Bimbo ferito a Ventimiglia, compagno della nonna ritratta. Il padre: «Mio figlio vivo per miracolo, con che coraggio ti dichiari innocente?»

5 gennaio 2023 | 09:53
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Bimbo ferito a Ventimiglia, compagno della nonna ritratta. Il padre: «Mio figlio vivo per miracolo, con che coraggio ti dichiari innocente?»

«Come mi spiega quella miserabile che Ryan è scappato di casa, scalzo, senza giacca e con 38,5 di febbre?»

Ventimiglia. «Ho appena visto l’intervista. Sono rimasto scioccato dal racconto di quel bastardo e dal modo in cui sostiene di essere innocente. Ma con che coraggio, essere spregevole, dichiari la tua innocenza?». A poche ore dalle dichiarazioni in tv di G.C., il 75enne indagato di lesioni gravissime in concorso con la compagna, per il violento pestaggio nei confronti di un bimbo di sei anni, nipote della donna, a parlare è Simone, papà del piccolo ricoverato all’ospedale Gaslini di Genova dal 19 dicembre scorso.

«Vi dico solo una cosa, che sono innocente. Al bambino non ho fatto male e basta», ha dichiarato ieri il nonno acquisito alle telecamere de “La Vita in Diretta”. Eppure era stato proprio lui, nei giorni scorsi, a costituirsi alla polizia, dopo giorni di indagini in cui era stato messo alle strette dagli investigatori. Nessuno, ormai, credeva più alla prima versione dei fatti fornita dai nonni: quella di un’auto pirata che aveva investito il bimbo nel cortile davanti a casa. Quell’auto, lo dimostrano le telecamere, in via Gallardi non era mai passata.

Le nuove dichiarazioni dell’uomo, hanno fatto andare su tutte le furie il padre del bambino, che in un lungo sfogo su Facebook ha ripercorso la dolorosa vicenda che ha portato in fin di vita il suo bambino, vivo per miracolo grazie ai soccorritori, chiamati dal genitore, che hanno subito compreso la gravità delle lesioni del piccolo. «Non ha riportato un trauma cranico solo perché, grazie a Dio, ha difeso la testa con il braccio, come gli avevo insegnato di fare se fosse caduto».

«Dopo 10 ore di interrogatorio hai dichiarato di aver inveito con calci, pugni e bastonate su mio figlio e in diretta TV l’hai negato? – scrive Simone -. Con che coraggio continuate a fare scarica barile senza essere abbastanza maturi da prendervi le vostre colpe? Con che coraggio non riuscite ad ammettere al mondo intero che siete due mostri!! Con che coraggio, maledetto, ti proclami “innocente” dopo aver fratturato otto vertebre, rotto le costole che hanno perforato un polmone causando una emorragia, dopo aver fratturato la milza e causato una frattura scomposta al braccio con il quale Ryan si è opposto, ha reagito, si è difeso con tutte le sue forze, preferendo farsi spaccare le costole pur di non farsi toccare la testa. Mentre il tuo vero intento, era soltanto quello di far morire il bambino!».

«Perché, bastardo, quando ho chiesto: siete sicuri sia una semplice caduta? Siete sicuri che non ha picchiato la testa perché se è qualcosa di grave ditelo, chiamate i soccorsi, mi avete detto “no e caduto si è graffiato, si è fatto male al polso”. Perché non avete allertato subito i soccorsi visto che sapevi il vero motivo? – continua l’uomo – A me chi me lo dice che non avete lanciato il bambino sul sedile in quella macchina schifosa come voi? Perché avete preferito aggravare la sua condizione portandolo da me e non provare almeno a salvarlo? Perché Ryan è vivo per miracolo, sai,”innocente”. Il tuo unico intento, era quello di farlo morire».

«Il trasporto era la vostra speranza che morisse d emorragia nel tragitto! – aggiunge, rivolgendosi poi alla propria madre e nonna del piccolo – Come mai l’altra maledetta fa la santa? Adesso la state facendo passare per vittima? Si presuppone che possa essere stata vittima di violenza ? Adesso è una santa ? Ma lo connettete il cervello per favore? Quella è la prima pezzente, quella, penso tanto che sia la fonte dell’inizio dell’aggressione di mio figlio!».

E poi, mettendo in luce le contraddizioni dei “nonni”: «Quella fa più schifo di lui perché quella pezzente ha il suo sangue, era la nonna, doveva essere il suo porto sicuro e invece? Come mi spiega quella miserabile che Ryan è scappato di casa, scalzo, senza giacca e con 38,5 di febbre? “Non lo so stavo cucinando, era lì gli ho parlato”.Il giorno dopo: “Non lo so il bambino dormiva”. Come mi spiega il fatto che non ha urlato? E lui parlava quando è arrivato da me. Possibile che abbia urlato papà ho male alla pancia e non urla aiutatemi in una situazione come quella? Forse perché entrambi avete infierito?».

«Visto che nessuno se ne è accorto, nessuno sa, come riuscite a coprirvi a vicenda dopo tutto questo? Come puoi, sottospecie di donna, schierati dalla parte di quello che ha quasi ammazzato tuo nipote? Se non perché anche tu, secondo me, hai partecipato come protagonista attiva! Con che coraggio dichiari di aver cresciuto mio figlio ? Mio figlio è cresciuto grazie al sottoscritto e la benedetta mamma che ha! Questo potrebbe dirlo Giuseppe, mio papà, il nonno, quello che lo ama davvero! Questo potrebbe dirlo la vera nonna materna e il vero nonno materno, loro amano Ryan! Con che coraggio dici Ryan era la TUA vita?».

«Non voglio più commentare, perché ho rabbia, tantissima rabbia – conclude – E se riesco a contenerla è solo perché quando guardo mio figlio negli occhi, mi fa capire che ha bisogno di me, del mio amore, della mia presenza. Devi soffrire lentamente, giorno dopo giorno, devi provare sulla tua pelle per capire il dolore. Presto mi rincontrerai, e la rivincita più bella sarà dimostrarti che mio figlio è una roccia, ha più palle di te! Te lo ha dimostrato. E sarà lui a condannarti. Lui tornerà a sorridere, riavrà la sua mamma, il suo fratellino, il suo papà, i suoi cani, e l’Italia intera che lo ama!. Tu cosa avrai? pezzente! Avrai solo ciò che ti meriti».

Il genitore ha lanciato un appello anche al premier Giorgia Meloni e a rappresentati del governo, chiedendo giustizia per il piccolo. Un appello rilanciato anche sui social, con l’hashtag #giustiziaperryan, comparso su striscioni in città e anche negli stadi.