Riprendiamoci il Comune, la campagna di Attac Italia parte da Sanremo

30 gennaio 2023 | 09:23
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Riprendiamoci il Comune, la campagna di Attac Italia parte da Sanremo

Sabato l’assemblea delle associazioni aderenti presso la bocciofila di San Martino

Sanremo. Ha preso il via ufficialmente questo sabato anche a Sanremo, con l’assemblea che si è svolta presso la bocciofila di San Martino, la campagna dell’associazione nazionale Attac Italia “Riprendiamoci il Comune”. Decine gli esponenti delle associazioni locali ACLI San Martino, AIFO, ATTAC, CimAP, Cittadinanzattiva, FFF, Intemelia 25 Aprile, Popoli in Arte ODV, Rete Sanremo Solidale che hanno risposto all’appello, partecipando al primo confronto pubblico di preparazione alle iniziative che Attac vuole mettere in campo negli enti locali della provincia di Imperia.

Il comitato promotore di reti e realtà nazionali è composto da una largo schieramento di forze che, come accadde per il  referendum dell’acqua, “vadalle parrocchie ai centri sociali”: a partire dalle ACLI, la Pastorale Sociale e del Lavoro, associazioni, Forum e reti nazionali, i FFF, l’ARCI, a realtà di amministratori come la Rete delle Città in Comune e l’associazione dei Comuni Virtuosi, ai movimenti sindacali con la FP-CGIL, l’USICONS, L’Unione Inquilini, per terminare con le diffuse realtà sociali, ambientali e solidali. 

Perché della campagna

I territori sono i luoghi dove sono precipitate le sofferenze sociali delle comunità e le ferite ambientali che devastano cronicamente il Paese, ma anche i luoghi di riscatto e da cui ripartire.

Le politiche liberiste e di austerità di questi ultimi anni hanno strozzato i comuni: da un lato sono calate drasticamente le risorse provenienti dallo Stato e dall’altro sono aumentati i vincoli imposti per la sostenibilità del debito pubblico nazionale, nonostante che i Comuni ne concorrano solamente per 1,5% (Rapporti annuali ANCI-IFEL).

I Comuni non riescono più ad esercitare la loro funzione pubblica e sociale del ‘prendersi cura delle persone’ e sono costretti a mercificare i beni comuni, privatizzare i servizi pubblici locali, alienare il patrimonio pubblico, cementificare il territorio e deprivare le comunità dei propri diritti.

Contemporaneamente, tra il 1990 e il 2003, è stata snaturata la Cassa Depositi e Prestiti (CDP) -l’istituto che detiene il risparmio postale e dei buoni fruttiferi di 20 milioni di cittadini (280mld)-, trasformandola, con l’ingresso delle fondazioni bancarie private, in società per azioni. Si avvia una stagione di grandi investimenti finanziari, di partnership per favorire l’alienazione del patrimonio pubblico o la privatizzazione dei servizi attraverso multiutility collocate in borsa, come IREN ed ovviamente iniziando ad applicare tassi d’interesse al valore di mercato, per i mutui contratti dai Comuni, anziché a tassi agevolati, come in passato.

E’ in questo quadro che si colloca la campagna, per rispondere a due semplici domande: quali obiettivi deve porsi un Comune? Con quali risorse deve finanziarsi? Sgombriamo subito il campo da equivoci: non è un attacco alle istituzioni, semmai si propone di restituire un ruolo sociale, ecologico e relazionale ai Comuni, a partire dalle norme che lo regolano.

Proposta di legge sulla riforma della finanza locale

Propone il superamento del pareggio di bilancio finanziario con il pareggio di bilancio sociale, il pareggio di bilancio ecologico e il pareggio del bilancio di genere -come indicatori dei bisogni delle comunità-, eliminando tutte le norme che ad oggi impediscono l’assunzione del personale, reinternalizzando i servizi pubblici a partire dall’acqua e difendendo suolo, territorio, beni comuni e servizi pubblici. A cominciare dal Documento Unico di Programmazione (DUP) che determina tutta l’attività del Comune, e ha valore autorizzativo della spesa per ogni centro di spesa dell’Ente.

Deve sempre essere perseguito l’equilibrio di bilancio nell’arco temporale del triennio, garantendo nella fase di previsione e di rendiconto, un saldo non negativo tra le entrate e le spese finali. Sono ammesse deroghe per gravi eventi e situazioni, prevedendo di recuperare lo squilibrio entro 10 anni.

Sono introdotte norme per favorire la trasparenza, la partecipazione -opere d’importo superiore a 1 milione di euro impongono un’adeguata informazione della cittadinanza, sopra i 3 milioni è obbligatorio per l’Ente avviare percorsi di coinvolgimento delle comunità-, la proporzionalità e progressività delle aliquote fiscali ai fini dell’addizionale IRPEF.

Proposta di legge sulla socializzazione di Cassa Depositi e Prestiti

Propone la trasformazione di CDP ad ente di diritto pubblico, decentrato territorialmente per tutelare il risparmio dei cittadini e mettere a disposizione dei Comuni le ingenti risorse per finanziamenti a tassi agevolati attraverso percorsi di partecipazione delle comunità (il 65% del gettito è assegnato alla regione dei risparmiatori, il rimanente è ridistribuito).

Prevede la riappropriazione dei beni comuni e dei servizi pubblici locali, sostegno all’occupazione e alla conversione ecologica e la ristrutturazione dei mutui pregressi dei Comuni.

La raccolta delle firme per le proposte di legge d’iniziativa popolare

Devono essere raccolte 50.000 firme in un arco temporale di sei mesi. Le firme sono raccolte, a partire da sabato 4 febbraio, in forma cartacea o in forma digitale, non appena operativa la piattaforma telematica pubblica e gratuita istituita da settembre 2022 a seguito di un’ingiunzione del Comitato dei Diritti Umani dell’ONU del 2019.

Le Lip devono poi essere presentate al Parlamento. Il regolamento del Senato, all’art.74, prevede che il disegno di legge d’iniziativa popolare, concluso l’esame delle competenti Commissioni entro tre mesi, o decorso tale termine, è comunque iscritto d’ufficio nel calendario dei lavori dell’Assemblea.