Giorno della memoria, il Prefetto: «Negare il più grande genocidio dell’umanità è un pericolo per la nostra democrazia»

27 gennaio 2023 | 11:37
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Consegnate quattro medaglie d’onore in ricordo dei deportati

Imperia. Oggi nella celebrazione nazionale del giorno della memoria nella Prefettura di Imperia, dove in un momento di alta commozione e umanità, si sono incontrate le massime autorità cittadini, provinciali e nazionali per consegnare un riconoscimento ai familiari dei deportati nei campi di concentramento della nostra provincia. Un ricordo simbolico per le persone a cui il Presidente della Repubblica «ha conferito una medaglia d’onore ai cittadini italiani, militari e civili, deportati ed internati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto per l’economia di guerra ed ai familiari dei deceduti». Un momento di emozione e raccoglimento per ricordare, insieme ai loro familiari, quattro uomini che ancora oggi hanno il diritto di essere ricordati e ai cui parenti sono state consegnate le medaglie d’onore.

Mario Ballarin, militare del 62esimo reggimento fanteria a Trento, aveva combattuto in Africa durante l’ultima guerra riportando gravi feriti. Dal 9 settembre 1943 fu prigioniero ed internato a Kases Stainbruck in Austria dove finì la sua giovane vita a soli 23 anni per tubercolosi polmonare. La medaglia è stata consegnata dal sindaco di Sanremo, Alberto Biancheri, al nipote Giuseppe Alessandro Ballarin.

Luigi Cumino, che è stato ricordato nelle parole del nipote Andrea Pio: «mio nonno Luigi si era sposato poco prima della guerra ed attendeva una bambina che non vide nascere in quanto fu inviato sul fronte greco-albanese. In seguito fu catturato, deportato e interato in 3 lager nazisti in Germania. Dopo diverso tempo riuscì a fuggire e a tornare nel suo piccolo paese in Piemonte. A ritirare il premio sono i nipoti Andrea e Walter Pio.

Otello Negri, nacque nel 1920 e fu chiamato alle armi nel marzo 1942. Nel 1944 fu catturato ad Ancona e venne internato in Germania e impiegato nei campi di lavoro. Nel maggio del 1945 fu rimpatriato dalla Germania e poi congedato. Ritirano il premiole nipoti Tania, Ilenia Negri e il bisnipote Samuele.

Gildo Pastor, nato a Pigna nel 1923 assegnato al reggimento alpino Pieve di Teco venne catturato nel 1943 e deportato in Germania in diversi campi di concentramento. Rifiutò di combattere in Italia per la Repubblica sociale italiana e fu sottoposto a tortura fino alla liberazione degli americani. Consegna il premio il commissario straordinario di Ventimiglia, dottor De Lucia e ritirano la medaglia la figlia Fernanda e il nipote Francesco di Ventimiglia.

Una cerimonia che il neo Prefetto Valerio Massimo Romeo ha ha aperto ricordando come la celebrazione di questa giornata stabilita da una legge italiana in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti. «Dove può condurre una normale follia? Una follia nei confronti di un credo, verso una ideologia che vuole un solo uomo al potere, che odia la democrazia e la libertà, una ideologia che odia chi è di una razza diversa. Negare il più grande genocidio dell’umanità è un pericolo per la nostra democrazia».

Il Senatore Gianni Berrino ha portato la sua testimonianza delle celebrazione direttamente da Roma: «Abbiamo previsto dei fondi per i viaggi della memoria destinati ai ragazzi in cui gli studenti dovrebbero tornare senza foto perché il ricordo sarà il vuoto che potranno vedere nel visitare i campi di sterminio. Insieme alla grande vergogna di noi italiani per aver dato via alle leggi razziali è un momento di grande riflessione che non dobbiamo dimenticare mai, altrimenti il ricordo sarà vano».

Il presidente della provincia Claudio Scajola ha ricordato come due date diverse fra loto possano dire molto: «Il 27 gennaio è nato Mozart. Il 27 gennaio è la celebrazione decisa con legge italiana della Shoah, cosa hanno in comune queste due date? Se una civiltà come quella tedesca e austriaca che ha dato lustro con la sua cultura all’intero mondo è riuscito poi a macchiarsi spinta da un odio razziale, dobbiamo avere che la preoccupazione è che in altri popoli si potrà definire questa giornata come giorno delle memorie. Non deve essere solo un ricordo storico ma un monito per quello che ancora succede se non ci sarà sempre di più il ricordo di quel periodo.