. Dare le armi all’Ucraina non è una soluzione. Siamo qui per fare la nostra piccola parte. Servirà? Lo vedremo».