A Dolceacqua “L’Urlo”, il docufilm sulla tratta dei migranti che punta il dito anche alle ONG
Alla proiezione sarà presente anche il regista Michelangelo Severgnini
Dolceacqua. Domenica prossima 15 gennaio alla sala polivalente, a partire dalle 17, verrà proiettato il docufilm “L’Urlo. Schiavi in cambio di petrolio” e presentato il libro omonimo. Alla proiezione del lungometraggio sarà presente anche il suo regista, nonché autore dello scritto, Michelangelo Severgnini. L’evento è organizzato dal “Collettivo Insurreale” ed è a ingresso libero.
La pellicola è una di quelle che fanno discutere, oggettivamente controcorrente, dal momento che mette sotto accusa le ONG e le incolpa di essere all’apice e partecipi di una vera e propria tratta degli schiavi che coinvolge, in suolo libico, milizie islamiche, governi eletti e non, stati nazionali ed organizzazioni sovranazionali. D’altronde la controcopertina del libro dal quale è stato tratto il film parla chiaro “Schiavi in cambio di petrolio. Un patto scellerato tra governi europei e milizie – benedetto da NATO e ONU – in vigore dal 2011. Migliaia di esseri umani, rapiti, torturati e ridotti in schiavitù in Libia. Migliaia di barili di greggio derubati e contrabbandati in Europa. È questo l’accordo. È questa la storia che non si può raccontare“.
“L’Urlo” era stato presentato all’ultimo Festival del Cinema dei Diritti Umani, in scena nella sua XIV a Napoli lo scorso 23 novembre. La proiezione era stata fermata dopo 20 minuti dal suo inizio, a causa delle proteste in sala da parte di dirigenti di ONG ed esponenti della sinistra. Di quell’episodio, lo scrittore ventimigliese Roberto Vallepiano dirà che si è trattato di una «Censura squadrista senza precedenti – per poi aggiungere – Tale è il polverone alzato da questo documentario e tali sono gli interessi economici in gioco che, dopo le minacce delle ONG e dei vari potentati politici che le spalleggiano, lo stesso produttore del film ha bloccato la distribuzione su scala nazionale».

Michelangelo Severgnini è nato a Crema nel 1974. Personaggio poliedrico con il giornalismo d’inchiesta nel cuore è stato redattore di Radio Onda d’Urto dal 1999 al 2001. Nel 2000 è autore del libro “Good morning, Pristina! – diario di un giornalista radiofonico tra Kosovo e Serbia” . Realizza li primo documentario nel 2002, Il ritorno degli Aarch- i villaggi della Cabilia scuotono l’Algeria (60’, Carta, settimanale). Nel luglio 2004 gira in Iraq “…e il Tigri placido scorre – istantanee dalla Baghdad occupata (70’). Tra il 2004 e il 2008 partecipa come videoautore per l’agenzia H24 a numerosi documentari televisivi in onda su LA7 e Rai3, tra cui “Stato di paura”, premio della critica Ilaria Alpi nel 2007. Nel settembre 2008 un terzo lavoro :”Isti’mariyah – controvento tra Napoli e Baghdad”, vincitore nel 2006 del Premio Internazionale Documentario Reportage Mediterraneo nella sezione creatività e nel 2008 del primo premio assoluto per la miglior opera in concorso al Sole e Luna doc festival. Dal 2007 cura il sito kapdkjumb.it, su cui tiene un diario in rete. Nell’estate 2008, dopo aver interrotto la sua collaborazione con la tv, ha lasciato L’Italia e si è trasferito ad Istanbul, dove ha girato il film Katırlar doğurunca (Quando le mule partoriranno). Il film è stato ultimato in collaborazione con la casa di produzione Figli del Bronx. Dal gennaio 2011 vive a Napoli. Suona come bassista e produce musica. Nel 2001 aveva inciso l’album “2001: odissee infrante alle periferie dell’impero”.
