Bimbo picchiato, l’avvocato fa chiarezza su presunto coinvolgimento di una terza persona: «Indagini sono in corso, ma gli indagati restano due»

12 gennaio 2023 | 11:21
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Rinnovato l’appello ai ventimigliesi: «Non fatevi giustizia da soli»

Imperia. «C’è un segreto istruttorio in corso e non vogliamo dire cose che possano ledere questo segreto. Ma questo gioco di gettare fumo negli occhi, di inventarsi una terza persona, mi ricorda molto il gioco dell’inventarsi l’incidente stradale. Allo stato degli atti ha esattamente lo stesso valore. E’ vero che le indagini sono in corso ma ricordiamoci che nel registro degli indagati ci sono due iscritti, non tre». Mette le cose in chiaro l’avvocato Maria Gioffrè, legale del papà del piccolo Ryan: il bimbo di sei anni ricoverato all’ospedale Gaslini di Genova dal 19 dicembre, a causa di gravi lesioni procurategli, secondo quanto ricostruito fino ad ora, dalla nonna paterna e dal suo compagno in via Gallardi a Ventimiglia. I due sono indagati in concorso per lesioni gravissime.

Vengono così smentite le voci sul presunto coinvolgimento di una terza persona, che possa aver contribuito a ridurre in condizioni critiche il piccolo.

Oggi, la mamma del bimbo, il papà e il fratellino sono stati ascoltati in Procura come testimoni. In una pausa della lunga audizione, l’avvocato Gioffrè ha voluto ringraziare l’operato di polizia e magistrati per come stanno svolgendo le indagini: «Oltre ad usare la delicatezza necessaria in un caso del genere – ha dichiarato – Lo stanno facendo con una determinazione che siamo veramente contenti di vedere. Massima fiducia nella dottoressa Marrali, titolare del fascicolo e coordinatrice del settore fasce deboli della Procura della Repubblica di Imperia, massima fiducia in tutti i procuratori che stanno collaborando per questo caso».

Il bimbo, intanto, continua a migliorare e il papà Simone si commuove quando dice «E’ tornato a sorridere» e ascolta un audio registrato del suo bambino che, con l’innocenza che solo i piccoli hanno, gli confessa: «Sei il miglior papà che ho». Ma è proprio in questo momento, così delicato, con le indagini preliminari ancora in corso, che viene rinnovato l’appello ad attendere che la giustizia faccia il suo corso. «Non do colpi di testa io, che sono il padre – dice Simone – Farlo serve solo a peggiorare la situazione e a rallentare le indagini ed è inutile rispondere alla violenza con altra violenza».

L’appello viene condiviso anche dal suo legale: «Chiunque ha visto o sentito qualcosa vada dai carabinieri, dalla polizia, chiami la Procura, chiami me, non fatevi giustizia da soli – dichiara -. L’ultima cosa che vogliamo è che l’attenzione della magistratura venga distolta dal fascicolo di Ryan che è prioritario in questo momento, al fascicolo di tizio che ha aggredisce fisicamente i nonni. Non ci serve questo: Ryan deve avere tutte le attenzioni che merita».