Bonaccini a Sanremo, emergenza migranti: «Premier Meloni benvenuta nel mondo reale»

10 gennaio 2023 | 19:02
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Il presidente dell’Emilia Romagna in corsa per la segreteria del Pd: «Torneremo al governo, dialogo con Terzo polo e M5S indispensabile»

Sanremo. E’ passata da Sanremo la corsa di Stefano Bonaccini verso le primarie interne al Partito Democratico. Il presidente in carica della Regione Emilia Romagna ha fatto tappa questa sera alle 18 nella Città dei fiori, ospite della segreteria provinciale Dem guidata da Christian Quesada e di quella cittadina che risponde a Maurizio Caridi. Oltre cento persone hanno partecipato alla conferenza che si è tenuta presso l’Hotel Nazionale di via Matteotti. Presenti per l’occasione anche l’ex presidente di Regione Liguria Claudio Burlando, il segretario regionale Enrico Ioculano, il deputato savonese Lorenzo Basso e tanti altri amministratori e militanti liguri.

Da Bonaccini parole forti sull’emergenza migranti, tema che da oltre dieci anni riconduce alle cronache nazionali la città di confine, Ventimiglia. Dieci anni attraverso i quali si sono alternati governi di ogni colore (da ultimo quello di centrodestra della premier Giorgia Meloni), nessuno dei quali è riuscito a scalfire il muro invisibile eretto dalla Francia che condanna i sans papier a rimanere bloccati alla frontiera di Mentone.

«Anche Giorgia Meloni è andata a chiedere all’Europa di redistribuire i migranti che arrivano in Italia. Benvenuta nel mondo reale. Per anni ci siamo sentiti accusare e deridere. “Porti chiusi, prima gli italiani”. Quindi il governo di centrodestra chiede una mano agli amici di destra in Europa e questi gli rispondono che prima vengono gli svedesi e gli ungheresi, poi gli italiani. Per forza», – ha commentato Bonaccini -. «Noi non possiamo accogliere chiunque. Bene ha fatto Giorgia Meloni a chiedere in Ue una politica redistributiva, peccato che rappresenti gli stessi che ci accusavano quando il centrosinistra governava».

«Ogni vita umana merita rispetto. Accoglienza sempre e se possibile integrazione. Non si guarda il colore politico in nome dell’umanità e della solidarietà. Chiediamo di vedere il piano di redistribuzione dei migranti. E’ abbastanza curioso che in queste settimane le navi siano dirottate verso porti di città amministrate da sindaci del Pd o di centrosinistra. Sono malizioso? Spero di essere smentito nella malizia. Noi continueremo ad accogliere, perché siamo fatti così».

Alleanze. «Nel caso in cui dovesse scegliere, una volta diventato segretario nazionale del Pd, di discutere con il Terzo Polo o con il M5s (in vista di una alleanza), chi sceglierebbe? «E’ una questione sbagliata, posta in questi termini. Io governo una regione dove da otto anni c’è un’alleanza che va, se sto ai riferimenti nazionali, da Renzi-Calenda fino a Bonelli-Fratoianni e in otto anni non c’è mai stata una mezza giornata di crisi. C’è un programma condiviso che io pretendo che rispettiamo, anche perché è stato scelto da chi ci ha dato la maggioranza per governare due volte. Così come nel capoluogo di regione a Bologna c’è un’alleanza che va dai moderati fino ai Cinquestelle: stiamo governando bene, come a Ravenna. Le alleanze nei territorio si fanno non a scatola chiusa, né a tavolino per battere gli avversari, ma si fanno sui contenuti, perché i cittadini hanno il diritto di avere di fronte gente che si mette insieme solo se condivide un programma. Se noi precisiamo la nostra identità, dopo sarà più facile fare le alleanze. Dobbiamo riscoprire la vocazione maggioritaria, che è l’esatto contrario dell’autosufficienza, perché non conosco candidato a sindaco o regione che pensa che si possa andare da soli, vorrebbe dire perdere senza nemmeno fare la campagna elettorale. Quindi le alleanze sono indispensabili, ma vanno fatte sulla condivisione di un’idea, di un programma, di un progetto, e se noi ci andiamo con un Pd in salute, vuol dire che ci andiamo in una condizione non di subalternità come accadrebbe invece se fossimo un partito molto debole, fragile o con poco peso sia numerico che politico».

Sul ruolo dell’opposizione. «Abbiamo perso le elezioni, dobbiamo far bene opposizione, per me la si deve fare con cultura di governo, cioè non urlata, non sguaiata. Ad ogni no che diremo o ad ogni critica che faremo sempre di fianco ci deve essere una proposta alternativa, perché alla gente non basta sentirsi dire che il governo sbaglia: vuole sapere cosa faresti tu o cosa avresti fatto tu. Così come dobbiamo collaborare con chi governa laddove alcune scelte sono scelte che condividiamo, nell’interesse degli italiani. Non ci vedo nulla di male. Credo che la gente non ne possa più del teatrino della politica dove ci si insulta dal mattino alla sera».

«Garantisco, se divento segretario, che noi al governo ci torniamo solo se vinciamo le elezioni. Noi lo abbiamo fatto, di stare al governo anche senza vincere, per motivi nobili, ci mancherebbe, ma l’abbiamo anche pagata duramente. Quindi adesso prepariamo quella che io ho chiamato una “traversata nel deserto”: abbiamo il tempo per ricostruire, rigenerarci, chiamare anche parte di chi se n’è andato, se riterrà che i nostri programmi sono giusti, mettere in campo una nuova classe dirigente, che peraltro in giro nei territorio c’è già, non è che dobbiamo inventarla. La prima prova nazionale, per il nuovo gruppo dirigente, saranno, fra un anno e mezze, le eurepee».

A M5s e Terzo Polo. «Facciano un po’ più opposizione al governo Meloni piuttosto che al Partito Democratico. Non ce n’è motivo. Io ad esempio lancerei loro un appello: il governo sta tagliando, facendo un errore clamoroso, i fondi alla sanità pubblica. Dicono che sono più soldi di prima, nel fondo nazionale, è vero. Ma un anno fa non c’era un’inflazione al 12 percento. Quello che ti danno con la mano destra viene tolto con gli interessi dalla mano sinistra».

Generico gennaio 2023

Il sostegno a Imperia. «Insieme a molti amici abbiamo deciso di sostenere la candidatura di Stefano Bonaccini alla guida del PD. Una candidatura autorevole che vuole proiettare il partito nel futuro», – così in apertura il segretario provinciale Christian Quesada -.