Dall’Iran ad Imperia con l’obiettivo di aggregare e fare comunità. La storia di Sheida Rad

14 gennaio 2023 | 11:58
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Dall’Iran ad Imperia con l’obiettivo di aggregare e fare comunità. La storia di Sheida Rad

Un vulcano di idee per una città che talvolta sembra muoversi lentamente ma che potrebbe trovare in questi spunti una “english version”

Imperia. La voglia di comunicare, di vivere e di creare connessioni è quello che Sheida Rad ha portato con sé ad Imperia dopo un lungo viaggio fatto di miglia, esperienza e cultura. Nata in Iran, vissuta in Europa e Irlanda, Sheida ha trascorso 13 anni a Roma specializzandosi negli studi di interior design, architettura d’interni, insegnamento e traduzione in inglese. Tutto questo fino a quando, insieme al marito Irlandese, appassionato di ciclismo, ha seguito una tappa della Milano-Sanremo e si è innamorata della città di Imperia.

Anche nella città dell’olio Sheida ha saputo trovare nuovi obiettivi che si sono concretizzati immediatamente in un gruppo Expats living in Liguria” che ha l’obiettivo di radunare e coinvolgere tutte le persone straniere che hanno scelto Liguria, e tanti di loro la provincia di Imperia come destinazione di vita o momentanea, ma non solo. «L’obiettivo del gruppo, che è in continua crescita – spiega Sheida – è da una parte far conoscere le bellezze di Imperia e le sue caratteristiche agli stranieri, ma anche coinvolgere gli imperiesi che vogliono parlare inglese, lingua madre degli incontri fra expats e conoscere nuove culture in momenti amichevoli e sociali. Un momento di incontro che si concretizza in momenti con cadenza fissa, aperitivi e momenti conviviali».

Tu stai diventando un punto di riferimento per molti stranieri che scelgono Imperia come destinazione finale, affari o vacanza. Qual è la domanda che ti fanno più spesso? «Mi chiedono sempre come funzioni la burocrazia italiana perché purtroppo le difficoltà sono sempre tante. Non essendo abituati ai metodi italiani molti stranieri che si trovano qui vengono scoraggiati anche per quanto riguarda possibili investimenti e questo è un peccato. Sarebbe importante poter trovare un tramite per supportarli».

Incontri, conoscenze ma anche cultura: «Sì, sto creando una biblioteca online, una sorta di bookstore dove sia possibile trovare titoli in lingua inglese che non siano sempre i soliti classici ma anche scelte diverse. L’idea di creare una biblioteca online alternativa per Imperia potrebbe essere anche più semplice per la consultazione di molti stranieri che non hanno la possibilità di muoversi all’interno della città. E questo credo sia un altro punto dolente. Mentre l’entroterra è molto ricercato dagli “expats”, non si può dire lo stesso per il centro di Imperia e questo potrebbe migliorare».

In questa settimana ha fatto scalpore la critica di una mamma finlandese che dopo pochi mesi ha ritirato i suoi figli da una scuola siciliana perché il metodo non era adeguato, soprattutto per quanto riguarda la lingua inglese. Cosa ne pensi? «Non penso male della scuola italiana, io stessa ho studiato per 6 anni a Roma e  ho avuto un’ottima formazione. Sulla carenza dell’inglese però devo ammettere che una città a vocazione turistica, magari non per tradizione, ma come futura prospettiva, dovrebbe avere dei ragazzi maggiormente preparati sull’inglese. Questo non significa per forza che gli insegnanti debbano essere madrelingua ma che abbiano i mezzi e la passione di trasmettere la cultura anglofona. Per questo motivo ho deciso di aprire un centro, vicino ai Giuseppini, dove insegnare inglese, in modo diverso, per formare la prossima generazione di imperiesi. Quando il porto sarà finito, sarà una delle cose essenziali. A questo link tutte le informazioni».

Un vulcano di idee per una città che talvolta sembra muoversi lentamente ma che potrebbe trovare in questi spunti una “english version” sia per gli imperiesi sia per gli “expats” e come dice Sheida: «Non ci sono estranei qui, solo amici che non hai ancora incontrato»