Immigrazione a Ventimiglia, la parola ai commercianti: «La situazione è tragica»

5 gennaio 2023 | 08:08
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C’è chi ha dovuto assumere un uomo per poter lavorare in sicurezza e chi lo confessa: «Si perde anche la voglia». Ma non per tutti, il calo dei clienti è causato solo da stranieri allo sbando

Ventimiglia. «Ci sono episodi veramente brutti e questo rovina anche la nostra voglia di lavorare». E’ il commento esasperato di Federico Mulas, titolare del ristorante “La Giara” in passeggiata Oberdan, in merito alla difficile convivenza tra stranieri e residenti a Ventimiglia.

Dopo le dichiarazioni forti di Confesercenti, che ieri, in una nota stampa, ha lamentato le problematiche del commercio nella città di confine, che da anni vive “l’emergenza migranti”, alcuni esercenti hanno raccontato la propria esperienza.

«La situazione è tragica, mi sono trovata a dover assumere un uomo che tutte le sere stia con me all’ora della chiusura perché da sola, altrimenti, era ingestibile – dichiara Carlotta Gherpelli, titolare del bar caffetteria Ohana, nel cuore dell’isola pedonale di via Hanbury -. Tutte le sere si ammazzano di botte. Abbiamo fatto denuncia, abbiamo scritto al prefetto e non ci ha mai risposto. La situazione è insostenibile, se non ci sono le forze dell’ordine che intervengono, noi purtroppo abbiamo le mani legate. Ci troviamo a perdere clienti, ad avere una sorta di coprifuoco generale perché quando diventa buio i clienti scappano perché hanno paura, per cui è una situazione tragica».

E’ al calar della sera, soprattutto, che si registra il calo maggiore di presenze da parte degli avventori. «In estate si picchiavano in strada, cercavano di rubare i coltelli dai tavoli per accoltellarsi, è stato assurdo – aggiunge Carlotta -. Da quel momento in poi, dalle 20 non c’è più nessuno. Un deserto totale: la gente ha paura e va a casa. Cominciano a gridare, a lanciarsi le bottiglie, a far casino, girano droga e alcol. Di conseguenza la gente se ne va a casa. Abbiamo perso una marea di soldi».

Anche secondo Roberto Albanese, titolare del Café Cavour, sempre in via Hanbury, il calo dei commensali è in larga parte dovuto alla presenza di stranieri: «Sono liberi di razzolare come vogliono e questo non va bene – dichiara – Martedì mattina sono arrivato e ho trovato una panchina davanti all’ingresso del bar. L’ho tolta e l’ho messa davanti al monumento di Sir Thomas. E’ rimasta lì, questo significa che nessuno vede niente. Nessuno sa dove l’hanno presa e nessuno sa che ora è qui. Questo vuol dire che nessuno guarda niente. Stiamo parlando di una panchina, ma evidentemente non vedono anche altre cose. I clienti si lamentano soprattutto per chi fa la questua in modo insistente».

La via pedonale vicina alla stazione ferroviaria di Ventimiglia, dove nel pomeriggio di ieri un uomo ha accoltellato, colpendolo alla giugulare, un guineano, è tra le zone che maggiormente soffrono per la presenza di stranieri. Ma la situazione non è semplice nemmeno in passeggiata mare, nei pressi della foce del fiume Roja, come testimonia Mulas: «La situazione è drastica da un po’ di anni a questa parte – dice – Abbiamo avuto dei seri problemi sia di danni che a livello di immagine, di ordine pubblico, di sicurezza, sia per noi che lavoriamo che per il turista. Tutti episodi che abbiamo denunciato». «In agosto, alle 20 di sera, quando hai la sala piena di gente, risse di migranti che si lanciano pietre che arrivano fino al nostro dehor e ci rompono i vetri e migranti che corrono dentro il dehor picchiandosi, lanciandosi siede e tavoli in mezzo alla gente e ai bambini; parliamo di migranti che litigano alle 21 di sera, si infilano nel dehor mentre la gente mangia, prendono i coltelli dai tavoli e si accoltellano qua davanti – racconta – E’ una brutta situazione, è una bruttissima pubblicità, è un’immagine che non ci dovrebbe riguardare ed è stata veramente causa di un forte calo di turismo a Ventimiglia. Il turista che viene a Ventimiglia e alle 20 non può passeggiare perché ha paura, a Ventimiglia non torna più. Questo riguarda anche i residenti. Io stesso abitavo in centro a Ventimiglia, in via Aprosio, mi sono trasferito in un altro posto perché la mia compagna e mio figlio non potevano più uscire di casa dopo le 18,30/19. C’è stato un forte calo di turismo e di lavoro per noi commercianti».

Altro problema, sempre collegato al fenomeno, è quello di sporcizia e degrado: «Il nostro dehor diventa un dormitorio a cielo aperto – aggiunge il ristoratore -. A me è rimasto impresso un episodio: quando ho visto una famiglia con bambini che dormivano nel dehor, ho lasciato le tende chiuse per lasciare riparo. Sono arrivato al mattino e ho trovato un degenero: escrementi, cibo buttato a terra, noncuranza della pulizia e dell’ordine. Ci sono anche i bidoni della spazzatura davanti: basterebbe avere un po’ di educazione. Ci sono episodi veramente brutti e questo rovina anche la nostra voglia di lavorare».

Ma non tutti i commercianti pensano che il calo dell’affluenza di clienti e turisti sia legato al fenomeno migratorio. «Ci sono tanti fattori: mancanza di parcheggi, sporcizia… non sono solo i migranti», affermano, chiedendo però di non essere ripresi in volto. «La sera sì, possiamo dire che appena fa buio i clienti spariscono perché hanno paura – dicono – Ma il fatto è che ormai la grande clientela francese salta Ventimiglia e va direttamente a Sanremo. Dire che si perdono i clienti solo per i migranti, però, non è corretto: i fattori sono molteplici».