Valle Arroscia, i sindaci dell’Unione dei Comuni si mobilitano contro la sospensione del servizio di guardia medica nell’entroterra

30 gennaio 2023 | 17:04
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Valle Arroscia, i sindaci dell’Unione dei Comuni si mobilitano contro la sospensione del servizio di guardia medica nell’entroterra

«Questa decisione in contrasto con il nuovo progetto della Casa di Comunità da voi individuata nel nostro territorio al fine di poter garantire una migliore offerta sanitaria»

Pieve di Teco. Una lettera e undici firme indirizzate alla Regione , al dirigente dell’Asl1 ma anche al presidente della Provincia e al neo prefetto da parte dei sindaci dell’Unione dei Comuni per manifestare il «dissenso rispetto alla decisione di sospendere il servizio di guardia medica in Valle Arroscia». «Il problema dell’assistenza sanitaria- si legge- risulta particolarmente sentito nel nostro territorio che vede la presenza di una elevata percentuale di anziani rispetto alla popolazione residente e che, al contempo, soffre la distanza dai primi presidi sanitari (Imperia e Albenga)».

«In valle- prosegue- sono presenti due residenze protette: una a Pieve di Teco con circa 80 ospiti ed una a Borghetto d’Arroscia con circa 50 ospiti. La possibilità di poter usufruire in modo continuativo del servizio di guardia medica rappresenta, quindi, un valido supporto concreto per far fronte a esigenze di un’utenza fragile che, è bene ricordare, essere presente sull’intero territorio. Questa decisione, peraltro, pare in contrasto con il nuovo progetto della Casa di Comunità da voi individuata nel nostro territorio al fine di poter garantire una migliore offerta sanitaria, e confligge con più generali e imperativi doveri di tutela e salvaguardia del diritto alla salute che può dirsi effettivo e concreto solo con la previsione di servizi di prossimità erogati in maniera capillare e puntuale».

«Tutto ciò- si conclude- premesso Vi chiediamo di voler rivedere tale scelta e di riattivare a pieno regime un servizio fondamentale per cittadini e per una corretta gestione sanitaria del territorio, senza andare a gravare sui pronto soccorso, già saturi e per quali si deve cercare di garantire l’appropriatezza di accesso, e sulle aree dell’imperiese e del dianese che vedrebbero scoperti loro territori per diverse ore nei casi in cui fossero necessari interventi in Valle Arroscia».