Dakar 2023, Maurizio Gerini: «Gara difficile ma ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo tagliato il traguardo»
Il pilota ligure per il secondo anno consecutivo partecipa alla competizione come navigatore della spagnola Laia Sainz. Tra molte difficoltà tra cui uno spaventoso incidente si sono classificati al 33esimo posto
Chiusanico. Chilometri e chilometri nel deserto tra dune e tracciati rocciosi ma nonostante gli inconvenienti e un spaventoso incidente dove lui, Maurizio Gerini, pilota di Chiusanico e la spagnola Laia Sainz se lo sono visti davvero brutta, sono riusciti a terminare la gara piazzandosi al 33esimo posto.
Un’edizione 2023 della Dakar difficile ma conclusa con soddisfazione da Gerini che per la seconda volta partecipa come navigatore della spagnola Sainz e non sulle due ruote.
«Secondo anno come navigatore- racconta Gerini- quest’anno è stata molto intensa tra difficoltà, problemi meccanici un po’ dovuti alla difficoltà della gara un po’ anche perché ci siamo cappottati facendo cinque giri in aria ad alta velocità. Abbiamo distrutto l’auto ma questo fa parte di tutto quello che racchiude la Dakar :avere problemi, mettersi lì a testa bassa ed affrontarli, in qualche modo tamponarli e risolverli. Dopo l’incidente ci siamo ritrovati con una macchina completamente distrutta nel bel mezzo del deserto. E cosa fai se non rimboccarti le maniche e metterti a smontare tutti i pezzi rotti in attesa del camion con i ricambi? ». Molti avrebbero rinunciato ma chi ha un obiettivo e un sogno combatte, fa un lungo respiro e riparte. «In quella gara lì ti chiedi molte “Ma chi me l’ha fatto fare?”- racconta Gerini- abbiamo guidato di notte, tra le dune dopo esserci capottati praticamente senza illuminazione con un solo faro che non faceva neanche tanta luce. E qui davvero non sapevamo come venirne fuori, poi e ti fermi a pensare domandandoti che cosa fare. Le risposte sono due: o rinunci e ti fermi oppure vai avanti. Noi l’alternativa all’abbandono non l’abbiamo mai presa in considerazione ma sempre un modo per andare avanti e raggiungere il bivacco. C’è stato anche un grande lavoro di squadra con tutto il team e anche i meccanici. Rispetto alla moto però il vantaggio che con la macchina nell’abitacolo sei in due, parli, ti confronti e conforti mentre con la moto sei da solo tutto il giorno».
«Il primo ostacolo dopo l’incidente- prosegue il pilota- è stato superare la prima metà della giornata perché c’è un tempo limite che se lo oltrepassi sei fuori dalla gara e simo ci siamo riusciti rimanendo nel tempo massimo per un soffio ma siamo rimasti in gara. Il giorno di riposo l’abbiamo passato mettendo a posto la macchina e siamo ripartiti per la seconda settimana di gara. Ma è qui che sono iniziate altre difficoltà perché abbiamo affrontato la parte più ostica però qualcosa di buono è uscito fuori e siamo contenti perché abbiamo rischiato di essere fuori».
«Ma- conclude- è in queste situazioni che esce il carattere entrambi, sia io che Laia non ci siamo mai persi d’animo perché ci siamo trovati di fronte alla possibilità di abbandonare ma abbiamo scelto l’altra strada. A testa a bassa ci siamo rimboccati le maniche e siamo riusciti ad andare avanti terminando al 33simo posto su 170 equipaggi partenti. Nonostante le sfortune ci sono delle note positive».
Ora per Gerini qualche giorno di riposo assoluto e poi di nuovo in sella alla sua amatissima moto per partecipare al campionato italiano di motorally «tengo vive sia le quattro che le due ruote ma la mia passiona più grande è la moto».