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Ieri il 27 gennaio, lo scrittore ventimigliese parla di «Giorno della Memoria corta»

28 gennaio 2023 | 11:19
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Ieri il 27 gennaio, lo scrittore ventimigliese parla di «Giorno della Memoria corta»

E’ il comunista Roberto Vallepiano, autore di diversi libri tra i quali “Cuba, geografia di un desiderio e “Ufficio sinistri, il buco nero dove è finita la sinistra italiana”

Ventimiglia. Ieri la Giornata della Memoria, commemorata in tutto l’occidente come nella provincia di Imperia. C’è chi però non ritiene sincere molte delle celebrazioni. E’ lo scrittore comunista Roberto Vallepiano, ventimigliese, autore di diversi libri tra i quali “Cuba, geografia di un desiderio e “Ufficio sinistri, il buco nero dove è finita la sinistra italiana”. L’autore parla di «Giorno della Memoria corta».

«Nel Ponente Ligure, così come nel resto d’Italia, l’associazionismo di sinistra si è attivato per commemorare Il Giorno della Memoria con una serie di iniziative contro il Nazifascismo – scrive Vallepiano, che aggiunge – Iniziativa elogiabile ma il problema a mio avviso è la cristallizzazione della memoria del passato e l’incapacità generale di leggerla e collegarla al presente. Il nazi fascismo diventa dunque non un fenomeno da analizzare, contrastare e combattere ma un comodo feticcio».

Spiega “l’agitatore culturale” «Viviamo in una sorta di bipolarismo, di rovescismo orwelliano, per cui ci indigniamo per la peste bruna di 70 anni fa e al contempo appoggiamo economicamente e politicamente i suoi eredi, sventolando le loro ignobili bandiere, ostentando compiaciuti i loro simboli ed emblemi e glorificandone ad eroi il moderno neonazismo, quelli banderista ucraino. Appoggiando e giustificando il Regime di Kiev che si muove in continuità assoluta con l’eredità hitleriana e che ha come proprio eroe nazionale il genocida Stefan Bandera, luogotenente di Adolf Hitler nell’Ucraina occupata dai tedeschi e sterminatore di migliaia di ebrei, polacchi e russi. La perversione dell’ideologia liberal a stelle e strisce che egemonizza ogni interstizio sindacale, associativo e politico della sinistra italiana, riesce a trasformare in “fascisti” i partigiani delle Repubbliche Popolari del Donbass che hanno ripreso la Costituzione dell’Unione Sovietica per autogovernare i propri territori e difenderli dai reparti punitivi delle milizie ucraine che da 8 anni bombardano e seviziano la popolazione civile nell’indifferenza della cosiddetta “società civile”».

Continua Vallepiano «Mentre tacciano di “nazismo” i miliziani dell’Armata Russa che, con tanto di bandiera rossa sovietica, combattono il nazismo ucraino e quello della NATO.
E al contempo definiscono “Partigiani” i seguaci di Hitler e Bandera imbottiti di armi e soldi dai governi Europei su ordine di Padron USA contro la volontà e l’interesse della popolazione chiamata a sempre nuovi sacrifici per assecondare questa follia. Non una parola su questa infamia da parte del mondo sindacale e dell’associazionismo di sinistra della nostra provincia. Le uniche cose fatte sono state una penosa manifestazione “contro la guerra” con tanto di bandierine ucraine a Ventimiglia e nientemeno che una “Brigata di Solidarietà alla Resistenza Ucraina” che hanno avuto l’impudenza e la volgarità di intitolare a un Partigiano locale, con la complicità del famigerato Centro Sociale di Imperia. Dunque, lo dico provocatoriamente, a che serve commemorare sta roba del nazismo di 70 anni fa e ignorare o addirittura appoggiare a entusiasticamente il nazismo odierno? Ste iniziative scollegate al presente restano lettera morta. Roba da sepolcri imbiancati. O peggio fumo negli occhi per non parlare di ciò che avviene oggi e che ci minaccia tremendamente da molto vicino».