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Peculato, rinviato a giudizio commercialista di Sanremo

14 dicembre 2022 | 18:33
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Peculato, rinviato a giudizio commercialista di Sanremo

Mauro Amoretti, 82 anni, si sarebbe trattenuto una somma complessiva di circa 1,3 milioni di euro nell’ambito di incarichi conferitigli dal tribunale di Imperia

Sanremo. Il gup del Tribunale di Imperia Anna Bonsignorio ha rinviato oggi a giudizio, con l’accusa di peculato, il ragioniere commercialista Mauro Amoretti, 82 anni. Secondo quanto ricostruito dalla pubblica accusa, Amoretti si sarebbe trattenuto una somma complessiva di circa 1,3 milioni di euro nell’ambito di incarichi conferitigli dal tribunale di Imperia, in qualità di curatore fallimentare e delegato alla vendita in esecuzioni immobiliari.

Cinque (su sette aventi diritto) le costituzioni di parte civile. L’avvocato della difesa Mario Ventimiglia, infatti, ha contestato la costituzione di due istituti bancari, eccependo il difetto di legittimazione a costituirsi, nonché l’obbligo motivazionale delle ragioni per cui la costituzione deve essere fatta. Il giudice ha accolto le due contestazioni, ammettendo cinque parti.

L’inizio del processo, davanti al tribunale collegiale, è fissato per il prossimo 4 aprile.

I fatti. L’indagine, condotta dalla guardia di finanza e coordinata dal procuratore di Imperia, Alberto Lari, con il sostituto Luca Scorza Azzarà, partì da una segnalazione dello stesso tribunale che avvenne quando gli inquirenti scoprirono che il professionista, delegato alla vendita giudiziaria di tre beni immobili nel comune di Sanremo, oggetto di altrettante procedure esecutive, aveva illecitamente trattenuto circa 150mila euro dai proventi della vendita. In un caso, Amoretti avrebbe anche operato su un conto corrente diverso da quello comunicato al giudice nell’ambito della procedura esecutiva. Su di lui anche l’accusa di peculato nell’ambito di tre procedure fallimentari, riguardanti altrettante società con sede a Sanremo, per essersi appropriato di fondi aziendali per quasi 550 mila euro, sottraendoli alla “massa attiva” destinata a ristorare i creditori.

Le indagini, eseguite anche con accertamenti bancari, consentirono agli investigatori di ricostruire tutti gli episodi distrattivi attuati dal professionista tra il 2015 e il 2020, quando Amoretti avrebbe prelevato denaro contante dai conti societari, emettendo poi bonifici a suo nome. Alla luce dei gravi indizi di colpevolezza e visto che il professionista aveva messo in vendita la propria villa, unico bene di valore nella sua disponibilità, la Procura emise un decreto di sequestro preventivo per equivalente “d’urgenza”, successivamente convalidato da gip.