Ventimiglia, la Francia continua i respingimenti: famiglie con bimbi ritornano in Italia
Una lenta processione, quella degli stranieri, che tornano in Italia ma che in Italia non vogliono stare
Ventimiglia. Arrivano a gruppetti a ponte San Luigi, accompagnati da agenti della polizia di frontiera, i migranti che ogni giorno, da sette anni, la Francia respinge in frontiera. Tra di loro ci sono anche bambini insieme alle loro madri. Una lenta processione, quella degli stranieri, che tornano in Italia ma che in Italia non vogliono stare. «Qui non mi sento sicuro – racconta un ragazzo di 20 anni, arrivato dalla Guinea – Vivo in strada, non conosco l’italiano. Vorrei andare in Francia perché so parlare francese». Il giovane dice di essere sbarcato a Lampedusa e di essere in Italia da circa un mese: «Qui non ho nessuno e non conosco nessuno – aggiunge – Ho provato già due volte ad andare in Francia ma mi hanno sempre rimandato indietro».
Dal centro dell’Africa sono arrivate in Italia anche le famiglie con i bimbi: stamani hanno preso un treno, ma la polizia francese li ha fermati, consegnando a tutti un “rifiuto di entrata”. Numerosi anche i siriani, come Habit, 65 anni, che per arrivare in Italia con i suoi due figli ha attraversato la Libia. «Vogliamo andare in Germania – racconta – Ho uno zio lì».
Alla frontiera c’è anche un ragazzo egiziano, Ahmed, di 23 anni: «Ho lavorato come muratore per otto mesi in Italia, a Sesto San Giovanni – spiega – Vivevo con la mia ragazza, italiana». Ma la storia d’amore è finita e il giovane è rimasto senza una casa e un posto dove andare: «Sono finito in mezzo alla strada così ho tentato di andare in Francia, ma mi hanno respinto. Ora non so dove andare».
Da sette anni la Francia ha sospeso il trattato di Schengen e presidia i confini, respingendo chi li supera in modo illegale, come sono costretti a fare i migranti. Ieri i controlli a tappeto hanno riguardato tutti, provocando code e rallentamenti: oggi, fortunatamente, la situazione è migliorata e i circa 8mila frontalieri italiani che ogni giorno si recano in Francia per raggiungere il loro posto di lavoro non hanno incontrato particolari difficoltà.