Più legati alla famiglia, sempre meno alla religione. A Villa Nobel presentata la ricerca Prosol

7 dicembre 2022 | 17:28
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Più legati alla famiglia, sempre meno alla religione. A Villa Nobel presentata la ricerca Prosol

Ieri la presentazione dello studio elaborato da Asl1 sotto la supervisione del dottor Roberto Ravera. Campione di oltre 4000 mila studenti intervistati

Sanremo. Giornata all’insegna dei giovani, dei loro disagi adolescenziali, del benessere mentale e dei disturbi più gravi legati al neurosviluppo. Come sostenere le famiglie in difficoltà, informarle e formarle. Di tutto questo si è parlato ieri a Villa Nobel (in corso la Nobel Week), dove sono stati presentati agli stakeholder del territorio i risultati del “Progetto Giovani” Interreg Alcotra, alla presenza del dottor Roberto Ravera direttore della struttura complessa di Psicologia di Asl1 (ente attuatore), Manuela Facco, responsabile progetti europei Prosol di Regione Liguria, il dottor Franco Fioretto, direttore neuropsichiatria infantile Asl Cuneo1 e Floriana Montani per la Regione Piemonte in qualità di responsabile Pitem-Prosol. Il convegno si è tenuto in vista delle sfide della nuova programmazione europea 2021 – 2027 che coinvolgeranno i partner francesi e italiani: Nice Métropole Côte d’Azur, Provence Alpes Agglomération, Regione Valle d’Aosta.

Ieri è stata l’occasione per esporre i risultati dell’indagine Demos sul benessere dei giovani. Una ricerca che ha interessato il 90% delle scuole della provincia, nelle classi terza media, seconda e quarta superiore, per un totale del campione di oltre 4000 studenti. «Quello presentato è uno studio di grande eccellenza, nel senso che raggiungere così tanti studenti si è dimostrato un vero successo di partecipazione, – spiega il dottor Ravera di Asl1 -. Costruire la ricerca ha comportato tre mesi di lavoro intenso. A condurla materialmente, classe per classe, è stata la società Demos nel più assoluto rispetto della privacy. Bisogna segnalare che la risposta dei giovani Imperiesi è stata altissima, frutto anche dell’impegno costante portato avanti dal dipartimento di Psicologia di Asl1 nei confronti delle scuole».

La “radiografia”. «Ci sono due schede che sono state sottoposte agli alunni, – prosegue Ravera -. Una si può definire di screening, nella quale sono state sondate le condizioni sociali dei ragazzi e delle ragazze. La seconda invece era formata da un questionario di quasi 50 domande su tutti gli aspetti psicologici e motivazionali. Dal rapporto con la famiglia, gli altri, i social media, con gli insegnanti della scuola, le visioni del mondo, il sesso, il futuro, la dimensione spirituale».

«Abbiamo notato tra gli elementi prevalenti che il padre e la madre, intesi come la famiglia, costituiscono ancora il punto di riferimento dei giovani. Da segnalare come gli effetti del Covid siano stati per loro molto importanti, con una grande percentuale che ha evidenziato sofferenza per la rinuncia obbligata ad avere interazioni sociali. C’è poi, tra i punti più marcati, una grossa perdita di rappresentatività delle figure religiose. Per quanto riguarda i social media è emerso un atteggiamento più voyeuristico, da spettatori: molti guardano cosa fanno gli altri ma non contribuiscono a creare contenuti propri. Questi dati, va precisato, sono ancora primari e andranno elaborati accuratamente prima di entrare a far parte di un’analisi statistica accreditata sul piano nazionale. Possiamo dire che in questo contesto l’Asl1 ha saputo dare un contributo notevole alla ricerca», – conclude Ravera -.

Cos’è il progetto Prosol: è un progetto rivolto ai giovani dagli 11 ai 25 anni, alle loro famiglie, ai professionisti in ambito sanitario, socio-assistenziale e scolastico che quotidianamente si confrontano con questa fascia di età.